Il 6 giugno 2016, quasi otto anni tondi fa, il sito dell'Inter pubblicava questo comunicato ufficiale: "F.C. Internazionale e Suning Holdings Group annunciano con soddisfazione la firma di una storica partnership strategica. Suning Holdings Group acquisirà la maggioranza dell'Inter, Club riconosciuto in tutto il mondo tra i più prestigiosi per storia e tradizione. International Sports Capital sarà azionista di minoranza unico, con Erick Thohir che continuerà alla guida del Club come Presidente. Internazionale Holding cesserà di essere azionista, con Massimo Moratti che uscirà dal Club dopo averne scritto per anni la storia gloriosa conseguendo prestigiosi successi, tra cui il Triplete nel 2010, che resterà per sempre indimenticabile". Iniziava così la storia del gruppo cinese posseduto da Zhang Jindong, papà di Steven Zhang, nella società nerazzurra, che ora sta per perdere viste le conseguenze del prestito chiesto a Oaktree nel 2021.
Un esborso di circa 700 milioni di euro, considerando anche le quote che poi Suning acquisirà da Thohir oltre ad aumenti di capitale, prestiti soci e sponsorizzazioni, celebrato a Nanchino con un brindisi tra i due imprenditori e dal discorso in cui Zhang Jindong dice di volere "vincere tutto". Era il periodo in cui la Cina aveva interesse nello sviluppo del calcio e l'acquisizione di una squadra storica come l'Inter faceva il gioco di Suning, che non a caso non lesina negli investimenti: la svolta arriva nell'ottobre 2018 con la nomina di Steven Zhang presidente e l'uscita di scena definitiva di Thohir. Due mesi dopo il neo-presidente, alla cena di Natale interista, si lascia andare: "Riusciremo a schiacciare tutti quanti, sia in campo che fuori".
Alle promesse fanno seguito i fatti, prima con l'ingaggio (era dicembre 2018) di Giuseppe Marotta mentre l'estate successiva arrivano Conte, Lukaku, Barella e Sensi. Una campagna acquisti faraonica che mette le basi per quello che diverrà il primo trofeo firmato Suning: lo scudetto 2020/21. Un successo a cui però segue l'immediata separazione dall'ex ct azzurro che aveva capito come le difficoltà della proprietà non avrebbero potuto supportare più grossi investimenti. La pandemia e il cambio di idee della Cina sul calcio avevano di fatto bloccato l'immissione di soldi da Nanchino in direzione Milano ed è proprio allora che la famiglia Zhang inizia a pensare a un prestito per recuperare le risorse necessarie alla gestione della società: a maggio 2021 entra in scena il bond di Oaktree.
Inizia quindi un nuovo modo di gestire il club: contenimento dei costi, player trading e sostenibilità. Sembra l'anticamera di un ridimensionamento sportivo prima ancora che economico, ma il lavoro della dirigenza sul mercato e di Simone Inzaghi (arrivato al posto di Conte) sul campo stravolgono le previsioni. Arrivano la prima Coppa Italia e la prima Supercoppa Italiana ma anche la scottatura dello scudetto perso nel rush finale col Milan. La bacheca si arricchisce nuovamente di Coppa Italia e Supercoppa Italiana con un'altra scottatura, la finale persa in Champions League col Manchester City: questa volta, però, è una rabbia positiva, che l'ambiente incanala trasformandola nel cambio di mentalità ("Possiamo giocarcela davvero con tutti") che poi ha portato alla Supercoppa Italiana e allo scudetto di quest'anno.
"A riveder le stelle" era lo slogan della campagna abbonamenti del 2018/19, rimasta famosa, come "I'm Inter" dello scudetto 20/21: e la famiglia Zhang effettivamente ha riportato l'Inter a vederle quelle stelle, che sopra lo stemma (completamente rinnovato nel 2021), sono raddoppiate visto che ha messo la firma sul ventesimo titolo nazionale nerazzurro. Senza dimenticare la firma sul centro sportivo di Appiano Gentile, che da fine 2016 si chiama "Suning Training Centre in memory of Angelo Moratti".
Steven Zhang lascia con sette trofei, secondo presidente più vincente di sempre all'Inter assieme ad Angelo Moratti, ma anche con tanta tristezza, impossibilitato a festeggiare a Milano quest'anno e in silenzio nella festa di fine stagione. Una storia fatta di successi e difficoltà finanziarie, Oaktree oltre alla gloria erediterà pure un bond da 415 milioni (emesso nel febbraio 2022) per rifinanziare un bond precedente che copriva i buchi di gestione dell'eredità Thohir/Moratti e un bilancio che - seppur in continuo miglioramento - registrerà ancora un passivo, stimato in una cinquantina di milioni di euro al prossimo 30 giugno. Ma lascia anche un ricordo indelebile nella storia del club, che ogni dipendente, dai giocatori ai dirigenti allo staff tecnico, non a caso gli hanno riconosciuto in queste ore.