Intervistato dal “Corriere del Trentino”, il coach della Dolomiti Energia Trentino Paolo Galbiati ha parlato dopo il k.o. per 3-1 nella serie contro l’EA7 Emporio Armani Milano: “Devo ancora metabolizzare. Avrei voluto giocare ancora perché, senza volere passare per presuntuoso, abbiamo fatto soffrire Milano. Noi abbiamo avuto momenti di blackout e loro ce li hanno fatti pagare a caro prezzo. Abbiamo vissuto un anno in apnea, sempre combattendo. Periodi ottimi, altri estremamente difficili da cui ci siamo rialzati per acciuffare i playoff che abbiamo affrontato credendoci davvero. Penso che abbiamo iniziato un percorso, ora dovremo essere bravi a proseguire trovando nuovi interpreti giusti dopo averne lanciati tanti”.
Di cosa va più fiero coach Galbiati? “ Dell'identità che abbiamo creato. Siamo stati sempre noi stessi. Abbiamo creato una squadra che proponesse una pallacanestro divertente da vivere e da vedere, coinvolgente, in cui tutti si sentissero protagonisti. Serviva il contributo di ognuno per non fare crollare il castello ed è andata come volevamo”.
Cosa resta invece personalmente all’ex coach delle giovanili dell’Olimpia del suo primo anno a Trento? “ Ho lavorato tanto, a maggior ragione dovendo preparare anche l'Eurocup. Entravo in palestra alla mattina e ne uscivo alla sera. Ho percepito intorno a me una società con un grande amore per l'Aquila e tutti i suoi progetti anche sociali. Vengo da una famiglia che ha sempre avuto piacere di dare una mano a chi è meno fortunato e ho cercato di farlo più possibile perché portare un sorriso non costa nulla e ripaga mille volte”.