Zegama è Zegama, Kilian è Kilian: un senso di inevitabilità e più ancora di predestinazione accompagna uno dei mantra più gettonati dello skyrunning quando (come avviene quest’anno) viene naturale associarlo alla presenza al via del re della disciplina. Kilian Jornet ha infatti scelto la grande classica spagnola ormai imminente (si corre domenica 26 maggio) per aprire la sua stagione di corsa sui sentieri che - come l’anno scorso - sarà composta di pochi e selezionatissimi appuntamenti di grande prestigio. Zegama-Aizikorri allora, e non a caso. Kilian punta infatti alla “undecima” nella ventitreesima edizione della prova dei Paesi Baschi che lui ha appunto vinto dieci volte (in undici partecipazioni) tra il 2007 e il 2022 e che rappresenta quest’anno la terza delle otto tappe della regular season di Golden Trail World Series by Salomon. E chissà che – dovesse arrivare una nuova affermazione - lo straordinario campione catalano non faccia un pensierino (al momento però fuori dai piani) alla classifica generale di un circuito dal cui calendario il nostro ha per il momento “chirurgicamente” selezionato un solo altro appuntamento: quello di sabato 10 agosto per la cinquantunesima edizione della Sierre-Zinal, da lui vinta già in nove occasioni tra il 2009 e il 2021! Di tutto questo (e di molto altro ancora) abbiamo parlato con Kilian in un’intervista realizzata in esclusiva per conto di Sportmediaset dall’ufficio stampa del circuito.
SM: Prima di tutto, Kilian, come stai? La tua stagione invernale è andata bene?
KJ: Sto benissimo! La stagione invernale è andata molto bene, ho sciato molto e ho trascorso molto tempo di qualità con la mia famiglia. Mi sono infortunato ad una costola, ma ho recuperato bene e mi sento benissimo e pronto per la stagione estiva.
SM: A Zegama hai vinto dieci volte su undici partecipazioni Perché hai deciso di iniziare la stagione da qui?
KJ: Zegama è casa mia, una gara alla quale torno spesso perché la amo. Ho sempre detto che Zegama è Zegama! È difficile esprimere a parole questa gara, l'atmosfera, il terreno sul quale si svolge e l'organizzazione: è come passare del tempo con la famiglia. Adoro tutto di questa gara!
SM: Cosa ne pensi del livello di quest'anno? C'è qualcuno che consideri il tuo principale rivale in questa edizione 2024?
KJ: Ogni anno il livello di Zegama è pazzesco e sembra crescere sempre di più. Penso che quest'anno alcuni top runners siano particolarmente in forma, come il mio compagno di squadra Elhousine Elazzaoui oppure Manuel Merillas (vincitore della scorsa edizione, ndr), che conosce questo terreno come le sue tasche e qui è molto forte. Zegama è un evento così importante che spinge tutti a dare il massimo.
SM: Abbiamo visto sui tuoi canali social che ti sei allenato appositamente per questa gara, completando tra le altre cose una maratona con duemila metri di dislivello in meno di tre ore. Ti senti più in forma rispetto a cinque o magari dieci anni fa?
KJ: Adoro spingere il mio corpo ai suoi limiti e ho sentito che questo era un modo piuttosto divertente per allenarmi per la stagione. Devo ammettere che mi sento più forte rispetto a qualche anno fa, mi sento molto fiducioso e sono in ottima forma. Non mi sento però imbattibile, non lo direi mai, perché non si sa mai cosa può succedere in una gara. Vediamo come va a Zegama!
SM: Sarai al via anche alla Sierre-Zinal, un'altra grande classica del calendario di Golden Trail Series: significa che se tutto va bene lì e a Zegama c'è la possibilità di vederti al via di altre prove del circuito?
KJ: Vedremo… In questo momento sono più interessato a correre gare singole che mi piacciono e dove so di trovare un alto livello di competizione. Per ora non sono così interessato alla classifica generale di un circuito in particolare.
SM: La battaglia tra te e Rémi Bonnet a Zinal tra due mesi e mezzo è molto attesa. Se aggiungiamo i due keniani - Patrick Kipngeno e Philemon Kiriago - ha tutte le carte in regola per essere una gara da brividi.
KJ: Sì, assolutamente! Come ho detto, la competizione è uno dei motivi principali che mi motivano a prendere parte ad una gara: andare dove ci sono i migliori top runners del momento, perché è questo tipo di sfida che mi ispira ad andare avanti!
SM: Hai sicuramente seguito la recente evoluzione del trail running, in parte grazie alle Golden Trail Series: l'arrivo della TV, il formato flower race, la professionalizzazione dello sport. Qual è la tua opinione su questa evoluzione della corsa in natura al suo più alto livello?
KJ: Penso che sia un bene per gli atleti di primo piano poter beneficiare di questa crescita, perché molti degli atleti élite in realtà non possono ancora vivere di questo sport. Circuiti come Golden Trail Series aiutano a svilupparlo, offrendo opportunità importanti a chi aspira al professionismo. Spero che siamo sulla strada giusta da questo punto di vista. I circuiti, i brand e gli eventi stanno lavorando sempre di più con gli atleti e le comunità locali per costruire gare di alto livello e sostenibili, consentendo al contempo agli spettatori di godersi un grade spettacolo sportivo!
SM: Tu hai vinto praticamente tutto, sembra anzi che abbia spuntato tutte le caselle della tua lista di cose da fare. Hai ancora qualche sogno nel cassetto per quanto riguarda la montagna?
KJ: Naturalmente! Come dico sempre, una volta raggiunta la vetta di una montagna, ne compare sempre un'altra all'orizzonte. Onestamente, non credo che ci siano abbastanza giorni nella mia vita per fare tutto quello che vorrei fare in montagna!