La scelta era fatta da tempo, l'accordo non era ancora stato definito ed è arrivato: Paulo Fonseca sarà il prossimo allenatore del Milan e lo sarà, stando almeno al contratto che firmerà nelle prossime ore, per due anni e, vista l'opzione, forse tre. Al tecnico portoghese verrà garantito lo stesso stipendio di Stefano Pioli, vale a dire 4,5 milioni di euro a stagione. Insomma, una scelta in linea con il passato in tutto e per tutto, a partire dall'ingaggio, ma non solo. Si tratta sempre di un tecnico in grado di lavorare con i giovani, tremendamente aziendalista, con scarse pretese sul mercato e risultati sufficienti. Farà bene anche al Milan? Lo scopriremo. Come scopriremo la reazione della Curva Sud, sabato sera, alla notizia. Da quel che trapela, non esattamente una reazione positiva, ma non si sa mai.
Fatto sta che alla fine sono state rispettate le indicazioni della prima ora: straniero, perché gli italiani non sono mai entrati nel casting, con un gioco offensivo e la volontà di misurarsi contro avversarie molto attrezzate con quello che la società saprà mettergli a disposizione. Nessuna richiesta folle, ma una flessibilità totale. Questo mi dai, con questo lavoro.
La decisione, anche in questo caso come da diktat della proprietà, è stata collegiale, vale a dire sottoscritta da Furlani, Moncada e Ibrahimovic, che si prenderanno quindi anche le responsabilità di un eventuale fallimento. Allenare il Milan è complicato per tutti, inutile sottolinearlo. Il primo compito di Fonseca, che potrebbe diventare ufficiale la prossima settimana come la successiva - in mezzo c'è la trasferta australiana per l'amichevole contro la Roma - sarà smentire gli scettici e conquistare il cuore dell'infastidito popolo milanista. Questo a meno di incredibili passi indietro della società magari in seguito a una dura presa di posizione della Curva. Ma questa è una storia già vista con Lopetegui e, onestamente, è difficile che si ripeta. Lui, l'ex Roma, ha intanto salutato il Lille e comunicato la propria scelta. La sua seconda Italia sta per cominciare. La prima non andò proprio bene, chissà che questa sia invece la volta buona.