Prima di concedersi una pausa di fine primavera di tre settimane, la MotoGP affronta nel primo weekend del mese di giugno il secondo appuntamento di fila dopo il recente Gran Permio di Catalunya nel quale Francesco Bagnaia ha raddrizzato il suo bilancio con la su prima vittoria a Barcellona. Il modo migliore per scaldarsi e per scaldare il pubblico in avvicinamento al Gran Premio d'Italia di domenica 2 giugno e prima ancora della sua versione Sprint della vigilia. E se il successo di domenica 26 maggio ha permesso a Pecco di sfatare il tabù-Barcellona, riportando sostanzialmente in parità il bilancio-punti con Jorge Martin, il Mugello è tutta un'altra storia per Bagnaia, che in Toscana è imbattuto da due anni (e dodici mesi fa si è imposto anche nella Sprint), ma anche per la Ducati. Con la sola eccezione del successo di Fabio Quartararo nel 2021 (il suo anno di grazia, da lì in avanit per il Diablo solo disgrazie), le rosse del team factory non sbagliano un colpo dal 2017, grazie alla tripletta firmata in quest'ordine da Andrea Dovizioso, Jorge Lorenzo e Danilo Petrucci. Mugello feudo rosso Ducati... in senso stretto, nel senso della squadra ufficiale. Una bella responsabilità per gli uomini del Team-Casa e una sfida particolarmente intrigante per i team satellite di Borgo Panigale e per Jorge Martin in particolare.
Meno esplosivo ed efficace del solito nella Sprint del sabato e preceduto ventiquattro ore dopo da Bagnaia sul traguardo del GP di Catalunya, il madrileno del team Prima Pramac Racing può vantare un solo podio alto al Mugello: quello dell'ormai lontano 2018 nella Moto3. Di poca consolazione per Jorge il fatto che il suo diretto rivale nella corsa al titolo (39 punti a favore di Jorge) abbia dovuto attendere di salire in sella a una moto della premier class per vincere in Toscana. Un anno fa però Martin e il suo allora compagno di squadra Johann Zarco avevano seguito Bagnaia sul traguardo e lo avevano accompagnato sul podio domenicale, mentre nel fomato Sprint a precedere i due piloti Pramac alle spalle di Pecco era stato Marco Bezzecchi.
Lo sguardo va insomma rivolto in avanti, anzi allo stretto presente, perché è ancora troppo presto per fare calcoli. Una ragione in più per aspettarsi un GP d'Italia aperto e combattuto, senza esclusione di colpi: a eccezione di quelli proibiti, s'intende.
Per la prima volta da diverse stagioni a questa parte, il Mugello offre anche a Marc Marquez una straordinaria occasione di tornare alla vittoria e di tornare a frequentare l'albo d'oro del GP d'Italia ad un intero decennio di distanza dalla sua prima (e fin qui appunto unica) affermazione con la Honda sulle colline toscana. Un successo di valore assoluto, quello messo a segno nel 2014 dal Cannibale. Ad eccezione di quell'anno infatti, ad imporsi (quasi) ininterrottamente tra il 2011 e il 2016 fu il binomio formato da Jorge Lorenzo e dalla Yamaha. Per inciso, va ricordato che - dopo il successo di Dovizioso nel 2017 - con la già citata vittoria di dodici mesi dopo Jorge avrebbe portato a sei primi posti nell'arco di otto anni lo score che ne fa ancora il miglior interprete del Mugello nell'era della MotoGP... dopo Valentino Rossi, padrone assoluto del campo (anzi della pista) dal 2002 al 2008, prima si essere detronizzato da Casey Stoner che nel 2009 regalò a Ducati la sua prima affermazione sul circuito toscano.
Tornando al presente, il Mugello offre a Marquez (diamo per scontato che parliamo di Marc...) la clamorosa ma proibitiva chance di provare a mettere la freccia su Bagnaia nella classifica generale (due soli punti li separano-116 a 114) e ad Enea Bastianini quella di riagganciare a pieno... titolo la corsa allo stesso, un upgrade in un certo senso obbligato per il romagnolo, il cui sellino fa gola sia a Marquez che a Martin, anche se verosimilmente una decisione in questo senso è già stata presa e il i numeri del countodown per il suo annuncio si fanno sempre più piccoli. Martin nel team ufficiale insieme a Bagnaia, Marquez al posto di Martin nel team Pramac, con una moto in tutto e per tutto uguale a quella della coppia ufficiale: questo lo scenario più attuale.