LA STORIA

Giuseppe Marotta è il 23° presidente dell'Inter: dagli esordi con il Varese alla conquista della Seconda Stella

Il dirigente lombardo ha preso le redini del club nerazzurro dopo il passaggio di proprietà fra la famiglia Zhang e il fondo Oaktree Capital Management

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Marotta dalle origini a oggi: il percorso del nuovo presidente nerazzurro

Giuseppe Marotta nel 1976, a soli 19 anni, è responsabile del settore giovanile del Varese. Nel 1987 entra a far parte dei quadri societari del Monza, dove rimane per tre anni. Negli anni 1990 diventa direttore generale prima al Como poi del Ravenna, poco dopo ha inizio l'esperienza con il Venezia, che dura cinque anni. Dal 2000 al 2002 Marotta diventa direttore generale dell'Atalanta.

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L'Inter è pronta a scrivere una nuova pagina della sua storia ultracentenaria e per farlo ha deciso di affidarsi a Giuseppe Marotta, nominato nella mattinata di martedì 4 giugno come il nuovo presidente della società nerazzurra. Già amministratore delegato sotto la proprietà di Steven Zhang, si è dimostrato uno dei punti di riferimento per il club e per i tifosi negli anni che hanno portato alla Seconda Stella tanto da essere investito dell'importante ruolo da parte del fondo Oaktree Capital Management

Un passaggio di consegne che riporta la presidenza dell'Inter nelle mani di un italiano undici anni dopo la cessione da parte di Massimo Moratti all'indonesiano Erik Thohir e che vede fra i suoi predecessori esponenti del calibro di Angelo Moratti, Ivanoe Fraizzoli, Ernesto Pellegrini e Giacinto Facchetti.

Giuseppe Marotta rappresenta uno dei dirigenti più longevi del calcio italiano complice il suo esordio nel 1978 a soli 19 anni nel settore giovanile del Varese e venendo promosso l'anno successivo al ruolo di direttore generale. Una carica che conserva fino al 1986 caratterizzata da una promozione in Serie A sfiorata nel 1982 sotto la guida di Eugenio Fascetti. Nel 1987 passa al Monza dove rimane per tre anni mettendo a segno nel 1989 la cessione miliardaria di Pierluigi Casiraghi alla Juventus. Una mossa che lo lancia nel mondo del grande calcio tanto da transitare prima al Como e poi al Ravenna dove strappa al Torino la comproprietà del giovane Christian Vieri

Le porte della Serie A sono pronte a spalancarsi alla fine degli Anni Novanta quando, giungendo al Venezia nel 1995, riesce a riportare i lagunari in Serie A dopo trentuno anni e crea la celebre coppia Maniero-Recoba mettendo in mostra tutte le doti dell’uruguaiano, autore sì della salvezza dei veneti, ma pronto a prendersi l'Inter di Moratti. Nel 2000 si sposta all'Atalanta dove in due anni realizza il record di punti in A per la formazione orobica prima di tornare in B con una Sampdoria da rilanciare dopo gli anni gloriosi dell'era Mantovani

Proprio lì fa il salto di qualità nel 2004 diventando amministratore delegato e propiziando il trasferimento di Antonio Cassano dal Real Madrid nel 2007 prima di ingaggiare due anni dopo Gianpaolo Pazzini costruendo un tandem in grado di riportare la squadra in Champions League. È l'apice dell'esperienza di Marotta in blucerchiato che decide di spostarsi alla Juventus dove ricopre lo stesso ruolo. 

Con lui inizia un ciclo caratterizzato dalla vittoria di sette scudetti e due finali di Champions perse sotto la guida di Antonio Conte e Massimiliano Allegri, oltre all'acquisto di vari fuoriclasse come Paul Pogba, Carlos Tevez, Gonzalo Higuain e Cristiano Ronaldo. Un periodo di otto anni che prosegue sino al 2018 quando, all'interno di una fase di rinnovamento della dirigenza bianconera, passa all'Inter dove riprende il percorso vincente con gli arrivi di Antonio Conte e Simone Inzaghi in panchina oltre all'acquisizione di giocatori come Romelu Lukaku e Lautaro Martinez.

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Se Giuseppe Marotta risulta essere il ventitreesimo presidente della storia dell'Inter, per conoscere il nome del primo è necessario andare indietro di oltre un secolo e tornare per la precisione al 1908 quando, a seguito di una "scissione" dal Milan, il 9 marzo 1908 nacque il Football Club Internazionale Milano. A essere eletto come numero uno del club fu il veneziano Giovanni Paramithiotti, rampollo di una ricca famiglia di origine greca proveniente dalla regione dell'Epiro. Mal digerito dagli altri dirigenti, Paramithiotti venne sostituito dopo il derby con il Milan andato in scena a Chiasso dal 1908 lasciando così il posto a Ettore Strauss

Guardando a fondo le statistiche, colui che è rimasto più a lungo in carica è Ivanoe Fraizzoli, imprenditore del tessile subentrato ad Angelo Moratti nel 1968. Con lui l'Inter vincerà due scudetti nel 1971 e nel 1980, due Coppe Italia nel 1978 e nel 1982 e un Mundialito Coppa delle stelle nel 1981. La sua carriera in chiave nerazzurra si interromperà dopo diciotto anni nel 1984 quando la società passerà nelle mani di Ernesto Pellegrini.

Se si escludesse la parentesi Facchetti fra il 2004 e il 2006, accanto a Fraizzoli andrebbe messo il nome di Massimo Moratti come presidente più longevo della storia dell'Inter. Il figlio dello storico patron Angelo si è però al tempo stesso preso lo scettro di patron più vincente dell'epopea nerazzurri portandosi a casa undici trofei e distanziando così il padre, fermo a sette. Nel suo palmarés compaiono quattro scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa UEFA, un Mondiale per Club, ma soprattutto l'edizione 2010 della Champions League che, sotto la guida di Josè Mourinho, ha completato lo storico triplete.

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Se è vero che l'approdo di Marotta rappresenta il ritorno di un italiano alla guida dell'Inter, nell'ultimo decennio la Beneamata ha visto passarsi il testimone due presidenti stranieri. Il primo è stato l'indonesiano Erik Thohir che nel 2013 rilevò la squadra meneghina da Massimo Moratti guidandola per cinque anni in un periodo particolarmente travagliato e avaro di successi. Nel 2018 la squadra è rimasta comunque in terra asiatica con l'acquisizione della famiglia cinese Zhang e la presidenza affidata a Steven che nei suoi sei anni di proprietà ha ottenuto due scudetti, due Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane mancando per due volte la vittoria europea con le finali di Europa League e Champions perse contro Siviglia e Manchester City. 

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