A soli venti anni Marco Gradoni è già un riferimento della vela mondiale. In grado di conquistare nel 2019 il titolo di "Rolex World Sailor of the Year", premio dedicato al miglior velista dell'anno, il giovane romano ha bruciato tutte le tappe entrando in pianta stabile nella squadra di Luna Rossa Prada Pirelli e timonato in coppia con Ruggero Tita l'AC40 durante le prove andate in scena lo scorso novembre a Jeddah. Pilastro della formazione Under 25 che affronterà la prima edizione della Youth America's Cup, Gradoni è pronto a scendere in acqua anche con la squadra maggiore per scrivere una nuova pagina della sua giovanissima carriera.
Lei è uno dei più giovani membri di Luna Rossa Prada Pirelli. Non sente la pressione di far parte di un equipaggio così importante?
Ci ho pensato più volte in questi giorni, ma essendo talmente concentrato su quanto devo fare qui a Barcellona, questa pressione non la sento.
Com’è arrivato ad appassionarsi al mondo della vela?
Mi sono appassionato grazie alla mia famiglia che mi ha iscritto a sette anni a un corso di vela e mi è sempre piaciuto. Se non fosse stato per loro, non avrei mai conosciuto questo sport e quindi sono grato a loro. Vivendo a Fano, la famiglia di mio padre era già legata al mare, ma il rapporto con la vela era abbastanza sfumato.
Lei è considerato come uno dei velisti più promettenti del panorama mondiale, complice anche il “Rolex World Sailor of the Year” conquistato a soli 15 anni. Si sente veramente così oppure secondo lei c’è altro in cui vorrebbe migliorare?
Mi rendo conto di aver fatto qualcosa di speciale, che nessuno in precedenza aveva mai fatto, però per come sono fatto divido molto il passato dal futuro. Preferisco guardare al qui e ora e per questo motivo sono perfettamente consapevole che debba migliorare diverse cose sia in acqua che a terra. So di aver fatto qualcosa di speciale, ma non voglio cullarmi sugli allori. Se mi fossi fermato, non sarei qui oggi altrimenti.
Quanto l’ha aiutata avere a fianco personaggi che hanno fatto la storia di questo sport come Ruggero Tita, Max Sirena, Checco Bruni e Jimmy Spithill?
Essendo appena maggiorenne quando sono entrato nel team, pensavo che fosse qualcosa di straordinario. Passare del tempo con Ruggero, Checco o Jimmy è stato utilissimo, soprattutto perché credo che in pochissimi possano usufruire di fonti di ispirazione come loro. Crescendo ho poi avuto modo di dare anche il mio punto di vista e questo mi ha consentito di confrontarmi direttamente con loro.
Lei è inserito nella rosa dei timonieri dell'AC75 così come nel team al via del team Youth (Under 25). Quale differenza ci sarà fra i due eventi?
D'ora in poi l'AC75 regaterà nel formato a match race, quindi in gare uno contro uno. Fra gli Under 25 scenderemo in acqua invece con l'AC40 affrontando due round robin con regate di flotta, quindi con prove sei contro sei, e ci sarà un solo match finale. Chiaramente ciò comporta competenze diverse, però mi sto preparando in tutte e due al massimo.
Nelle ultime settimane siete scesi in acqua per la prima volta con l’AC75 a Barcellona. Com’è stato il primo impatto con la nuova imbarcazione?
Abbiamo fatto parecchie uscite a Cagliari e da qualche settimana siamo qui in Spagna. Sinora l'imbarcazione si sta comportando bene, anche se non abbiamo ancora individuato le condizioni che incontreremo con ogni probabilità da agosto in poi. C'è ovviamente tanto lavoro da fare, però stiamo migliorando giorno per giorno, trascorrendo molte ore sia in acqua che fuori.
Avendo veleggiato finora con l’AC40 dove eravate soltanto in quattro, quali differenze ha notato nel doversi confrontare oltre che con Ruggero, anche con Checco e con Jimmy ?
L'AC75 ha otto persone, però quattro di queste sono i cyclor che producono prevalentemente energia. I velisti rimangono di fatto quattro, motivo per cui la conduzione della barca è simile all'AC40, anche se la struttura è molto diversa. La prima è molto più leggera e di conseguenza più sensibile ai piccoli cambiamenti di angolo; l'AC75 è molto più completa, ma al tempo stesso più esigente perché, non appena si commette un errore, ci si ritrova a perdere gradualmente velocità.
Avendolo già affrontato nelle prove di novembre e avendo avuto modo di “sbirciare” in questo periodo, c’è un modo per battere Emirates Team New Zealand?
Ogni giorno lavoriamo molte ore per migliorarci. Dire dove possiamo batterli è difficile, però sicuramente la nostra prua è molto "tirata" e in questo ci differenziamo.
Quest’anno ha messo da parte il sogno olimpico per Luna Rossa Prada Pirelli. Visti i titoli mondiali ottenuti individualmente nell’Optimist e nel 470 misto con Alessandra Dubbini, c’è spazio in futuro per i Giochi?
Ora sono molto concentrato sulla mia scelta, quindi vincere l'America's Cup e la Youth America's Cup. Al termine di questo evento mi prenderò qualche mese e deciderò cosa fare. Chiaramente vincere le Olimpiadi è il sogno di ogni velista, però ora voglio porre l'attenzione su questi traguardi.