L'ANALISI

Il peso della tripla di Shabazz Napier verso lo scudetto

Il canestro del 68 pari dell'americano e il supplementare da sogno di Shields rischiano di diventare lo spartiacque della serie finale

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E’ servita una secchiata d’acqua ghiacciata, un po' come nella prima partita della campagna playoff contro Trento il 12 maggio, per svegliare un’EA7 irriconoscibile per 20 minuti. Appena 25 punti segnati con percentuali bassissime, la miseria di un assist all’attivo e la paura di essere in una di quelle “notti che somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere mai”.

Andare negli spogliatoi sotto di sole 8 lunghezze è stato un vero affarone per Milano, tenuta in piedi offensivamente dal solo Napier contro una Virtus che invece ha mostrato una versione di sé vicina a quella autunnale, quella capace di far innamorare non solo i tifosi bolognesi, ma in generale quelli della pallacanestro. Quella che si trovava a lottare gomito a gomito con le grandi d’Eurolega, e quasi sempre arrivava per prima a tagliare il traguardo. Con energia, grande compattezza e con un super Toko Shengelia, tornato a essere dominante proprio come nella prima parte di stagione. E in un duello diretto con un fenomeno come Nikola Mirotic, vinto per ko tecnico dal georgiano. 

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Dopo l’intervallo il mondo si è capovolto. I fantasmi di Milano sono scomparsi, quelli di Bologna riemersi. L’Olimpia è tornata a giocare la pallacanestro veloce ed efficace delle ultime uscite: la triade Napier-Shields-Hall ha scavato il solco in attacco, Melli e Hines hanno chiuso l'accesso al ferro agli avversari, regalando importanti secondi possessi ai compagni nel tempo libero. E la Virtus è rimasta al buio come accaduto spesso e malvolentieri nelle serie con Tortona e Venezia, in un terzo quarto da incubo. Il parzialone di 29-15 piazzato dalla squadra di Messina avrebbe potuto spostare definitivamente l’inerzia dalla parte milanese. Ma la Virtus è una squadra che col cuore e col carattere (e la spinta della Segafredo Arena) è in grado di restare in piedi anche quando barcolla pericolosamente. E così, piano piano, punto dopo punto, ha recuperato fiducia e con l’energia di uno splendido Cordinier ha ripreso e superato Milano. Non fosse stato per Napier la partita sarebbe finita dopo 40 minuti, prima che Bologna finisse la benzina. Non fosse stato per quel canestrissimo del prodotto di UConn, non avremmo assistito al supplementare disumano di Shavon Shields che con quelle tre triple consecutive di cui si parlerà a lungo ha strappato l’1-0 dalle mani della Virtus e l’ha portato dalla parte di Milano. Non fosse stato per quel tiro senza senso e con un bel carico di sana follia non saremmo qui a dire che l’Olimpia adesso è ancor più favorita per lo scudetto. E forse stavolta sarà d'accordo anche Messina. 

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