Intervistato da Il Resto del Carlino, Dan Peterson ha dato la sua opinione sulla vittoria in Gara 2 di Bologna nella serie scudetto contro Milano: "Sul 13-26 ho pensato che la partita fosse chiusa. Non dico scudetto già a Milano, ma il 2-0 per l’Olimpia sembrava servito. Ripeto, la partita sembrava chiusa. La Virtus non dava segnali di vita. Poi l’Olimpia si è spenta, mentre la Virtus si è destata. Prima con il cuore, poi la testa. E ha meritato di vincere".
Quali sono state le chiavi?
"Prima di tutto Pajola. Uno che sputa sangue, sempre. E non si tira mai indietro. Poi Shengelia. Sembra un giocatore di un’altra epoca, magari degli anni Cinquanta. Ma ha testa, cuore e leadership. E l’hanno ribaltata. Nonostante la pessima serata al tiro di Belinelli. Che è fondamentale. Si pensava che la Virtus vincesse Gara 1 e Milano la seconda".
E adesso?
"La Virtus al Forum avrà lo stesso approccio di Milano: cercherà di vincerne almeno una per riavere il vantaggio del fattore campo. Pronostico? Grande equilibrio, com’è stato finora. Sarei portato a dire 50 e 50. Con una leggera preferenza per Milano perché gioca in casa. Ma il fattore campo potrebbe saltare ancora. Stiamo parlando di due squadre che hanno fatto l’Eurolega. Vincendo su altri campi. Anche se la Virtus avrà bisogno del miglior Belinelli. In Gara 2 Ha fatto fatica. Ma Marco è un ragazzo di 38 anni, che ha fatto tanto anche nella Nba. Non ha bisogno di consigli. È un tiratore letale. Anzi, un tiratore aggressivo. Pronto al tiro, senza forzare. Mi ricorda Bob Morse. Pulizia di tiro, capacità di segnare senza forzare. Marco è sempre pronto al tiro, ma non forza a tutti i costi. E se non tira è bravo a recuperare il tutto, senza infrazione di passi, trovando spazi per i compagni".
Un suggerimento per Banchi e Messina:
"Luca ed Ettore sono ottimi allenatori. Non hanno bisogno di niente, men che meno dei miei consigli. Entrambi hanno trovato gli indirizzi giusti. Banchi con il suo gioco, Messina favorendo gli isolamenti dei suoi assi".