È di nuovo bufera attorno al nuovo Mondiale per Club: Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori, ha annunciato che i suoi membri europei hanno presentato una denuncia contro la Fifa per contestare "la legittimità delle decisioni di stabilire unilateralmente il calendario internazionale delle partite e, in particolare, la decisione di creare e programmare la Coppa del Mondo per Club FIFA 2025". A difendere la posizione dei calciatori sarà l'avvocato Jean-Louis Dupont.
L'annuncio è stato dato in un lunghissimo comunicato nel quale, riassumendo, i calciatori sostengono che il torneo sia irrealizzabile a causa del sovraccarico del calendario e che, nonostante le loro rimostranze, la Fifa non abbia mai voluto negoziare accordi alternativi. Nella nota diffusa da Fifpro si fa anche riferimento alla sentenza della Cgue sulla Superlega, riguardante l'abuso di potere di Fifa e Uefa, sottolineando come decisioni unilaterali come quella di organizzare il Mondiale per Club possano essere considerate in contrasto con tale sentenza.
IL COMUNICATO
"I sindacati dei giocatori ritengono che queste decisioni violino i diritti dei giocatori e dei loro sindacati garantiti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’UE e potenzialmente violino anche il diritto della concorrenza dell’UE.
La Professional Footballers’ Association (PFA) inglese e l’Union Nationale des Footballeurs Professionnels (sindacato francese dei giocatori), con il supporto di FIFPRO Europe, chiedono al Tribunale del Commercio di Bruxelles di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) con quattro quesiti per un rinvio pregiudiziale.
La Carta dei diritti fondamentali dell’UE garantisce ai lavoratori e ai loro sindacati vari diritti fondamentali. Questi includono il divieto del lavoro forzato o obbligatorio, la libertà di lavoro, il diritto di negoziare e concludere accordi collettivi, il diritto a condizioni di lavoro sane e il diritto a un periodo annuale di ferie retribuite. Questi diritti sono coperti dagli Articoli 5, 15, 28 e 31 della Carta.
I giocatori e i loro sindacati hanno costantemente evidenziato che l’attuale calendario calcistico è sovraccarico e irrealizzabile. Tuttavia, la FIFA, come evidenziato nelle recenti rappresentazioni da parte di sindacati e leghe internazionali, non ha intrapreso negoziazioni significative e ha continuato unilateralmente un programma di espansione delle competizioni nonostante l’opposizione dei sindacati dei giocatori. Questo include la decisione di procedere con una Coppa del Mondo per Club FIFA ampliata.
Il ruolo di FIFPRO Europe e dei suoi membri non è quello di favorire o opporsi a una competizione rispetto a un’altra. Tuttavia, nel contesto più ampio del calendario calcistico globale, la nuova Coppa del Mondo per Club FIFA è vista da giocatori e sindacati come un punto di svolta.
Per i giocatori più richiesti per le partite di club e per le competizioni delle squadre nazionali, il diritto a una pausa annuale garantita è diventato praticamente inesistente, con la Coppa del Mondo per Club FIFA 2025 che si tiene durante l’unico periodo dell’anno teoricamente disponibile per i giocatori per prendere tali pause.
I sindacati dei giocatori ritengono che tali decisioni da parte della FIFA violino la Carta dei diritti fondamentali dell’UE (CFREU), senza alcuna giustificazione seria. In ultima analisi, i sindacati dei giocatori ritengono che l’obiettivo di questa nuova competizione sia di aumentare la ricchezza e il potere dell’organo di governo mondiale del calcio, senza un’adeguata considerazione per l’impatto sui giocatori coinvolti o su altri stakeholder all’interno del calcio professionistico.
Inoltre, i sindacati dei giocatori ritengono che, alla luce della sentenza della CGUE sulla Superlega, tali decisioni unilaterali e discrezionali – che non sono il risultato di quadri giuridici chiari, obiettivi, trasparenti, non discriminatori e democratici – costituiscano ‘restrizioni della concorrenza per oggetto’ ai sensi dell’Articolo 101 TFUE.
La FIFA ritiene normale occupare unilateralmente e abusivamente un’area che – in una governance moderna e aperta – ricade naturalmente nella competenza delle parti sociali e quindi nella negoziazione degli accordi collettivi tra i sindacati dei giocatori e le organizzazioni dei datori di lavoro.
I sindacati membri di FIFPRO Europe chiedono al Tribunale del Commercio di Bruxelles di deferire questa questione cruciale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea attraverso quattro quesiti per un rinvio pregiudiziale, il cui contenuto può essere così riassunto: La FIFA, imponendo unilateralmente e discrezionalmente un Calendario Internazionale delle Partite e, più specificamente, una nuova competizione intitolata ‘Coppa del Mondo per Club FIFA 2025’, viola i diritti che i lavoratori e i sindacati derivano dalla CFREU e dal diritto della concorrenza dell’UE? Più specificamente, l’imposizione unilaterale di tali decisioni sui giocatori viola il diritto sancito dall’Articolo 28 della CFREU per quei giocatori di negoziare collettivamente i loro termini e condizioni di lavoro, tramite i loro sindacati?.
Rilevante per questo caso è il caso ‘Diarra v FIFA’, in cui la CGUE dovrà pronunciarsi entro i prossimi mesi. FIFPRO Europe (che si è unita alla procedura insieme a Lassana Diarra) sostiene che la regolamentazione del mercato del lavoro calcistico professionistico deve derivare da accordi collettivi tra le parti sociali e non dall’imposizione unilaterale di un ‘sistema di trasferimento’ da parte della FIFA che è fondamentalmente incompatibile con la libertà di lavoro e la dignità umana.
I sindacati membri di FIFPRO Europe sono rappresentati davanti al Tribunale del Commercio di Bruxelles dallo studio legale Dupont-Hissel: in particolare, Jean Louis Dupont è non solo il legale che ha difeso la Superlega nel caso vinto davanti alla Corte di Giustizia UE, ma è soprattutto l’avvocato dietro la sentenza Bosman che nel 1995 ha rivoluzionato il sistema di trasferimenti del calcio mondiale.
Il reclamo chiede alla Corte belga di deferire quattro quesiti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per un rinvio pregiudiziale. I quattro quesiti riguardano:
Se i diritti garantiti ai lavoratori e ai loro sindacati dalla Carta dei diritti dell’UE, in particolare gli Articoli 5, 15, 28 e 31, vietino alla FIFA di programmare la Coppa del Mondo per Club 2025 in un periodo che tradizionalmente rappresenta la ‘finestra’ in cui i giocatori dovrebbero prendersi una pausa annuale, e contro le rappresentazioni formali dei sindacati dei giocatori/lavoratori.
Se l’imposizione unilaterale di tali decisioni sui giocatori violi i diritti previsti dall’Articolo 28 della Carta per quei giocatori di negoziare collettivamente le loro condizioni di lavoro.
Se il diritto a condizioni di lavoro sane, garantito dall’Articolo 28, sia violato dalla decisione della FIFA di imporre un carico di lavoro significativo aggiuntivo tramite la Coppa del Mondo per Club 2025.
Se le decisioni unilaterali della FIFA riguardanti il Calendario Internazionale delle Partite e la Coppa del Mondo per Club 2025 diano luogo a ‘restrizioni della concorrenza’ ai sensi dell’Articolo 101 TFUE".