Michel Platini ha le idee chiare sul futuro del calcio e non usa giri di parole per chiarire il concetto. "Dopo la sentenza della Corte europea che ha stabilito che Fifa e Uefa non hanno più il monopolio delle competizioni, il calcio esploderà - ha dichiarato a Le Figaro l'ex presidente Uefa -. La Superlega si farà di sicuro. Tanta gente che come me non ama Fifa e Uefa mi sta contattando. I tempi cambiano. La Superlega è ineluttabile". "Oggi, tutti se ne fregano di Aleksander Ceferin - ha aggiunto rincarando la dose -. Ha fatto i conti sbagliati, cambiando la Champions solo per distribuire più partite e soldi ai club che vogliono gestirseli".
Dichiarazioni pesanti e importanti. Per Platini, del resto, tra dieci anni il calcio sarà completamente diverso. Più bello da vedere, forse, ma sicuramente anche meno romantico e affascinante di un tempo. "Ci sarà la Superlega e forse non ci saranno più né Fifa né Uefa, anche se penso che resteranno solo per gestire le associazioni nazionali e non i club - ha spiegato l'ex Roi -. Oggi non si può confondere il romanticismo con i fatturati. Il calcio è business, i giocatori sono delle imprese e i club dei marchi".
Considerazioni amare che, archiviate le accuse di corruzione, hanno convinto Platini a restare lontano dalle "stanze dei bottoni" del calcio e ad avviare il progetto di un museo sullo sport e l'immigrazione. "Mi piace recarmi in auto, in incognito con mia moglie in Italia, il Paese dei miei antenati, dove ci sono le mie radici - ha raccontato -. Il mio museo parlerà dell'immigrazione e del calcio e lo sport in generale, più che di integrazione: da piccolo nella mia Joeuf solo gli italiani giocavano a calcio".