MANOVRE ROSSONERE

L'Europeo "congela" il nuovo Milan, ma è un mercato all'ultimo euro

 La scelta definitiva sul centravanti della prossima stagione non arriva. Tra commissioni, indecisioni e una sola priorità: spendere il meno possibile

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@Getty Images

Nostalgici del money ball? È il vostro momento. Già, perché al 24 giugno, con l'estate già arrivata e il ritiro che si avvicina, in casa Milan non si è mossa una foglia. E allora viene quasi nostalgia per il mercato creativo di un anno fa, il money ball reclamizzato e anche un po' sbertucciato, i "tum" da sbattere in prima pagina tra proclami di vittoria e sorrisi a bocca larga. Di tutto quello nemmeno più l'ombra. Oggi si discute di altro, che in senso largo sarebbe l'argomento giusto, di centravanti variopinti dalle caratteristiche completamente dissimili se non per una particolare qualità: il costo, bien sur, deve essere rigorosamente contenuto. Con-te-nu-to. Per i "tum" passare la prossima volta.  

Sui social, come ogni anno e più di ogni anno, c'è chi tiene conto dei giocatori accostati al Milan. La lista è così lunga che per qualcuno vien da chiedersi chi l'abbia mai nominato. La realtà è che si naviga un po' a vista. La certezza sarebbe Zirkzee, che però sembra un elastico, che si allontana e si avvicina a seconda del vento. Con lui l'altra certezza è che oltre 40 milioni il Milan, per il bomber che dovrebbe indirizzargli la stagione, proprio non ci vuole andare. A torto o ragione? Non è nostro compito dirlo, per quello ci sarà il campo.

Fatto sta che più che di caratteristiche alla fine si parla di soldi: che il centravanti sia "giochista" alla Zirkzee appunto o fisico alla Guirassy sembra quasi un dettaglio. Piacerebbe capire cosa ne pensi Fonseca, che alla fine dovrà costruirci attorno una squadra, ma anche questo lo scopriremo solo vivendo. Il borsino di oggi dice che la punta dello Stoccarda, costo con-te-nu-to, è più vicino al Dortmund che al Milan, perché i 17,5 milioni della clausola non sono un problema per nessuno, ma ingaggio e commissioni spaventano più in Italia che in Germania. Andrebbe aperto un ampio capitolo sulla questione, più tecnico che morale, ma anche su questo hanno detto molto in tanti e passiamo volentieri la mano. L'unica cosa certa, non da oggi, è che nemmeno un parametro zero costa più zero: le commissioni c'erano e ci sono, si sono gonfiate e fanno parte del pacchetto. Prendere o lasciare, così va il mondo.

Il Milan prenderà le sue decisioni, in fondo siamo ancora a fine giugno e il mercato non è ufficialmente partito, ma è indubbio che fin qui, a parte i rientri dai prestiti non riscattati e l'addio a De Ketelaere, Furlani e Moncada non hanno ancora portato a dama un solo pedone. In nessun ruolo. Forse, intimamente, pensando che il mercato lo possa fare Theo Hernandez (in uscita?) come un anno fa lo inaugurò Tonali. Tutto possibile e anche lecito, resta semmai da capire se anche tempestivo. 

Di certo l'Europeo sta un po' rallentando le trattative. Che ci sono, sia chiaro, nessuno si permette di dire che al Milan non si stiano guardando bene attorno. Però ai giocatori fa comodo capire se la vetrina tedesca possa far lievitare il proprio valore e alle società non dispiace aspettare che dalla Germania spunti qualche inatteso "fuoriclasse". L'estate, in ogni caso, sarà nuovamente calda. Come spesso sostenuto, il Diavolo si muoverà parecchio anche in uscita. Per ora, pazientemente, aspetta sulla riva del fiume. Mentre si discute di commissioni esagerate come certe ambizioni. 

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