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Napoli, Conte: "Avremo una faccia incazzata. Mercato? Decido io chi va e chi resta"

In diretta dal Teatro di Corte di Palazzo Reale le prime parole ufficiali del nuovo tecnico azzurro: "Ho ricevuto subito grande entusiasmo, dovrò ripagarlo"

È partita ufficialmente l'avventura di Antonio Conte al Napoli. Il tecnico leccese, atterrato martedì all'aeroporto di Capodichino insieme alla famiglia, si è presentato al popolo partenopeo dal Teatro di Corte di Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito, nel cuore della città: "Avremo una faccia incazzata - la carica del tecnico -. Mercato? Decido io chi va e chi resta, su questo sono stato categorico col presidente. Chi non è contento lo tengo vicino a me in panchina".

LA CONFERENZA DI CONTE

Sull'accoglienza

"C'è un filo di emozione, è la prima volta che ricevo una presentazione del genere dopo tanti anni di carriera. Ringrazio Napoli perché sono abituato a dare prima di ricevere, qui invece ho ricevuto fin da subito tanto entusiasmo e tanto affetto, che dovrò ripagare".

Sulle promesse da fare ai tifosi

"Posso promettere serietà, una parola che troppo spesso è sottovalutata. Serietà nel dare tutto per il Napoli, nel trasmettere la mia cultura e la mia mentalità a livello lavorativo. L'obiettivo, al di là del riuscire a primeggiare e scrivere la storia, è quello di rendere orgogliosi i propri tifosi. Il tifoso deve riconoscersi nella propria squadra, questa è l'ambizione massima per un allenatore. Noi daremo il massimo e anche più, perché a volte non basta".

Sulla piazza di Napoli

"È una piazza importante, passionale. Lo rimarrà sempre. Quello che dovremo fare io e il mio staff è alimentare questa passione, che è una responsabilità. Qui c'è un grande fuoco, vogliamo farlo diventare ancora più alto".

Sull'impronta che darà alla squadra

"Avremo una faccia incazzata, questo deve essere chiaro. Veniamo da un'annata in cui tante cose non sono andate per il verso giusto, dovremo mettere in campo questa voglia di rivalsa".

Sul mercato sudamericano

"Cercheremo di fare le cose migliori, puntando su calciatori che migliorino la rosa, al di là della loro provenienza".

Sul motivo della scelta 

"Ho scelto Napoli per il progetto. Ho firmato un contratto triennale, il presidente è stato molto chiaro: vogliamo cercare di far diventare il Napoli un'alternativa credibile alle solite note. Questa squadra si è qualificata per 14 anni di fila alle coppe europee, è arrivato anche uno scudetto, ma ora bisogna ricostruire. Ci vuole tempo e pazienza, ma io mi assumo questa responsabilità. Questo progetto mi ha dato entusiasmo, mi ha fatto sentire qualcosa in pancia. Siamo qui e non vediamo l'ora di iniziare".

Sulla vicinanza ad altri club

"Dall'estero era arrivata qualche proposta, anche interessante. Però col presidente c'era un discorso avviato e una promessa di rivedersi per decidere a bocce ferme. Abbiamo trovato la giusta quadra sotto ogni punto di vista. C'è voglia di ricominciare, costruire fondamenta solito per fare qualcosa di importante che duri nel tempo e che non evapori subito".

Sul feeling col sud

"Sono un uomo del sud, conservo le mie origini e le mie radici. So cosa significa e so cosa rappresenta il calcio per il sud Italia. Per me è come un ritorno a casa, è una grande soddisfazione e un onore".

Sui tempi necessari a vedere risultati

"Chi ha tempo non aspetti tempo. Io partirei già domani a fare battaglia, però bisogna essere realisti. La cosa su cui riflettere è che un anno fa il Napoli ha chiuso a 40 punti da chi ha vinto lo scudetto, al decimo posto e fuori dalle coppe. Non bisogna pensare che cambiando allenatore tutto torna come prima. Non possiamo competere con le solite note riguardo al monte ingaggi e agli investimenti, però possiamo farlo sul piano del lavoro e del sacrificio. In napoletano si direbbe 'amma faticà', su questo non ci deve battere nessuno. Come sapete io non ho molta pazienza di fare il comprimario".

Sui mal di pancia di alcuni giocatori

"Li stiamo gestendo insieme al club nel migliore dei modi. Io sono stato molto chiaro col presidente, prima ancora di parlare di aspetti economici e contrattuali ho voluto una rassicurazione: che avrei deciso io chi sarebbe rimasto e chi invece poteva prendere altre strade. Sono stato categorico, perché se parliamo di ricostruzione mai poi diamo via i giocatori migliori diventa un controsenso. Ho trovato condivisione al 200% su questo aspetto da parte del club, ho chiamato tutti i ragazzi, ho sentito anche cosa volevano dirmi, se ci sono problemi vanno risolti, perché la decisione è sempre mia. Chi fa parte del mio progetto resta a Napoli, questo dev'essere chiaro a tutti. Qui non c'è nessuna confusione, c'è chiarezza di idee".

Su Di Lorenzo e Kvaratskhelia

"Oltre a essere un giocatore top è una persona per bene, molto importante nello spogliatoio. Lo stesso dicasi per Kvara. La scorsa stagione ha portato un po' di frustrazione, ma i calciatori sanno che possono esserci difficoltà. Bisogna rimboccarsi le maniche e ricominciare".

Su Osimhen

"Ci sono degli accordi, la sua è una situazione totalmente diversa dalle altre. Io assisto e basta. Lui è di livello eccezionale, ma non posso entrare in nessun discorso, con lui ci sono accordi precedenti".

Sul portiere

"C'è un ossatura fondamentale in ogni squadra. Meret è il nostro portiere e gode della massima fiducia da parte mia. Lui sa quali sono le mie richieste nei suoi confronti, penso che parliamo di un ragazzo con grandi potenzialità. Caprile sta arrivando, sta facendo un percorso importante. Loro due possono essere il presente e il futuro del Napoli per parecchi anni".

Sull'effetto elettroshock che porta nei club

"L'esperienza più simile è quella del Chelsea, che aveva vinto la Premier due anni prima del mio arrivo e poi arrivò decimo. Al mio arrivo vincemmo subito, fu fatto qualcosa di incredibile, anche perché in Inghilterra ci sono tante superpotenze. Io non posso promettere la vittoria, perché il campionato lo vince solo una, ma penso che possiamo porre le basi per un percorso vincente. Testa bassa e pedalare, oggi serve parlare poco".

Sulla crescita della città di Napoli

"Il calcio è un veicolo trainante di una città stupenda e in crescita. Napoli è malata di calcio, ci sarà sempre passione ed entusiasmo. Io e i giocatori cercheremo di coinvolgere sempre di più il popolo napoletano, assecondando questa passione e questa voglia, andando di pari passo".

Sulla sfida che lo attende

"Arriva nel momento giusto, io ho maturato esperienze che mi portano ad affrontarla con grande entusiasmo. Tanti mi hanno chiesto se non avevo paura di andare ad allenare il Napoli, ma paura di cosa? Nessuno mi ha mai regalato nulla nella vita, ho sempre conquistato tutto col sudore e il sacrificio, è quello che cerco di trasmettere a mia figlia e ai miei calciatori. Il Signore ci ha dato il talento, ma senza la voglia e l'ossessione di migliorarsi il talento non è nulla. Ho voglia di godermi questa passione e questo entusiasmo e cercare di ricambiare".

Su quanti giocatori si aspetta di avere a inizio ritiro

"La maggior parte della rosa verrà confermata, perché io considero i giocatori validi. Faremo solo le cose che ci porteranno benefici e che ci aiuteranno a migliorare. Il mio pregio è che riesco spesso a migliorare i calciatori, spero di riuscire a farlo. Il mercato poi è aperto fino a fine agosto...".

Su Lukaku

"È un giocatore eccellente, giocatori così c'è solo da ammirarli quando giocano e sperare di averli dalla propria parte, mai contro".

Su Buongiorno e i reparti da rinforzare maggiormente

"I numeri non dicono sempre la verità, ma a volte fanno riflettere: l'anno scorso il Napoli ha preso 48 gol ed è stata la decima difesa del campionato. Il dato sconcertante è che ha subito la maggior parte dei gol in casa (27), bisogna assolutamente ritrovare un equilibrio. Non ho mai visto squadre qualificarsi per la Champions prendendo tutti questi gol. Servono fare delle riflessioni, anche se i gol subiti non dipendono solo da difensori e portiere. Vogliamo portare dei correttivi in questo senso. Girano tanti nomi, cercheremo di trovare il profilo migliore rispettando i nostri parametri".

Sulla difesa a tre

"Il passato è passato, ma ogni tanto bisognerà attingere da quel passato. Dobbiamo portarci dentro il dolore della passata stagione, ci aiuterà a fare quel qualcosa in più. Le caratteristiche dei calciatori fanno la differenza, io credo che l'allenatore bravo è quello che mette i giocatori in grado di esaltarsi. Non metterò mai le mie idee davanti alle loro caratteristiche. Saremo molto duttili, anche se lo saprò solo quando li avrò sotto mano".

Sull'importanza di non avere le coppe

"Io faccio lavorare il giusto. A livello di fatica penso che i miei giocatori facciano un terzo di ciò che facevo io ai miei tempi. A volte però bisogna sentire la fatica, è in quei momenti che impari a reggere lo stress e le difficoltà. Ho creato una filosofia in 15-20 anni di carriera, anche grazie all'allenamento di un figlio di Napoli come Gian Piero Ventrone".

Ancora su Kvaratskhelia

"Rimane, sono stato categorico e voglio che sia chiaro anche per il futuro. Lui ha delle caratteristiche uniche, ce ne sono sempre di meno. Volerlo tenere non è un capriccio. È forte nell'uno contro uno sulla fascia, ma che sa anche creare quando si accentra. Cercheremo di esaltare al massimo le sue caratteristiche, portandolo a volte dentro a volte sull'esterno. Faremo quesot con lui e anche con altri giocatori di qualità come Ngonge e Lindstrom".

Sulle parole di Ibrahimovic

"Lui ha detto che non cercavano un manager, cosa che io mi considero. Questo in qualche realtà può dare fastidio".

Su Raspadori e Folorunsho

"Il mio compito è migliorare loro e tutti i calciatori della rosa. Finché non smetti di giocare hai possibilità di migliorarti. Folorunsho, così come Caprile, ha fatto un percorso importante. Ora si appresta a fare uno step in più. Ha qualità fisiche impressionanti, sono molto curioso di conoscerlo. Jack ha grandi qualità tecniche e grandi margini di miglioramento. Ci può dare tanto, ma come ho detto ho bisogno di averli sotto mano quanto prima. Si può lavorare sotto tanti punti di vista per rendere più forte un calciatore".

Su come darà la scossa allo spogliatoio

"La scossa la si dà sempre con l'esempio. La leadership si conquista dando l'esempio. Farò vedere ai calciatori che sono pronto a dare tutto per loro, a proteggerli. Questa è la base del rapporto. Quello che mi fa arrabbiare è quando non vengo corrisposto, perché all'inizio sono tutti disponibili, ma qualcuno si perde per strada. Mi auguro di trovare tanti calciatori pronti a seguire il percorso, perché una volta giunti alla fine si diventa vincenti".

Sulla passata stagione

"L'anno scorso il Napoli si è trovato a gestire la vittoria, che è qualcosa di totalmente diverso. Quando vinci ci sono onori e oneri da affrontare. Dovremo ritrovare la vittoria e poi essere più bravi a gestirla, non come successo l'anno scorso. Nessuno deve mai scendere dal carro, né quando si vince né quando si perde. Io sono sicuro che avremo fatto tesoro delle cadute".

Sul messaggio per gli avversari

"Non è il momento di parlare, si potrebbero dire tante cose che poi ci potrebbero tornare in faccia... È solo il momento di fare. C'è grande voglia di rivalsa in tutti quanti. Sicuramente io sono tornato in pista e sono pronto, non voglio essere solo la statuina del presepe, per quanto sia un onore far parte della storia di questa città anche in questi modi. Sono già in forte debito nei confronti di Napoli, spero di ripagarlo".

Sullo stile di gioco del Napoli di Conte

"Non mi sento di darmi del risultatista o del giochista, sono cose da giornali. L'obiettivo principale è entrare nel cuore della gente, cosa che io ho fatto dovunque io sia stato. Qualche pagina di storia l'ho scritta, quando le mie squadre hanno vinto lo hanno fatto sempre con la miglior difesa e il miglior attacco, o il secondo miglior attacco, producendo sempre qualcosa di bello e accattivante. Il bello va coniugato al risultato finale, altrimenti rischi di risultare comunque brutto".

Su cosa promettere al presidente De Laurentiis

"Ne ho già fatte parecchie, quelle che ho fatto ai tifosi valgono anche per il presidente, che è il primo tifoso del Napoli. A lui dirò sempre quello che penso, non cambierò il mio modo di essere perché mi ritengo una persona molto trasparente. Penso che lui apprezzi la mia spontaneità e voglia di essere diretto. Non mi piacciono le chiacchiere, sono uno di sostanza".

Su chi potrebbe voler lasciare il Napoli

"Io mi auguro che il Napoli venga visto come una meta, non come una squadra di passaggio. Chi viene qui deve sapere che lotterà per qualcosa di importante ogni anno. Deve sentirsi partecipe e responsabile di questa cosa. Chi non è contento lo tengo vicino a me (in panchina, ndr). Il discorso della non contentezza non lo accetto".

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