Non era la favorita, almeno sulla carta, per conquistare l'Eurolega conclusasi alla Uber Arena di Berlino. Eppure, le triple di Sloukas e i piani partita di Ergin Ataman hanno permesso al Panathinaikos di alzare al cielo tedesco la settima Eurolega della storia dei Greens, al primo tentativo a disposizione del coach turco.
Gli ateniesi hanno chiuso in bellezza una stagione iniziata tra tante aspettative, ma anche parecchie incognite. La coesistenza tra due personalità così dominanti come Dimitris Giannakopoulos ed Ergin Ataman era destinata a non passare inosservata, ma che portasse già risultati concreti e trofei da aggiungere in bacheca al primo tentativo era tutt'altro che scontato.
Dopo diverse annate nelle quali si era parlato addirittura di una vendita delle quote di maggioranza della famiglia e un disimpegno dalla presidenza del Panathinaikos, nell'estate 2023 il patron Giannakopoulos ha deciso di andare all-in: 12 volti nuovi tra i giocatori e uno staff tecnico totalmente rinnovato.
L'arrivo di Kostas Sloukas dai cugini dell'Olympiacos, il ritorno di Juancho Hernangomez dopo diverse annate in NBA, l'aggiunta sotto le plance del centro dal maggiore impatto atletico dell'Eurolega precedente (Mathias Lessort): le risorse destinate alla gestione del coach bicampione di EL con l'Efes erano, sulla carta, inferiori soltanto al Real Madrid campione in carica.
Dalla teoria alla pratica, tuttavia, sono dovuti trascorrere alcuni mesi e ulteriori modifiche: 4 sconfitte nelle prime 6 uscite di Eurolega convincono il Panathinaikos ad allargare ulteriormente i cordoni della borsa, investendo sull'aggiunta di Kendrick Nunn tra la trasferta di Barcellona (3 novembre) e quella di Berlino (10 novembre).
Da lì a fine maggio le sconfitte totali sono 9, di cui 3 condensate in una settimana a cavallo tra novembre e dicembre e 2 nella serratissima e assai discussa serie di playoff col Maccabi Tel Aviv.
Rispetto al recentissimo passato, però, le aspettative per l'immediato futuro dei Greens paiono ancor più rosee: il triennale già ufficializzato con Lorenzo Brown, per esempio, rende il backcourt del Panathinaikos il più profondo e ricco di star power dell'intera competizione, permettendo a Jerian Grant di aver compiti ancor più specialistici nella metà campo difensiva e a Kostas Sloukas di gestire con più parsimonia le 34 primavere e gli acciacchi sempre più frequenti al polpaccio (che gli sono costati la convocazione al torneo PreOlimpico e l'eventuale partecipazione alle Olimpiadi di Parigi con la Grecia).
Per rendere il Panathinaikos ai limiti dell'imbattibile - assecondando le aspirazioni del presidente, che vorrebbe un'Eurolega 2024/25 conclusa senza sconfitte - mancano giusto un paio di ritocchi. Un 3/4 realizzatore, capace di massimizzare col movimento lontano dalla palla la creazione di vantaggi generata dalle guardie, e un centro di riserva, per far rifiatare Lessort per pochi scampoli di partita meglio di quanto abbiano fatto Kostas Antetokounmpo e Balcerowski e garantire lavoro sporco ma necessario nel pitturato.
Dei contatti con Sasha Vezenkov ha parlato Ataman stesso; un grosso nome in arrivo sotto canestro arriverà, sempre per bocca del CT della Turchia, e le porte a un ritorno in Europa di Daniel Theis, per cui la priorità rimarrebbe comunque un contratto NBA, rimangono aperte.