Ha giocato nell'Inter vincendo la Coppa Uefa (oltre 50 presenze in nerazzurro), è stato nel giro della Nazionale, e poi ha brillato pure in panchina. Se la Svizzera ha raggiunto questo livello è anche merito suo, ossia di Antonio Manicone, vice dell'ex ct Petkovic, capace di portare gli elvetici addirittura ai quarti di finale dell'Europeo giocato nel 2021. Attualmente impegnato con la nazionale dell'Iran, lo abbiamo intervistato per proiettarci a Svizzera-Italia, sfida in programma sabato sera alle 18. Chiara la ricetta in ottica Italia: "Deve ritrovare la convinzione di essere forte. Spalletti sta lavorando su questo aspetto. Ma la Svizzera è un avversario tosto, forse il peggiore da affrontare in questo momento".
È vero che l'Italia deve temere la Svizzera come ha detto Yakin e non il contrario?
"Sì, è la verità. In questo momento la Svizzera è più in forma fisicamente e mentalmente. Sta giocando bene con ottime prestazioni. Ha messo in difficoltà la Germania prendendo gol nei minuti di recupero altrimenti finiva in testa nel girone. L'Italia deve avere molto rispetto di questa Svizzera, negli ultimi Europei dove c'ero anche io ha eliminato la Francia e perso ai rigori con la Spagna. La squadra è maturata ulteriormente, ha fatto esperienze ed ha calciatori che giocano in campionati importanti con tanto di vittorie. Alcuni esempi? Sommer, Akanji e Schar. Senza dimenticare Xhaka e Freuler. Embolo è una forza della natura"
Ha un gioco moderno, con la Germania ha attaccato fino alla fine senza paura...
"Assolutamente sì, non hanno timore. Sono aggressivi e intelligenti. Ma questo perché sono cresciuti e vogliono fare la storia con la propria Nazionale. L'obiettivo è andare avanti oltre i quarti di finale che è il record della Svizzera agli Europei"
Sono cresciuti anche rispetto al suo ultimo Europeo: possono dirsi pronti per raggiungere addirittura la finale?
"Sai, fare gol a queste nazionali nelle gare secche è sempre difficile. Subiscono poco. Possono essere sicuramente una sorpresa, ma io lo avevo già detto in precedenza. Se guardiamo le nazionali più forti, la Svizzera ha sofferto davvero solo con il Portogallo agli ultimi Mondiali. Ma credo perché avessero problemi interni di altro tipo"
Come deve approcciare a questa partita l'Italia? Forse ha beccato l'avversario peggiore in questo momento...
"L'Italia deve pensare a fare la propria partita perché è forte e ha un grande ct come Spalletti. Sicuramente leggerà prima la partita. Certo, non dico che era meglio incontrare la Germania, ma sicuramente è tra quelle più in forma. L'Italia però deve pensare a fare l'Italia. L'importante è essere pronti fisicamente e mentalmente. Poi è difficile parlare dei singoli se tutta la squadra non si è espressa bene nel complesso. Purtroppo in Serie A, nei ruoli chiave, ci sono troppi stranieri. Barella è tra quelli che si prende le responsabilità e pochi altri"
L'ultima volta che si sono incontrati è arrivato uno 0-0 che è costato all'Italia la qualificazione diretta ai Mondiali in Qatar: può pesare questo aspetto sul fronte azzurro?
"Da una parte può essere positivo, l'Italia deve avere una voglia di rivalsa forte. Naturalmente ci sarà anche stanchezza, ma devono trovare tutte le energie mentali possibili. In questo momento l'aspetto tecnico passa in secondo piano. Prima i giocatori devono essere convinti delle proprie forze: restano dei grandi giocatori. Bisogna però ritrovare la convinzione di essere forti"
Spalletti è stato duro dopo Croazia-Italia parlando esplicitamente di "calciatori sotto il loro livello": voleva scuoterli?
"Se ha detto così è perché sa che possono fare di più. Se giochi sotto ritmo con la Svizzera devi avere un grande possesso palla altrimenti si fa dura. La Svizzera difende bene e riparte velocemente in contropiede con Embolo e Ndoye. L'Italia deve giocare con ritmo, alzare l'intensità ed essere intelligente. Prevenendo anche eventuali ripartenze appunto. La nostra Nazionale deve ritrovare autostima"
Quale è la vera forza della Svizzera?
"Il gruppo che nelle grandi partite si esalta. Sognano di arrivare almeno in semifinale. Possono essere formidabili nelle ripartenze. Yakin lo conosco poco, ma i calciatori sono anche umanamente delle belle persone"
La sta sorprendendo Ndoye?
"L'avevo visto un 8 anni fa circa quando era al Losanna: era entrato a gara in corsa prendendo subito un palo e facendo gol. A me è piaciuto davvero Aebischer. Sta giocando come quinto sulla fascia, accentrandosi però nella fase di possesso. Ciò permette agli elvetici di avere superiorità numerica in mezzo al campo andando anche al tiro dalla distanza. Il fatto di avere diversi elementi allenati da Thiago Motta, Guardiola e Xabi Alonso non è affatto banale: i calciatori si parlano tra loro, la Svizzera fa un gioco moderno con calciatori forti"
Sommer, numero uno dell'Inter, è una colonna della Svizzera: lei crede sia all'apice della sua carriera?
"Sì, assolutamente. Lo merita, è un ragazzo che fa spogliatoio, che fa gruppo. Dà tranquillità al reparto e sa giocare con i piedi. Sono molto contento per lui. Come altri compagni è al massimo della forma, tutti giocano con convinzione"
Il milanista Okafor non ha ancora totalizzato un minuto: come se lo spiega?
"Lo conosco bene, credo che Yakin cerchi grande movimento da parte degli attaccanti ma anche lavoro intenso in fase difensiva. Penso dia meno garanzie in fase di ripiegamento rispetto alle altre punte"
Mi faccia un pronostico...
"Finirà ai rigori, ci attende una partita delicata dove se si fa gol spesso è per un episodio. E ai rigori può succedere di tutto"