C'è mercato e mercato. C'è il mercato preventivo dell'Inter (Taremi e Zielinski già presi a gennaio), quello tempestivo della Juventus (Douglas Luiz, Thuram, Di Gregorio ect) e c'è quello di attesa del Milan. E anche all'interno dello stesso Milan c'è mercato e mercato: uno con un budget limitato, attento come da diktat aziendale ai conti, un pelo al ribasso e, di conseguenza, di qualità ridotta. L'altro sulla falsariga di quanto accaduto un anno fa quando la cessione di Tonali portò la disponibilità da 40 a 120 milioni in un amen. Quest'ultimo è da tenere in debita considerazione perché, a sensazione, la triade milanista - Theo, Maignan, Leao - potrebbe finire per spalancare all'altra triade - Furlani, Moncada, Ibrahimovic - una rosa di opzioni inattese. In altre parole, se uno dei tre dovesse uscire, la rincorsa a punta, centrocampista e centrale difensivo sarebbe molto, ma molto, meno difficoltosa.
Non è un caso, in questo senso, che da giorni i dirigenti rossoneri stiano ascoltando attentamente le offerte provenienti dall'Inghilterra per Thiaw, Tomori e compagnia bella. E precisiamo: non si tratta della necessità di fare cassa, perché i conti del Milan sono buoni e stanno in piedi anche così. Ma se le casse si riempiono a dovere, i soldi da reinvestire sono molti di più e l'asticella degli obiettivi si alza notevolmente.
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Prendiamo il discorso centravanti. La ridda di nomi accostati ai rossoneri - tra veri e ipotizzati, per non dire immaginati - è tecnicamente e qualitativamente vario, ma con un comun denominatore preciso: il costo. Per l'attaccante il Milan ha messo in preventivo una quarantina di milioni. Se con gli stessi soldi ne arrivano due meglio ancora. Quindi vale Zirkzee come Lukaku (ma il belga vuole il Napoli), Abraham come Dovbyk, Tizio come Caio. Fonseca, che parrebbe non avere grandi pretese in tal senso, è stato scelto anche per questo. I quaranta milioni, però, potrebbero diventare 50 se, ad esempio, Theo Hernandez dovesse scegliere Bayern Monaco o Real Madrid o se Leao dovesse decidere di trasferirsi in Arabia (improbabile) o, ancora, se Maignan decidesse di cambiare aria, Bennacer salutasse con affetto, i vari esuberi (Saelemaekers, Pobega, Adli, Terracciano, Calabria?) trovassero una nuova squadra. Oggi come un anno fa. Via Tonali, squadra nuova e mercato scoppiettante.
Logico, quindi, che Furlani e Moncada aspettino serenamente la fine degli Europei - dove però i milanisti in campo non sono così tanti... - sapendo di avere ancora parecchi giorni di mercato davanti e sperando che, nel frattempo, qualcuno tra gli obiettivi non finisca in una di quelle squadra che seguono la filosofia della tempestività. La certezza è che, fin qui, non si è mossa una foglia. Perché c'è mercato e mercato e anche la possibilità di farlo fare agli altri.