Sette pilota in lizza per il titolo nella doppia finale del terzo fine settimana di luglio a Londra: questo il verdetto dell'appuntamento - anch'esso doubleheader - di fine giugno sul circuito stradale permanente di Portland, nell'Oregon. Sulla rotta che dagli USA porta nella capitale del Regno Unito tanti sono infatti i protagonisti della decima stagione del Mondiale elettrico che possono ancora puntare al bersaglio grosso. "Merito" di un fine settimana largamente all'insegna dell'imprevisto nelle sue modalità di svolgimento e nel suo esito finale. Antonio Félix Da Costa è salito sul gradino più alto del podio in entrambe le gare di Portland (Round 13 e 14 del Mondiale): tre successi consecutivi e quattro nelle ultime cinque gare disputate per il pilota ufficiale Porsche che però (a causa di un inizio di stagione complicato e della squalifica di gara-uno a Misano che il portoghese campione 2020 aveva vinto) occupa "solo" la quarta casella della classifica generale con 134 punti. Solo tre in più di Oliver Rowland (Nissan), costretto al forfait negli USA a causa di una indisposizione, ma soprattutto trentatré meno del leader Nick Cassidy.
Nemmeno il neozelandese-bis di Jaguar può però dormire sonni tranquilli in vista della finale dell'ExCel Exhibition Centre di Londra di sabato 20 (Round 15) e domenica 21 luglio (Round 16). A Portland Nick è stato protagonista di un doppio passaggio a vuoto che non gli ha permesso di sfruttare a dovere il weekend ugualmente di scarsa vena di Pascal Wehrlein. Cassidy in particolare ha mancato il colpo del ko in gara-uno, gettando via la vittoria all'ultima curva del penultimo giro, con il compagno di squadra e connazionale Mitch Evans penalizzato, oltretutto. Nick insomma non ha mosso la sua classifica: 167 punti lo score totale: dodici lunghezze di vantaggio (con 58 punti in palio a Londra) sullo stesso Evans e su Wehrlein, appaiati a quota 155.
Puntando sulla accesissima rivalità tra i due "kiwi" di Jaguar verrebbe da puntare forte sul tedesco della Porsche, all'insegna del motto tra i due litiganti il terzo se la gode". Non è così semplice ovviamente, tantomeno scontato. Anche perché c'è chi sta peggio ma non è che lo stesso Wehrlein si trovi in una posizione più comoda. Con una vittoria in meno da pare del suo compagno di squadra Da Costa (magari a quel punto fuori dai giochi per il titolo), Pascal avrebbe forse - e sottolineiamo forse - potuto contare su un alleato nella resa dei conti londinese ma a questo punto è difficile che Antonio rinunci alle proprie chances iridate, a meno di non uscire dalla lotta dopo gara-uno.
Già detto di Rowland (131 punti), in qualche modo "appesi" alla corsa al titolo restano - al via del weekend di Londra - anche Jean-Eric Vergne (129 punti) e Jake Dennis (122). Il popolare "JEV" è letteralmente capace di tutto ma quest'anno non sembra in possesso del guizzo in più che fa la differenza e in ogni caso avrebbe bisogno di dosi massicce di fortuna. O per meglio dire di sfortuna altrui... Quanto al campione in carica, beh a Londra Jake corre in casa e proprio sull'asfalto dell'ExCel il pilota del team Andretti ha vinto il suo titolo. La missione è al limite dell'impossibile ma provarci è un dovere.
Sul versante team e Costruttori, la sfida per il successo finale tra Porche e Jaguar rispecchia per forza di cose l'andamento di quella piloti, con il fondamentale contributo (nel ranking Costruttori) dei rispettivi clienti a livello di powertrain. Ed è per questo che TCS Jaguar precede TAG Heuer Porsche Formula E Team (322 punti a 389) nella classifica Teams ma subisce nel Trofeo riservato alle Case il sorpasso da parte del Cavallino di Stoccarda (407 a 388) a causa del minor apporto alla causa da parte di Envision Racing rispetto a quello di Andretti Formula E.