Il presidente dell'Inter Beppe Marotta, presente a Rimini per la cerimonia d'apertura del calciomercato, ha parlato del prossimo mercato nerazzurro, tra entrate già definite, cessioni non più necessarie e occasioni da cogliere. Il tutto per un'Inter che grazie al lavoro di Ausilio e Baccin "con gli arrivi di Taremi e Zielinski è già pronta e competitiva". Da definire, ma più che altro solo formalmente, la questione portiere: "Martinez? Sì, dovrebbe essere lui". Parole importanti anche sul rinnovo di Inzaghi, definito "certo" e da ratificare "entro l'inizio del campionato".
"Cosa aspettarci dal calciomercato? Niente di particolare: abbiamo agito molto velocemente, grazie all'opera di Ausilio e Baccin. Abbiamo sottoscritto i contratti con Zielinski e Taremi, la squadra è già competitiva" ha precisato Marotta. "Adesso dobbiamo definire delle posizioni in entrata, quella del portiere, che dovrebbe essere Martinez, dopo di che la squadra è pronta per partire".
Ma nei prossimi due mesi resta comunque lecito aspettarsi altro? "La cosa bella nel mondo del calcio è l'imprevedibilità: può sempre succedere qualcosa, ma credo di no. Noi abbiamo una proprietà forte come Oaktree, non abbiamo delle necessità particolari. Quando parlo di imprevedibilità parlo anche in entrata, non solo in uscita". In entrata, allora, una pista che potrebbe sbloccarsi è quella che porta a Gudmundsson: "Sappiamo tutti che Gudmundsson è un buon giocatore ma il nostro attacco è a posto. Col Genoa abbiamo intavolato solo la negoziazione sul portiere".
Certe invece le presenze di due pilastri come Calhanoglu e Lautaro: "A dire il vero mai nessun dubbio, a noi non è mai pervenuta nessuna richiesta, ma ben venga la dichiarazione di Calhanoglu. Ci rende orgogliosi che rafforzi il senso d'appartenenza. Lautaro ora è dall'altra parte del mondo e non può firmare ma lo faremo nel giro di qualche giorno, non dico ora. Siamo orgogliosi di questa operazione, è il nostro capitano e siamo contenti che anche lui abbia questo senso di appartenenza".
Altro capitolo è quello relativo al rinnovo di Inzaghi: "C'è un ottimo rapporto, c'è una negoziazione in atto, ma fa parte di certe dinamiche, con il massimo rispetto tra le parti. Inzaghi meriterebbe il massimo, ma poi bisogna fare i conti con l'equità di valutazione e di giudizio. Normale che ci sia questo confronto, ma sono certo che si concluderà con la felicità di entrambe le posizioni. Prima dell'inizio del campionato? Sicuramente sì".
Un'Inter pronta a ripartire per difendere il tricolore. Quale la principale avversaria? La Juve di Thiago Motta? "La Juve è sempre tra le pretendenti allo scudetto, poi non sempre raggiungi gli obiettivi ma nella griglia delle pretendenti c'è assolutamente"
Tra tanto mercato, però, anche un pensiero al brutto momento della nostra Nazionale: "L'eliminazione dagli Europei lascia molta amarezza e delusione. Non sono per i giudizi frettolosi, ma per le critiche, questo sì. Faccio anche autocritica, nella componente dei club: ci deve essere maggior confronto con la federazione. Dobbiamo agire tutti per il bene della nostra Nazionale. Il grande problema dello sport in Italia è che non siamo un sistema. Dobbiamo mettere da parte i personalismi, bisogna avere una visione. Le problematiche sono tante ed esistono da anni, come quella delle strutture. Io mi ostino sempre nel far praticare il calcio a livello adolescenziale e dei bambini gratuitamente. I talenti migliori sono nati e cresciuti nei ceti meno abbienti, e oggi per giocare a calcio bisogna pagare una quota associativa. Deve pensarci anche il sistema scolastico, garantendo che tutti i bambini possano giocare a calcio o praticare discipline sportive. Bisogna mettere da parte ogni tipo di rivalità, aprire dibattiti, anche accesi. Bisogna essere propositivi: oggi siamo bravi nelle critiche e nelle valutazioni, ma siamo poco obiettivi".