L'incipit del saluto dedicato dalla Dinamo Sassari a Ousmane Diop racchiude al meglio il significato e il valore dell'esperienza del centro in terra sarda: "Un antico proverbio senegalese afferma che è cieco chi guarda soltanto con gli occhi. I suoi occhi hanno sempre parlato, hanno sempre trasmesso un’emozione". Col passaggio all'Olimpia Milano, si conclude una storia capace di superare i confini dello sport.
Ousmane Diop è senegalese di nascita, arrivato a Udine nel 2013 dopo aver lasciato la natìa Roufisque per completare gli studi in un paese che glielo avrebbe consentito e continuare a coltivare la passione per la pallacanestro.
Quando, nel giugno 2022, si è presentata la prima possibilità di tornare in Senegal a visitare la famiglia, così raccontava Diop a La Nuova Sardegna: "Ero un bambino quando mi sono trasferito a Udine, da quella che è diventata la mia seconda famiglia, che già i miei conoscevano. Per questo erano tranquilli, sapevano che andavo in un posto sicuro. [...] Non si può immaginare l'emozione, da quando abbiamo smesso con gli impegni di campionato non faccio altro che pensare solo a questo. Mi emoziono ogni volta che immagino quel momento, non vedo l'ora. E oggi parto, finalmente. Stare così tanto tempo lontano e vedere avvicinarsi il momento di rivedere i tuoi non è paragonabile a nient'altro".
La carriera professionistica in Italia di Diop, nonostante la carta d'identità segni ancora 24 anni (data di nascita: 19 febbraio 2000), ha già sfogliato diverse pagine. Dopo Virtus Feletto e APU Udine, società nelle quali ha anche completato il percorso giovanile, nel 2018 l'arrivo a Sassari: qualche apparizione fugace nelle annate di Scudetto e FIBA Europe Cup ma tanto fieno in cascina messo con le esperienze in prestito, prima all'affiliata Dinamo Cagliari e poi nel biennio a Torino (miglior italiano della LNP 2020/21).
Dal 2021/22 in pianta stabile nelle rotazioni sassaresi, l'esplosione del talento atletico ed energico del senegalese arriva nella LBA successiva, coronata con la miglior efficacia offensiva della carriera in concomitanza coi playoff (12.6 punti e 4.9 rimbalzi col 65% dal campo, 21.1 di valutazione) e il premio di Giocatore più Migliorato della stessa regular season.
Un'ultima stagione condizionata da una lesione al menisco, con conseguente intervento chirurgico, ha ridimensionato le statistiche di Diop ma non l'impatto sul parquet: alla capacità di rollare forte a canestro dopo aver portato un blocco e costringere la difesa avversaria a un lavoro extra a rimbalzo, il 2000 di Roufisque ha iniziato a implementare coperture sempre più varie e adattabili a diversi compagni di squadra sui pick&roll. Una caratteristica ormai necessaria per avere un minutaggio da 5 comunque limitato in Eurolega, complice anche una taglia sottodimensionata per il ruolo (204 cm per 100 kg), ma inseribile nel sistema di coach Ettore Messina.
Ancor più dell'atletismo e del dinamismo sul parquet, all'Olimpia arriva un essere umano che ha dimostrato uno spessore non indifferente. Diop ha maturato un rapporto consapevole con il proprio passato, come raccontato a Overtime nel marzo 2023: "Sono molto felice e molto fiero. Purtroppo non è stato facile, perché sono andato in un posto nuovo; avevo degli obiettivi precisi, uno dei quali era comprare la casa ai miei genitori e con mia sorella siamo riusciti a farlo accadere. Se guardo indietro dico grazie a Dio, grazie per questa opportunità che mi hai dato. Sono molto felice. Quando vivi e cresci in certe situazioni cerchi di sperare in un futuro migliore per tutti: mio padre ha sempre lavorato duro, mia madre è proprio una guerriera incredibile, perciò non posso dire che mi hanno fatto mancare delle cose, ma l'obiettivo è cercare sempre di migliorare la propria qualità della vita. Se riesci in tutto questo facendo qualcosa che ami come per me la pallacanestro, mi sembrava giusto rendere la vita migliore anche alla mia famiglia perché ho visto quanto lavoravano duro e dovevo dargli una casa tutta per loro”.
Oppure la presa di coscienza su Repubblica, a pochi giorni dalla consegna del premio di Most Improved Player: "Lo dico con dispiacere, perché questo è il mio secondo Paese, ma in Italia c'è razzismo. Come ce n'è in tanti altri. Tempo fa mi diedero da riempire un questionario sull'Europa. Una domanda chiedeva di indicare i Paesi razzisti. Più leggevo la lista e più pensavo che solo pochi non lo sono". Ousmane Diop: un giovane uomo, e il futuro centro dell'Olimpia Milano, da preservare.