PRIME PAROLE

Marsiglia, ecco De Zerbi: "In Europa il prima possibile, la squadra cambierà molto"

Il tecnico italiano si presenta in conferenza stampa: "Ho una visione a lungo termine. Greenwood? Se arriverà lo tratterò come un figlio"

© Getty Images

Prime parole di Roberto De Zerbi come nuovo allenatore del Marsiglia: "Possiamo concentrarci sul campionato, giocando solo una partita a settimana, ma l'obiettivo è tornare in Europa il più presto possibile, perché fa parte del DNA dell'OM - la carica del tecnico italiano in conferenza stampa -. Il primo obiettivo che mi pongo, lo stesso di tutte le squadre che ho allenato prima, è però rendere orgogliosi i tifosi quando vengono allo stadio.

Inevitabile parlare di mercato e di strategie future: "Ho parlato tanto con Pablo Longoria e Medhi Benatia, non mi hanno promesso la luna, ma la squadra cambierà molto. Non posso darvi un dato preciso, ma credo che sia normale tenere conto delle idee dell'allenatore. Ci sarà molto lavoro nel prossimo mese e ci saranno difficoltà, ma siamo pronti. Voglio che la mia squadra sia riconoscibile a livello di carattere e abbia la mentalità giusta fin dalla prima amichevole. Dal punto di vista tecnico-tattico servirà necessariamente più tempo e dovremo costruire attorno alla rosa che avremo a fine mercato. Personalmente investo nei miei club a lungo termine e non mi preoccupo troppo dei contratti. Ho una visione a due, quattro o dieci anni, quindi l’obiettivo è riportare il Marsiglia ai massimi livelli nel lungo termine".

Tra i nomi caldi c'è quello di Mason Greenwood, accostato anche alla Lazio e sempre molto discusso per le note vicende extra campo: "È un giocatore di livello mondiale, ma non l'abbiamo ancora ingaggiato. Nel suo passato non so cosa sia successo e non ho l'abitudine di intromettermi nella vita privata dei giocatori. Se dovesse venire, sappiate che tratto tutti i miei giocatori come fossero figli miei. Posso rimproverarli in privato, ma non li attaccherò mai in pubblico".

Infine un commento sul suo stile di gioco poco italiano: "Sono italiano e ne sono orgoglioso, so che abbiamo una storia in cui abbiamo vinto titoli spesso utilizzando un gioco basato sul contropiede, ma personalmente non è quello in cui credo. L'importante comunque è rispettare le idee di tutti e sapere cosa vogliamo fare sul campo".

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