Carlo Macchini non si è mai montato la testa. Ha lavorato a fondo sia in palestra che fuori per trasformare un giorno quel sogno a cinque cerchi. Il 28enne di Fermo lo ha fatto non soltanto conquistando medaglie fra Europei e Coppa del Mondo, ma anche affrontando con serenità i sacrifici che uno sport come la ginnastica artistica richiedono.
A distanza di poco più di un anno da quell'argento continentale alla sbarra, il portacolori delle Fiamme Oro è pronto a riportare l'Italia sulla pedana olimpica della sbarra, vent'anni dopo la vittoria di Igor Cassina di cui molti considerano essere l'erede.
Come ha reagito quando ha saputo di esser convocato alle Olimpiadi?
Siccome eravamo in una riunione dove sono stati elencati i cinque nomi, anche per rispetto a chi è rimasto a casa, sono esploso di gioia solo internamente. Poi mi sono lasciato andare al pianto per almeno tre o quattro volte ripensando a quanto mi stava accadendo.
Si aspettava di poter raggiungere questo traguardo ?
Da diversi anni cerco di mantenere le aspettative molto basse per qualsiasi cosa. Al tempo stesso ho sempre avuto la grandissima speranza che sarei potuto arrivare a questo traguardo mettendocela tutta, sapendo che non sarebbe stato scontato e sarebbe potuto accadere di non farcela. Non mi sono mai imposto di riuscirci, ma ce l'ho messa tutta.
Come è uscito dai Campionati Italiani che hanno rappresentato una sorta di selezione olimpica?
Piuttosto bene, mi sono sembrati dei Trials confermativi in quanto il podio dell'all round era formato dai tre generalisti che faranno parte della squadra olimpica. Nicola (Bartolini, NdR) ha fatto dei grandi punteggi sia al corpo libero che al volteggio e io sono rimasto sempre in testa alla classifica alla sbarra. Ovviamente affrontare questi Italiani con la spinta della convocazione olimpica è stato qualcosa di irripetibile
La squadra ha dimostrato nelle scorse edizioni di Mondiali ed Europei di far bene. Quali sono le speranze per le Olimpiadi?
Rimango della mia linea, quindi aspettative zero, ma obiettivi molto alti. Lavoreremo per essere precisi e puliti in ogni occasione e condizione, poi trarremo le conclusioni quando saremo là sapendo di avere delle buone possibilità di ottenere ottimi risultati.
Dovrà fare degli altri allenamenti specifici per dare del proprio meglio anche sugli altri attrezzi?
Attualmente i miei allenamenti riguardano cavallo con le maniglie e sbarra. Se nel 2022 ho ricominciato con il cavallo è per essere in squadra alle Olimpiadi e ce l'ho fatta. Un sogno che viene da molto lontano e, nonostante qualche intoppo, sono riuscito a portare a casa.
Lei sarà di scena anche nell’individuale alla sbarra. Cosa dobbiamo aspettarci da questa prova?
Per poter vincere, serve partecipare. Il primo passo è stato fatto, una volta poi che si va alle Olimpiadi, si cerca di dare il tutto per tutto. Quello che arriverà, poi lo vedremo, anche se non voglio sbilanciarmi troppo.
Nel 2023 ha conquistato un argento ai Campionati Europei e in Coppa del Mondo. Quanto è cambiata la sua carriera da quel momento?
In realtà no, perché sono anni che vedo queste medaglie sfuggirmi tra le mani nel momento decisivo. Nel 2017 ho fatto la mia prima finale in Coppa del Mondo e da lì poi ci sono state molte occasioni che, a causa di qualche intoppo, non sono riuscito a sfruttare. Da tempo lavoro fuori dalla palestra per trasformare il lavoro fatto in allenamento per concretizzarlo. Come si suol dire, le medaglie si vincono in allenamento, in gara si finalizza e basta.
Cosa le ha impedito di ripetere questi risultati nel 2024?
Nella prima parte dell'anno ho avuto faticato parecchio visto che ho sofferto l'avvicinamento all'anno olimpico. Da maggio invece ho fatto la Coppa del Mondo in Slovenia dove ho colto il bronzo nella gara vinta dal vice-campione olimpico Tin Srbić davanti al cinese di Taipei Tang Chia-Hung, insomma, due atleti di spessore. Cerchiamo ora di proseguire su questa strada.
L’unico italiano a vincere una medaglia alla sbarra é stato Igor Cassina. A distanza di vent’anni sente il peso di essere il suo erede ?
Già sentirmi dire che posso essere l'erede di Igor mi riempie il cuore di gioia e orgoglio. Nel 2013 mi diedero questo appellativo su alcuni articoli di giornale, tuttavia mi piacerebbe un giorno diventare il nuovo 'Carlo Macchini'. Devo ringraziare Igor perchè ho avuto la fortuna di essere allenato da lui e in questo periodo lui mi è stato molto vicino in questo periodo.
Qual è il sogno di Carlo Macchini?
Creare un ambiente in palestra dove le future generazioni possano crescere con serenità, ma anche con valori di umanità e rispetto, per sé e per gli altri.