SPAGNA-INGHILTERRA

La grande bellezza contro chi se la cava sempre: due mondi opposti in finale

Stasera a Berlino si trovano di fronte le Nazionali che hanno raggiunto l'atto conclusivo di Euro 2024 in modo diverso

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Per qualcuno è un brutto Europeo, per altri, di buona memoria o di età avanzata, c'è stato di peggio. La realtà è che la bellezza, nel calcio, sta negli occhi di chi guarda ed è diventata la cosa più soggettiva in assoluto. Ai tifosi, per esempio, interessa poco o nulla, basta che si vinca. Nelle competizioni per Nazionali, poi, la difficoltà di creare un gioco armonioso e con principi consolidati è complicato dal poco tempo a disposizione. Per informazioni chiedere a Spalletti. 

La finale di Euro 2024, stasera a Berlino, è la perfetta sintesi tra un collettivo che prova a sviluppare la propria manovra seguendo un canovaccio preciso e chi tenta di far accadere meno episodi possibili in una partita, perché sa che tanto, prima o poi, qualcuno in rosa che risolve le cose (anche all'ultimo minuto o ai calci di rigore) si trova sempre.

La Spagna non fa nulla di particolare e di certo il suo c.t., de la Fuente, non ha inventato niente. Ha soltanto trovato il modo per far rendere al meglio i suoi inserendoli in un contesto in cui si trovino a loro agio, seguendo i principi che guidano da decenni il calcio di quelle parti. Ha due esterni straordinari nell'uno contro uno come Williams e Yamal e cerca di isolarli sulla fascia usando i due laterali bassi come aiuto in sovrapposizione interna o esterna. Contro una squadra con il blocco basso, come la Francia, li ha fatti entrare dentro il campo per occupare i mezzi spazi, creando difficoltà enormi ai centrocampisti di Deschamps già preoccupati di chi stava tra le linee, come Dani Olmo e Fabian Ruiz. Le vie verso il gol della Spagna, insomma, sembrano infinite, tra trame centrali ed esterne, con la regia di Rodri e l’eclettismo degli altri centrocampisti, capaci di dare supporto in costruzione o di piazzarsi vicino al solito Morata, straordinario nel lavoro di raccordo e di aiuto difensivo. È meno portata al palleggio ma non ha diminuito il ritmo delle sequenze offensive. Sa aspettare, anche con un blocco medio-basso quando è il caso, piazzandosi con un 4-4-2 difficile da bucare. Anche il pressing non è ossessivo ma alternato ed è efficace quando viene portato negli istanti subito successivi alla perdita del pallone.

Dall'altra parte arriva la Nazionale che, con la Francia, ha la rosa migliore dell'Europeo. Per averne la certezza definitiva è bastato aspettare la fine della semifinale con l'Olanda: fuori Kane e Foden e dentro Palmer e Watkins. Il tempo, per i tifosi inglesi, di rivolgere ogni genere di insulto a Southgate ed è arrivato il gol decisivo dell'attaccante dell'Aston Villa servito dal centrocampista del Chelsea. E a quel punto può partire tutta la solita litania dello sport più situazionale del mondo: grande intuizione del c.t. o solo la dimostrazione di una rosa di livello assoluto? Vale tutto, ma non c'è dubbio che, come per Deschamps, in un gruppo del genere dove peschi, peschi bene. Infatti la filosofia è simile: limitare gli eventi di una partita tanto qualcosa a tuo favore, con giocatori così, prima o poi capita. Dopo un Europeo davvero indegno per una Nazionale come quella inglese, la semifinale ha mostrato, almeno nel primo tempo, una squadra diversa per ritmo, soluzioni e creazioni di situazioni pericolose. L'idea di quell'ibrido difensivo, a tre o a quattro a seconda dei movimenti in sovrapposizione di Walker e degli scivolamenti di Rice, lo slittamento verso il centro di Saka, la mobilità di un ottimo Foden e di un rivedibile Bellingham sulla trequarti, il solito lavoro di Kane, che sa segnare e anche rifinire, l'occupazione costante delle fasce per allargare la difesa avversaria e poi colpire nei mezzi spazi e un ritmo finalmente degno dell'Inghilterra, consegnano a Berlino una Nazionale più credibile di quella vista per tutto Euro 2024. 

Sarà una semplificazione giornalista ma stasera sarà davvero una riedizione 2.0 del classico scontro ideologico tra un collettivo che esalta i singoli e i singoli che sopperiscono alle lacune del collettivo. L'eterna lotta del bene contro il male. E dove stia la parte buona e quella cattiva la decidono i gusti personali. Come sempre in questo meraviglioso sport.

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