ATLETICA

Fabbri lanciato verso una grande prova nel peso delle Olimpiadi dove punta a migliorarsi ancora

Intervista esclusiva al pesista azzurro reduce da una stagione esaltante e in grado di puntare molto in alto nei giochi a cinque cerchi

di Redazione Sprintnews

© Grana/Fidal

Leonardo Fabbri, campione europeo nel getto del peso a Roma, è certamente uno degli atleti azzurri su cui l'Italia può puntare per un podio alle Olimpiadi di Parigi, in forza della sua condizione straordinaria che l'ha portato a ottenere nella stagione all'aperto dieci vittorie consecutive, con misure ben oltre i 22 metri, superati anche più volte nella stessa gara, per cui c'è un'enorme attesa per la sua gara a cinque cerchi che si svolgerà tra sera del 2 e quella del 3 agosto con la finale dove, presumibilmente, si giocherà i tre gradini del podio con i due atleti statunitensi con personali storici oltre i 23 metri, il primatista del mondo Ryan Crouser e Joe Kovacs.

Nato a Bagno a Ripoli in provincia di Firenze il 15 aprile 1997, ha iniziato con l'atletica a sei anni e, dopo aver provato un po’ di tutto, la struttura imponente lo ha indirizzato verso i lanci a cominciare dalla stagione 2011, iniziando dalla fine del 2016 a farsi seguire periodicamente nei raduni dall'ex specialista Paolo Dal Soglio, per poi essere allenato a tempo pieno da lui dall’ottobre 2018, subito dopo aver partecipato agli Europei di Berlino per la sua prima grande manifestazione internazionale, seguita nel 2019 con quella dei Mondiali di Doha.

Nel 2020 ha superato per la prima volta in carriera i 21 metri con 21,59 indoor a Stoccolma e 21.99 outdoor agli Assoluti di Padova, ma poi nel 2021 quando sembrava potesse spiccare il volo verso traguardi ancora più ambiziosi, ha avuto un periodo problematico susseguente all'avere contratto il Covid in maniera molto debilitante, ed è entrato in una situazione che l'ha portato ben poche volte oltre la soglia dei 21.

Nel 2023, però è subito tornato a incrementare il personale al coperto con 21.60, vincendo il Golden Gala nella sua Firenze prima dell’exploit ai Mondiali di Budapest dove ha conquistato l'argento con 22.34, e poi il magico 2024 è iniziato con il 22.37 indoor di Liévin del nuovo primato italiano indoor, preludio al terzo posto dei Mondiali al coperto di Glasgow, ma l'esplosione definitiva verso traguardi ormai non più definibili è avvenuta all'aperto con 10 successi consecutivi a misure ben oltre i 22 metri, con l'acuto del 15 maggio a Savona con 22.95 che ha superato lo storico primato nazionale di Alessandro Andrei, dopo 37 anni.

© Grana/Fidal

Leo a Szekesfehervar il decimo sigillo di una stagione all'aperto incredibile. Alla fine della gara hai detto di essere un po' stanco, anche per il caldo. Gareggerai ancora sino a Parigi?

"In Ungheria ho patito un po' il caldo, ma niente di che, c'erano 37 gradi e la gara alle 17 non ha aiutato, ma sono stato bravo a gestirla e fare oltre 22. Adesso gareggerò a Londra il 20 per l'ultima Diamond prima delle Olimpiadi".

La sensazione è che tu ti aspettassi da tempo tutto quanto sta accadendo, e che adesso certe misure le realizzi anche in gara mentre prima solo in allenamento. E' così e se si come te lo spieghi?

"Si era tanto che sapevo di valere queste misure e sono contento non solo di averle fatte ma anche di essere molto stabile, in quanto significa che c è ancora margine e che manca la punta. Penso che la svolta sia stato il mondiale di Budapest che mi ha dato molta fame e fiducia nei miei mezzi".

Il 2021 e 2022 sono stati per te due anni complicati, dopo il Covid contratto nel gennaio 2021, con pochissimi acuti quali su tutti quello del Golden Gala 2021, ma per il resto non riuscivi ad esprimerti secondo il tuo talento. Come te lo spieghi?

"Sono stati anni brutti ma fondamentali per quello che sto facendo ora, senza quei due anni non penso che sarei arrivato al livello attuale, perché sono cresciuto tanto sotto ogni punto di vista e sono grato che siano capitati cosi, come sono orgoglioso di me e della reazione che ho avuto. Purtroppo i momenti brutti capitano a tutti, dal Covid in poi vedevo tutto nero e non riuscivo a trovare la via d’uscita, ma poi improvvisamente sono passato da 'come mai tutto a me?' A 'cosa posso fare per uscirne?' Ed eccomi qua".

In ogni caso, in particolare dal 2023, è cambiato qualcosa nella tua preparazione tecnica?

"Nel 2023 ho iniziato a essere più leggero degli anni prima, meno infortuni, più energie con la conseguenza di un gesto tecnico più veloce che mi ha aiutato molto".

Ritieni che la grande trasformazione fisica che hai avuto nell'ultimo biennio sia stata fondamentale per quel che stai ottenendo?

"Si assolutamente, la perdita di 25 kg in 2 anni e soprattutto essere arrivato al 12.7% di massa grassa in questo momento mi stanno aiutando molto, recupero bene gli allenamenti, e mi sento molto esplosivo in pedana".

Sempre a proposito del tuo fisico, molto definito, credi che la nuova frontiera degli specialisti del peso sia questa, anche se poi Crouser e Kovacs sembra che curino meno questo aspetto?

"Non so se sarà il futuro del getto del peso, diciamo che bisogna essere bravi a gestire le proprie caratteristiche, io sono molto veloce e così riesco a sfruttare tutta la velocità, mentre per altri pesisti bisogna valutare bene. In ogni caso vedere specialisti di questa disciplina più atletici farà bene e invoglierà le persone a guardare maggiormente le gare".

Tutti si aspettano da te qualcosa di strabiliante a Parigi. Senti un po' questa responsabilità, questa totale attenzione nei tuoi confronti?

"È un attenzione che mi riempie d’orgoglio e mi carica molto, ma non mi mette pressione, sono onorato di avere l’opportunità di gareggiare in un Olimpiade contro il primo e il secondo pesista più forte della storia ed essere l’unico al momento in grado di dar loro fastidio, per cui daró del mio meglio come faccio sempre e penserò solo a migliorare il mio record (22,95 ndr)".

© Colombo/FIDAL

Firmeresti per un altro argento a Parigi dopo quello dei mondiali?

"Sicuramente un argento olimpico vale più del mondiale quindi si, ma con una misura importante".

Se non sei scaramantico, quale è il tuo sogno più grande per Parigi, sia a livello di piazzamento che di misura?

"Sono scaramantico.....".

© Chiara Montesano