ATLETICA

Andy Diaz punta deciso alla medaglia d'oro nel salto triplo delle Olimpiadi

Intervista esclusiva al saltatore italo cubano che potrà vestire la maglia azzurra proprio dal primo giorno delle gare a cinque cerchi di atletica

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© Grana/Fidal

Andy Diaz, specialista del salto triplo, è un atleta di origini cubane diventato cittadino italiano dal 23 febbraio 2023, ed è sicuramente uno degli elementi su cui l'Italia conta maggiormente per arricchire il proprio medagliere alle Olimpiadi di Parigi che, per quanto riguarda l'atletica, inizieranno il primo di agosto, esattamente il giorno da cui il ventottenne saltatore potrà vestire la maglia azzurra, perché scatta la sua eleggibilità agonistica a farlo secondo le regole di World Athletics.

Nato a L'Avana il 25 dicembre 1995, cresce agonisticamente nella sua nazione d'origine per cui partecipa ai Mondiali di Londra nel 2017 e a quelli di Doha del 2019 ma, nel luglio del 2021, alla vigilia della sua prima partecipazione olimpica ai giochi di Tokyo, si infortuna in allenamento in Giappone non prendendo parte alla gara di qualificazione, per poi non tornare più a Cuba e rifugiarsi in Italia, dove rimane per alcuni mesi senza fissa dimora a Roma, tra mille difficoltà per poter ottenere un permesso di soggiorno provvisorio.

La svolta arriva grazie alla straordinario cuore del bronzo Olimpico di Londra 2012, Fabrizio Donato, che Diaz contatta via Instagram nel novembre 2021 con un messaggio disperato, e l'ex grande triplista azzurro si ricorda di aver incrociato quel ragazzo molto talentuoso in alcune gare alla fine della sua carriera, e decide di aiutarlo in tutti i modi anche ospitandolo per un certo periodo a casa sua a Roma, con la totale approvazione della moglie Patrizia Spuri, ex primatista italiana dei 400 metri.

Da quel momento tutto cambia per lui e, con l'ottenimento del permesso di soggiorno, inizia l’iter burocratico che gli permette di riacquistare anche il suo ruolo di atleta con passaporto, per cui può tornare a gareggiare all’estero, in particolare nella Diamond League dove conquista il trofeo finale, sia nel 2022 che nel 2023.

Diaz diventa ufficialmente italiano nel febbraio 2023 quando il Consiglio dei Ministri gli conferisce la cittadinanza, e la festeggia al meglio nel giugno successivo togliendo proprio al suo tecnico Fabrizio Donato il primato nazionale, con la misura di 17.75 ottenuta al Golden Gala di Firenze.

Nell'anno olimpico 2024 lo si è visto in pedana solo tre volte, in inverno al coperto, quando ha ottenuto in ogni caso un eccellente 17.61, e poi la decisione di puntare tutto sui giochi di Parigi, anche perché non avrebbe potuto partecipare agli Europei di Roma.

© Fabrizio Donato

Andy non gareggi dal 18 febbraio scorso agli italiani al coperto, hai fatto solo tre gare nel 2024 e nessuna all'aperto. Si è parlato di qualche piccolo problema fisico verso maggio. Come stai adesso?

"Niente di importante, ho avuto un leggero fastidio all'adduttore e, in considerazione del fatto di non poter gareggiare a Roma, abbiamo preferito non rischiare, evitando di affrettare i tempi di recupero. Con Fabrizio abbiamo quindi deciso di puntare la programmazione esclusivamente per Parigi, e ovviamente per tutto quello che ci sarà agonisticamente dopo sino alla fine della stagione".

Nel tuo percorso di avvicinamento alle Olimpiadi farai almeno una prova test per verificare la condizione o esordirai in gara direttamente il 7 agosto, nella serata della qualificazione del triplo?

"Gareggerò mercoledì 17 in un meeting a San Vendemmiano per fare un test con rincorsa ridotta, un paio di appoggi in meno, e poi testa e gambe alla serata del debutto olimpico del 7 agosto".

Come noto dal primo agosto, proprio il giorno dell'inizio delle gare olimpiche di atletica, potrai vestire la maglia azzurra e tutti si aspettano tantissimo da te. Come vivi questa vigilia?

"Con grande soddisfazione e orgoglio per il fatto di poter indossare per la prima volta la divisa dell'Italia. Io sto molto bene, sono carico e non vedo l'ora che venga quel giorno per poter scendere in pedana".

Agli Europei di Roma, dove purtroppo non hai potuto partecipare per motivi di regolamento, in due hanno superato i 18 metri su una pedana ritenuta però da molti particolarmente reattiva e difficilmente ritrovabile. Con che misura pensi si possa vincere a Parigi?

"La pedana di Roma, come suggeritomi da Fabrizio che di pedane ne ha viste tantissime nella sua lunga carriera, è probabilmente unica al mondo e ha consentito prestazioni straordinarie. In ogni caso a Parigi non so dire con quale misura si potrà vincere, ma sicuramente bisognerà essere nella miglior condizione in quanto ritengo possa essere una delle finali dai maggiori contenuti tecnici di tutti i giochi".

Hai sempre dichiarato che il tuo obiettivo per le Olimpiadi sarebbe stato regalare l'oro all'Italia e le ultime due stagioni hanno dimostrato ampiamente che ne hai tutte le possibilità. In questo momento è cambiato qualcosa?

"Assolutamente no, io e il mio tecnico non abbiamo mai nascosto come l'obiettivo di Parigi fosse l'oro olimpico e ovviamente lo è adesso più che mai".

A chi vorrai dedicare il tuo primo salto con la maglia azzurra che farai la sera del 7 agosto?

"Certamente a qualcuno in particolare, ma lo potrete scoprire seguendomi dal 7 agosto sulla pedana dello Stade de France a Parigi".

© Fabrizio Donato
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