La 15a tappa del Tour de France, nei 197.7km da Loudenvielle a Plateau de Beille, ha un unico e assoluto protagonista. Jonas Vingegaard prova a far saltare il banco, ma Tadej Pogacar resta sulla sua ruota e scatta a 5.5km dall'arrivo. La sua azione è perentoria e insostenibile per il rivale, che cede: terzo successo di tappa per lo sloveno, che chiude con 1'08" su Vingegaard e 2'51" su Evenepoel. Prima della terza settimana, Pogacar ha in mano il Tour.
Il Tour de France ha un solo e unico padrone. Tadej Pogacar stacca Jonas Vingegaard e fa il bis, vincendo anche a Plateau de Beille e mettendo una forte ipoteca sulla maglia gialla. La Grande Boucle riparte da Loudenvielle e vive un altro arrivo in salita, dopo 197.7 km costellati dai Gpm: sono cinque ufficialmente, escludendo il Port de Leres (4.4km al 5.4%) che non viene conteggiato per la classifica scalatori. Si sale subito sul Peyresourde (6.9km al 7.8%), poi ecco Col de Mente (9.3km al 9.1%) e il Portet d'Aspet (4.3km al 9.6%), reso tristemente noto dalla morte di Fabio Casartelli: la chiusura è sul Col d'Agnes (10km all'8.2%) e sull'arrivo di Plateau de Beille, 15.8km al 7.9% con un durissimo tratto iniziale. Dopo una serie di tentativi e azioni, si forma una fuga con 16 corridori. All'attacco ci sono Guillaume Martin (Cofidis), Onley (Dsm), Carapaz, Healy (Ef), Lenny Martinez (FdJ), De Plus (Ineos), Meintjes (Intermarché-Wanty), Fuglsang (Israel), Simon Yates (Jayco), Mas, Aranburu, Romo (Movistar), Sobrero, Jungels, Hindley (Red Bull-Bora) e Johannessen (Uno-X).
Per loro un vantaggio massimo di 3'40", con le salite a ridurre sensibilmente il gruppetto di testa. Sul Col D'Agnes guidano Hindley, De Plus, Mas e Carapaz, ai quali si aggiunge Johannessen dopo la discesa. Il quintetto procede di buon accordo, mentre alle loro spalle tira la Visma-Lease a Bike: Vingegaard fa spendere molte energie ai suoi compagni, rimanendo col solo Jorgenson e facendo pensare a un attacco. Un attacco che puntualmente arriva ai -10.5km, nel tratto più duro: alle sue spalle resiste il solo Pogacar, col duo che va a riprendere tutti i fuggitivi e prosegue come testa della corsa. Dietro di loro Evenepoel, che ha un passo decisamente più lento ed entra in crisi. Vingegaard prova a far saltare il banco ma, come ieri, viene sconfitto: Pogacar non cede e, anzi, scatta lasciandolo sul posto ai -5.5km. Lo sloveno è imprendibile e il suo vantaggio decolla, portandolo al terzo successo di tappa e al record della salita: il tempo di Pantani (1998) viene battuto di quasi quattro minuti. Pogi chiude con 1'08" su Vingegaard e 2'51" su Evenepoel, ed ora ha in pugno il Tour: prima del giorno di riposo e della terza settimana, lo sloveno guida con 3'09" su Vingegaard e 5'19" su Evenepoel, che ha il podio in pugno. Il quarto, Joao Almeida, dista infatti quasi undici minuti dal leader. Ottavo nella generale Giulio Ciccone a 15'48" mentre Mark Cavendish, dopo il record di vittorie, rischia grosso: l'inglese potrebbe arrivare fuori tempo massimo.