LE PAROLE

Caso Pantani, il legale di famiglia: "Mamma Tonina soddisfatta, ma non si illude"

"Il punto non è riaprire una indagine, ma la conclusione. È una soddisfazione ma la famiglia non riavrà Marco" ha dichiarato il legale Alessi

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La Procura di Trento ha riaperto le indagini sul caso di Marco Pantani legato al Giro di Italia del 1999. La notizia ha fatto il giro del mondo, ma dal punto di vista della famiglia della leggenda del ciclismo poco è cambiato. "Il punto non è iniziare o ricominciare un procedimento - ha commentato il lega Fiorenzo Alessi che rappresenta la famiglia Pantani -, ma come si conclude. Mamma Tonina per certi versi è soddisfatta, ma non ci si fanno illusioni". 

La madre di Marco Pantani in tutti questi anni non si è mai arresa cercando di fare chiarezza su quel maledetto Giro d'Italia del 1999 in cui il corridore venne squalificato a un passo dal trionfo, iniziando una discesa personale e psicologica che portò alla morte - ufficialmente per suicidio - qualche anno dopo: "Quanto accaduto nel 1999 incise su un animo sensibile come quello di Marco che teneva al suo onore. Si era reso conto di essere stato lasciato solo. Se un'autorità giudiziaria accertasse che ci fu qualcosa di irregolare sarebbe una soddisfazione - ha continuato il legale -, ma la famiglia non lo avrà mai indietro. Non guardiamo in faccia a nessuno, aspettiamo che la Procura faccia il suo lavoro".

La riapertura delle indagini è stata in ogni caso accolta con soddisfazione dalla famiglia Pantani: "Significa che la Procura ha tenuto conto di tutto il materiale che abbiamo messo a disposizione relativamente ai fatti di Madonna di Campiglio, partendo dalle contradditorietà evidenziate dalla Commissione parlamentare antimafia. Non abbiamo lasciato perdere quella vicenda. Ricordiamo che Pantani fu sospeso, ma non è mai risultato positivo a nessun controllo antidoping. Ci sono incongruenze che portano a ritenere sostenibile l'ipotesi di una deplasmazione".