All'uscita del Salone d'Onore del CONI, al termine del Consiglio Federale della Federbasket, il presidente Gianni Petrucci è tornato a sottolineare un aspetto troppo spesso assente dai dibattiti sportivi italiani: "Dobbiamo avere anche una cultura della sconfitta". Come dimostrarlo di più se non confermando il CT della deludente esperienza preolimpica, puntando sul rinnovamento effettuato da Gianmarco Pozzecco?
Tra Manila e San Juan, solo la metà dei convocati si è mantenuta intatta. 3 delle assenze di Porto Rico non c'è nessun motivo di credere che nelle prossime estati azzurre, a meno di condizioni fisiche simili a quelle di questo 2024 che ne impedirebbero il calcare il parquet, si replicheranno: Simone Fontecchio, Gabriele Procida e Matteo Spagnolo saranno tra i perni fondamentali attorno ai quali basare l'Italbasket del presente e dell'immediato futuro. Se anche Mannion, Pajola, Tonut e capitan Melli sono presenze scontate a brevissimo e medio termine - sul lungo, chiaramente, la carta d'identità del neo giocatore del Fenerbahce impone considerazioni differenti - è sul resto della rotazione che i ragionamenti devono essere ponderati col susseguirsi delle competizioni FIBA.
L'estate 2026 sarà il primo periodo di stacco "vero" dagli impegni di Italbasket, non essendo previsti né Europei né Mondiali ma solo finestre di qualificazione. Considerando la naturale durata dei cicli e quella del contratto di Gianmarco Pozzecco (fine 2025), si potrebbe considerare la più che probabile partecipazione a Eurobasket 2025 - l'Italia è prima e grande favorita del Gruppo B di qualificazione, che si concluderà nelle finestre di novembre 2024 e febbraio 2025 - come l'ultimo ballo del gruppo costruito dal Poz dal post Tokyo?
Nonostante un PreOlimpico lontano dai picchi avuti nelle precedenti uscite con l'Italia, immaginarsi Spissu, Polonara e Ricci ancora nei 12 dei prossimi Europei sarebbe la pura continuità di un collettivo difeso strenuamente dallo staff tecnico. Sempre nell'ottica di regalare un'ultima occasione in maglia azzurra, Pozzecco ha sempre dichiarato che per Gallinari le porte saranno sempre aperte: immaginare la "last dance" del Gallo nella prossima estate non è idea così peregrina, sempre che Danilo sia nelle condizioni ideali - nel 2024 è arrivato a Porto Rico "tirato a lucido" per Italbasket dopo un'annata dal risicatissimo impiego NBA, cosa non necessariamente replicabile nella prossima stagione (il classe '88 è ancora free agent, ma è in cerca di un contratto oltreoceano).
Per la prossima estate e per quelle successive, un occhio di riguarda cadrà inevitabilmente sulla questione del passaportato. Il regolamento FIBA permette di poterne convocare solamente uno per torneo, quindi il gettone deve essere speso con raziocinio. L'interesse per e di Donte DiVincenzo ("Stiamo lavorando per far diventare italiano il più forte", così Petrucci all'uscita del Consiglio Federale ai taccuini del Corriere dello Sport) non si è ancora concretizzato per via di qualche ingenuità tempistica e burocratica, e il livello della guardia dei Knicks non è questionabile se rapportato al livello medio di Italbasket. La vera domanda da porsi è: essendo il ruolo in cui verrebbe impiegato DiVincenzo più coperto - in piccola parte proprio da un altro passaportato, John Petrucelli - già al momento, non avrebbe più senso "spendere" la cartuccia su atleti meno qualitativi in senso assoluto ma più funzionali alle necessità di Italbasket?
Dal sogno DiVincenzo, quindi, il completamento del roster azzurro deve passare anche attraverso realtà non ancora solide a livello internazionale, ma che un'annata di ulteriore crescita potrebbe irrobustire: Caruso e Diouf sono stati i 12° delle ultime spedizioni e, non essendoci reali prospetti di lunghi spendibili a questo livello nel breve termine (Tessitori è "confinato" alle finestre di qualificazione, Suigo e Nistrio - centri dell'Under 17 argentata in Turchia - sono i primi centri da 210+ cm prodotti da diversi anni ma devono completare il percorso di maturazione fisica), sono da tenersi in considerazione assoluta. La palla passa, sperando la gestisca come faceva da giocatore e ha già dimostrato di fare da coach e CT, a Gianmarco Pozzecco.