È Oliver Rowland a vincere l'ultimo E-Prix della stagione a Londra, ma a fare festa è Pascal Wehrlein che si laurea campione del mondo Formula E 2024. Il pilota britannico, infatti, fa un assist al tedesco nel finale, sorpassando Evans e mettendosi davanti per un successo a sorpresa, con il pilota del team Porsche che poi deve gestire negli ultimi due giri tenendosi alle spalle la Jaguar dello stesso Evans. Ma un titolo, per buona parte in tasca, gettato nella spazzatura da Jaguar che con strategie errate tanto per Evans quanto per Cassidy "regala" l'occasione giusta a Wehrlein per laurearsi campione.
E alla fine a fare festa è Wehrlein, mentre Jaguar si lecca le ferite. Al termine di una gara a Londra gestita male dalla scuderia britannica, il tedesco sfrutta al meglio ogni occasione in pista chiudendo secondo alle spalle di Rowland, ma senza "rovinarsi" la festa. Primo titolo iridato per il pilota naturalizzato mauriziano che in due gare ha ribaltato la situazione in classifica iridata, regalandosi il successo insperato in una gara tesa e ricca di emozioni.
Il primo colpo di scena, infatti, si vive già al via, con Cassidy che parte bene ed Evans che lo segue a ruota, con la Jaguar che riesce a disfarsi della Maserati di Gunther per l'uno-due della Casa britannica. Il tedesco, però, riesce a tenere la sua monoposto davanti alla Porsche del connazionale Pascal Wehrlein che deve abortire il sorpasso per bandiera gialla, e conseguente safety car, a causa dell'incidente in curva 3 al primo giro tra la Andretti di Jake Dennis e la Mahindra di Edo Mortara. Un'ultima da campione in carica per il britannico che peggio non si può, partito penultimo e costretto a posteggiare subito la sua monoposto elettrica.
Al 7° giro, tra curva 19 e 20, Wehrlein riesce a piazzare il sorpasso su Cassidy poco prima di un'altra safety car per l'incidente tra Nato, Ticktum e Bird, giusto in tempo per mettere la Porsche all'inseguimento delle due Jaguar in controllo dell'e-Prix. Jaguar che, tra timori e voglia di vedere un suo pilota laurearsi campione, dà ordini di scuderia chiari a Cassidy ed Evans, col secondo obbligato a lasciare spazio al compagno per andare in activation zone senza perdere posizioni. Wehrlein fiuta allora l'occasione, per superarne due in un colpo solo, ma il gioco di squadra Cassidy-Evans funziona impedendo al tedesco il sorpasso.
Nei 2' di boost Cassidy non riesce comunque a creare un gap, col neozelandese che decide di strategia di andare subito sul secondo attack mode perdendo di fatto due posizioni su Evans e Wehrlein, mettendosi dietro alla Porsche. Un vero e proprio assist per il tedesco, a sandwich tra le due Jaguar, ma nella giusta posizione per poter controllare entrambe le monoposto britanniche per cercare, nel momento giusto, il sorpasso. Evans però ha il proprio destino in mano e tenta subito la fuga, obiettivo comunque difficile da ottenere con un Wehrlein col volante ben stretto tra le mani.
Mentre Cassidy alle loro spalle mette il muso al box per la scelta di strategia tutt'altro che intelligente, Evans ostacola più e più volte Wehrlein con un ritmo di gara quasi assente, col tedesco che lo tampona spesso. Così come a tamponare ci pensa Gunther su Cassidy, mandando in frantumi il sogno mondiale del neozelandese causando la terza safety car. Davanti Evans e Wehrlein vanno quindi in attivazione lasciando spazio e Rowland che si mette davanti a Jaguar e Porsche, ma l'activation per entrambi viene considerata nulla a quattro dal termine. Rientrata la safety car è quindi lotta totale, con Evans e Wehrlein che vanno in attivazione e il neozelandese che riesce a rimettersi davanti a Rowland. Una delle migliori situazioni per Evans, che tra sé e Wehrlein ha Rowland. Ma nella seconda attivazione da 4' di Evans, nuovamente fallita al primo tentativo, Rowland torna davanti a lui e a Wehrlein, facendo l'assist al tedesco che deve poi solo amministrare per vincere il primo titolo iridato in carriera nel campionato elettrico.
Dietro di loro, oltre al citato Evans, si piazzano Buemi, e Da Costa, con la top 10 dell'ultima gara della stagione che vede anche Vergne, Muller, Frijns, Vandoorne e Di Grassi.