La ventiseiesima edizione di DoloMyths Run Sky ha scritto un’altra pagina memorabile nella propria storia, fatta di grandi imprese e straordinarie rimonte. Valido quest'anno come tappa di Golden Trail National Series Italy by Salomon, la prova da 22 chilometri di sviluppo e 1750 metri di dislivello positivo (quasi mille gli atleti da quatanta nazioni al via) ha vissuto un finale rocambolesco nella gara maschile vinta dal piemontese Mattia Bertoncini (Team New Balance) con il tempo di due ore, nove minuti e 27 secondi precedendo il corregionale torinese Gianluca Ghiano da Pinerolo (Brooks Trail Runners) che ha attraversato la linea del traguardo soli diciotto secondi dopo il vincitore valsesiano. Terzo gradino del podio per lo sfortunato Tiziano Moia. Il portacolori di Gemona Atletica ha fatto la differenza in salita, andando subito all’attacco e infliggendo distacchi importanti agli avversari ma all'altezza dell’ultima curva del sentiero tra i boschi (meno di due chilometro alla meta) il friulano è scivolato, stirandosi il muscolo dell’interno coscia e cadendo a terra. Raggiunto e superato da Bertoncini e Ghiano, a Moia non è rimasto altro che rialzarsi e trascinarsi al traguardo. Quello di Mattia Bertoncini non è l’unico nome nuovo nell’albo d’oro della prova più prestigiosa della due giorni. In gara-donne vittoria a sorpresa per la slovena Lucija Krkoc che ha raggiunto il traguardo nel tempo finale di tre ore, 34 minuti e nov secondi, precedendo di due minuti e 14 secondi la emergente e quotatissima spagnola Malen Osa Ansa (Team Salomon). Terzo gradino del podio per la intramontabile Elisa Desco, campionessa bormina del Team SCARPA.
Un po' abbacchiato, Tiziano Moia è giunto al traguardo salvando il suo primo podio a Canazei, dove era già stato protagonista nelle ultime edizioni nel tratto in salita. Il friulano ha attaccato sin dal secondo chilometro, lungo la pista da sci che porta ai 2239 metri di Passo Pordoi. Molto significativo il primo rilevamento cronometrico ai 2829 metri di Forcella Pordoi, dove Moia è transitato appena ventidue secondi oltre lo scoccare della prima ora di gara, recedendo la coppia del team La Sportiva formata dal gardenese Alex Oberbacher e dall’altoatesino della Val Ridanna Armin Larch. Dopo quaranta secondi ecco il forte valdostano (iscritto dell’ultima ora) Nadir Maguet, seguito da Mattia Bertoncini e Ghiano.
Nel punto più alto della gara - ai 3152 metri del Piz Boè - Moia ha addirittura incrementato il vantaggio sugli inseguitori: Larch a quattro minuti e cinque secondi, Oberbacher a quattro e 10, Bertoncini a quattro e 18, Ghiano a quattro e 29 e un Maguet non al top a quattro e 41. Nella lunga discesa Moia, partito con un problema alla schiena, ha cercato di gestire al meglio il suo vantaggio. Come spesso è accaduto in passato, la classifica finale si è decisa nell’ultimo tratto della Val Lasties. Moia ha assaporato il profumo della vittoria fino all’ultima curva del sentiero nel bosco, scivolando a terra e rimediando uno stiramento muscolare, dovendo così tirare i remi in barca sino al traguardo. Scatenato come sempre in discesa, il suo primo inseguitore Maguet si è addirittura slogato una caviglia sopra a Pian de Schiavaneis, quando aveva ormai nel mirino il leader.
E così i due piemontesi Bertoncini e Ghiano, anche loro di una strepitosa prestazione nel tratto in discesa, si sono trovati davanti. Bertoncini ha così potuto centrare una vittoria dal sapore epico, in una delle competizioni di skyrace più importanti al mondo, precedendo appunto di diciotto secondi Ghiano e di quarantadue lo sfortunato Moia. Quarto poi Armin Larch a un minuto e 50 secondi, seguito da Alex Oberbacher, Mattia Tanara del Team Scott, il trentino della Val Rendena Marco Filosi (Team Salomon) e il giovane trentini Alex Rigo di Team SCARPA.
MATTIA BERTONCINI
"Sto vivendo un sogno. Questa vittoria mi ha regalato una soddisfazione enorme, ma è stata dura, perché nella prima parte in salita Tiziano Moia ha imposto un ritmo che gli altri non sono riusciti a mantenere, lo vedevamo sempre più lontano davanti a tutti, ma sapevamo che in discesa molte cose avrebbero potuto cambiare. Sulla discesa ho aumentato il ritmo, conoscendo abbastanza bene il percorso dopo cinque partecipazioni, e ho cominciato a superare chi mi precedeva, uno dopo l’altro, fino a quando non ho messo dietro tutti. Tuttavia ho dovuto stringere i denti fino alla fine, perché Gianluca stava avvicinandosi pericolosamente sempre di più. H o chiuso gli occhi e dato tutto".
GIANLUCA GHIANO
"Un secondo posto alla mia prima partecipazione a questa competizione non può che rendermi molto felice. La tattica è stata quella giusta: fino all’attacco della Forcella Pordoi non ho forzato molto, poi in quel punto ho visto che molti avversari hanno deciso di fare un uso sistematico dei bastoncini, finendo per camminare invece che correre, mentre io li ho impiegati meno, e questo mi ha permesso di accelerare. Poi in discesa ho trovato il mio terreno ideale ed appena è terminata la parte più tecnica ho aumentato il ritmo correndo gli ultimi due chilometri e mezzo a una media di due minuti e 4 secondi. Come ha detto Kilian, queste gare si vincono in salita e si perdono in discesa. Al via non c’erano i campioni di qualche anno fa, ma questo non intacca la mia soddisfazione per questo argento".
TIZIANO MOIA
"Dovendo fare i conti con un forte mal di schiena, l’unico modo che avevo per vincere questa gara era forzare al massimo in salita, per guadagnare più vantaggio possibile, e poi limitare i danni in discesa, dove il dolore si fa sentire. È andato tutto benissimo fino all’ultima curva prima di raggiungere la strada, ero riuscito a conservare un po’ di vantaggio e a quel punto, sinceramente, pensavo che fosse fatta. Invece in quel punto sono scivolato a terra procurandomi uno stiramento all’interno della coscia che mi ha bloccato. Mi sono trascinato fino all’arrivo per difendere almeno un posto sul podio, ma prima o poi questa gara voglio vincerla. Non finisce qui. A mente fredda, se avessi forzato un po' fino al Piz Boè potevo anche battere il record in salita".
In gara donne, Lucija Krkoc (portacolori di Sportno Drustvo Nanos) ha fatto sensazione grazie alla sua esperienza e ad una gestione attenta. La slovena residente a Crnec (non lontano da Gorizia), Lucia ha imposto un ritmo che è risultato insostenibile per le avversarie, ad iniziare dalla grande favorita della vigilia: la basca del Team Salomon Malen Osa Ansa, quarta lo scorso anno sul traguardo di Canazei (quando la gara era valida per Golden Trail World Series) ma in questa occasione non al top della condizione. Terzo gradino del podio come detto per Elisa Desco, staccata di due minuti e 45 secondi dalla vincitrice. Martina Bilora di Team New Balance e Giulia Pol (The North Face) completano la top five davanti ad Alice Minotti (Boves Run) e Martina Cumerlato di Team ASICS.
Krkoc ha alzato il ritmo sin dalle prime verticalità, transitando a Forcella Pordoi con oltre tre minuti su Malen Osa Anna, con Elisa Desco già terza. Il vantaggio della slovena sul Piz Boè ha poi toccato e superato i quattro minuti aumentato. In discesa le posizioni di vertice non sono cambiate: Krkoc ha amministrato il vantaggio accumulato in salita e ha raggiunto a braccia alzate la linea del traguardo.
LUCIJA KRKOC
"Vincere questa gara era un sogno che cullavo da tredici anni ed ora l’ho realizzato. Sono abbastanza stupita di essere andata così forte lungo tutto il percorso, anche se arrivare in cima al Piz Boè è durissima. Ho corso senza pensare a nulla, in particolare senza avere alcuna indicazione sulla posizione delle mie inseguitrici, anche perché oggi sarei stata felice anche di un quinto posto. Meglio di così non poteva andare".
MALEN OSA ANSA
"Sono contenta di aver tagliato il traguardo, ma non troppo della mia prestazione. Mi ero preparata bene per questa gara e avrei voluto andare più forte, ma evidentemente non era la mia giornata, dato che Lucija è andata costantemente più forte di me. Che le cose non stavano andando per il meglio me ne sono accorta quando al Pordoi Elisa mi ha superato e quando il cronometro mi stava dicendo che il mio ritmo era inferiore a quello dello scorso anno, così ho accelerato, ma non è stato sufficiente per raggiungere la battistrada. Ad ogni modo adoro questa vallata e questa competizione, tanto che sono qui da cinque giorni, quindi ci riproverò il prossimo anno".
ELISA DESCO
"Sono soddisfatta del mio piazzamento, perché la vigilia era stata molto tribolata. Il viaggio per arrivare qui mi ha affaticato e ieri avvertivo un forte mal di schiena, ma oggi è andato tutto bene. Per come si era messa ad un certo punto ho anche sperato di arrivare più in alto, ma aver duellato con atlete che hanno vent’anni meno di me è per motivo di soddisfazione, così come il fatto di aver tenuto un buon ritmo in discesa, dove con il tempo sono peggiorata".
La soleggiatissima Sky domenicale era stata preceduta - sabato 20 luglio con tempo non altrettanto faorevole - dalla prima edizione di DoloMyths Run Fassa Trail, che ha aperto la due giorni del festival in quota di Canazei, sulla distanza-maratona dei 42 chilometri, con 2400 metri di dislivello positivo (350 atleti al via) e la prova short Trail da12 chilometri. A scrivere il loro nome nell’albo d’oro della 42K sono stati Riccardo Borgialli (Team New Balance) e Giulia Marchesoni del Team Salomon.
A raggiungere per primo il traguardo di Canazei era stato per la verità Georg Piazza (Team La Sportiva). Già vincitore in ben tre occasioni della gara organizzata dal Comitato della Val di Fassa nel precedente format, dopo un continuo alternarsi al comando proprio con Borgialli. La giuria a fine gara ha però inflitto al gardenese Piazza una penalizzazione da due minuti penalizzare per un errore di percorso, facendolo così scivolare dal gradino più alto del podio per un solo secondo.
Borgialli ha completato la missione-vittoria con un tempo appena appena dalla parte "giusta" del muro delle quattro ore di gara: tre, 59 minuti e 16 secondi. Piazza come detto retrocesso al secondo posto con il minimo distacco, Diego Angella terzo a sei minuti e quattro secondi, seguito dal compagno di squadra del Team La Sportiva Luca Pescollderungg. L'argeyntino Sergio Gustavo Pereyra (Team SCARPA) ha sigillato la top five. Marco Zanoner (Bela Ladinia, primo trentino al traguardo), Christian Marini, Roland Hric, Zarnik Sebastjan e Karol Galas hanno invece completato in quest'ordine la top ten.
Undicesima assoluta con il tempo di quattro ore, 39 minuti e cinque secondi, Giulia Marchesoni di Team Salomon ha vinto gara-donne. Transitata per seconda a Passo Fedaia, pochi secondi dietro la francese Claire Jacquin, la trentina è poi riuscita ad agganciarla e superarla nell’ascesa dopo il Rifugio Padon, conquistando la testa della corsa per poi conservarla fino al traguardo raggiunto con ben undici minuti e 54 secondi di vantaggio sulla rivale transalpina. Terzo gradino del podio per la ceca Marcela Vasinova (ritardo superiore a diciotto minuti). Alle sue spalle Martina Dal Bosco, Giulia Saggin ed Irene Zamboni.
Prova di forza invece per Samuel Demetz nella prova short da dodici chilometri. Il gardenese ha preso subito il comando delle operazioni, incrementando via via il vantaggio sugli inseguitori, fino al traguardo posto a Cima Undici. L’alfiere del Team Salomon si è imposto con il tempo finale di un'ora, quattro minuti e 59secondi, precedendo di tre minuti e 58”secondi il piemontese Massimiliano Durbano e di quattro e 40 il fassano Mauro Rasom.
La sfida femminile ha visto invece il successo della cuneese di Elisa Cavallo in un'ora, 26 minuti e un secondo Alle sue spalle Matilde Mura da Cagliari (staccata di tredici minuti e 31 secondi), terza l'emiliana Chiara Carretti.
DIEGO SALVADOR (Presidente Comitato Organizzatore)
"Mandiamo agli archivi un’altra edizione di successo della gara Sky, accompagnata da un tempo splendido, da una grande quantità di pubblico disseminata sull’intero percorso, da una sfida connotata da colpi di scena. Ringrazio il comitato organizzatore che da anni mi affianca e i tantissimi volontari che si mettono a nostra disposizione nei giorni in cui si svolgono le competizioni. In quanto alle nuove sfide del sabato - la Trail da 42 chilometri e la Short da 12 -sono nate sulla spinta del nostro desiderio di proporre sempre qualcosa di nuovo. Non tutto è andato come previsto, cercheremo di migliorare in vista del prossimo anno".