Il giorno di Paolo Vanoli è arrivato, il nuovo tecnico del Torino è stato presentato a Pinzolo, in Val Rendena, dove si trova in ritiro con la squadra. Prime parole importanti rivolte alla società, che ringrazia per aver creduto in lui e nel progetto che sta per partire: "Il Toro rappresenta e ha scritto la storia più importante del mondo calcistico. Sono orgoglioso di poterlo rappresentare, è una bella responsabilità", ha detto emozionato. Il tecnico lombardo subentra a Ivan Juric dopo i due anni sulla panchina del Venezia, ringrazia l’allenatore croato per il lavoro fatto e mette subito in chiaro gli obiettivi fissati per la prossima stagione e quali dovranno essere le caratteristiche della squadra granata a partire da subito: "Ringrazio Juric, qui c'è una cultura del lavoro importante. Ogni allenatore ha la sua identità, voglio creare questo Toro seguendo la mia filosofia e le mie idee - ha sottolineato Vanoli - ci devo lavorare, so che dovrò lavorare tanto ma non mi spavento e sono convinto di poterci arrivare. I giocatori che stiamo scegliendo è in funzione al mio stile di gioco. Obiettivi? Partono da un'identità, il mio primo obiettivo è essere concreti negli obiettivi. Questa prima parte mi serve per conoscere il gruppo e far capire ai giocatori cosa voglio", ha concluso. Per lui sarà necessario "Alzare l'asticella, vuol dire cercare con fame questa cosa qui, la pressione fa parte di una mentalità vincente. Ed è ciò che voglio dai miei giocatori, cercare la perfezione, il dettaglio e sempre qualcosa in più per arrivare a un obiettivo e un progetto di step". "Juric? Non sono abituato a confrontarmi con i colleghi", ha poi concluso, in lui "c'è una cultura del lavoro importante, ora i giocatori devono capire la mia filosofia di calcio che può essere diversa, altrimenti saremmo delle copie".
Al suo fianco presente Urbano Cairo. Il patron granata torna davanti alla stampa in conferenza dopo tre anni, l'ultima volta si era mostrato proprio accanto a Juric durante la presentazione ufficiale come nuovo allenatore del Torino. Le prime parole, infatti, sono proprio dedicate al tecnico uscente: "Ci tengo molto a presentare Vanoli, poi sono a disposizione di domande e curiosità. E ci tengo anche a ringraziare il mister Juric, abbiamo fatto tre anni importanti e il Toro ha ripreso un certo tipo di cammino tra il 2021 e il 2024. Prima eravamo abituati a fare anche meglio, ma ora abbiamo ripreso un buon cammino dopo gli anni della pandemia. Lo ringrazio, ha fatto tre anni molto buoni e abbiamo sviluppati tanti talenti giovani, è stato un mister schietto e franco. Ho comunque un bel ricordo di lui". Cairo poi ha presentato lui stesso Vanoli, raccontando come e perché è stato scelto: "Vagnati mi ha parlato molto di Vanoli, abbiamo visto gare del Venezia e si sono conosciuti. Il suo Venezia ha fatto cose eccellenti dopo la coppa di Russia con lo Spartak Mosca. Vanoli ha preso il Venezia in una situazione complicata e l'ha portato in serie A. Vagnati mi ha raccontato la sua storia e mi ha colpito - ha spiegato il patron granata - il suo modo di gestire la situazione problematica del Venezia, è determinato e ambizioso, ha rinunciato a un incarico ben remunerato e con minori responsabilità seguendo Conte al Tottenham. Ha avuto maestri di qualità, da Sacchi a Ventura a Conte. Poi ha voluto prendere la strada di fare il primo allenatore tra Mosca e Venezia, la sua voglia di mettersi in gioco mi è arrivata, è un piacere introdurlo qui". Ha poi concluso paragonandolo a se stesso e al suo vissuto: "È come quando facevo l'assistente di Berlusconi c'erano responsabilità, però non sei tu in prima linea. E ho visto delle analogie con Vanoli, ha detto che avrebbe dovuto provare in prima persona prendendosi rischi e questo mi è molto piaciuto nel suo racconto. Ciò che abbiamo fatto dice molto di ciò che siamo, in lui ho visto che ha grande voglia di fare. È al suo quarto campionato, è in una fase di decollo".