Giorgio Furlani, amministratore delegato del Milan, ha rilasciato un'intervista a Bloomberg Tv nella quale ha parlato degli obiettivi rossoneri da raggiungere nella nuova stagione, di mercato e non solo. Parole che arrivano mentre la squadra è impegnata negli Stati Uniti, dove parteciperà al torneo Soccer Champions League e giocherà contro Manchester City, Real Madrid e Barcellona e dove svolgerà anche la seconda parte della preparazione. Un'aria diversa che ha fatto decisamente bene alla squadra e all'ambiente, che si sente più internazionale: "Siamo di una proprietà americana che è RedBird, leader negli investimenti per quanto concerne sport e spettacolo. Siamo diventati più americani, la nostra proprietà è americana - ha spiegato Furlani - siamo diventati più americani anche in campo, abbiamo due giocatori americani". L'ad rossonero, però ha poi tenuto a specificare che le decisioni che vengono prese, anche sul mercato "non si basano sulla nazionalità del passaporto del giocatore, ma quanto lui è bravo. Ovviamente alcuni giocatori sono americani, nel nostro caso ne abbiamo due, fra cui Christian Pulisic, che ha un appeal a livello commerciale importante in America e questo aiuta, ma noi non facciamo dipendere le nostre decisioni di campo dalle nazionalità dei giocatori". Parlando sempre dal punto di vista societario, fuori dalle dinamiche di campo, ha aggiunto: "La nostra politica si divide in diverse parti: quella commerciale, visto che noi siamo il primo club europeo ad aprire degli uffici a Dubai. La nostra decennale partenership con Emirates, ma abbiamo anche altri partner commerciali nella regione come Kerzer Group. Quindi il nostro approccio alla regione si sviluppa attraverso partnership commerciali, non iniezioni di capitale", ha concluso.
Furlani poi si è sbilanciato sul mercato del Milan, ma più che sbilanciarsi su colpi in entrata ha fatto una riflessione sulla crescita rossonera in questi ultimi anni e sul come a oggi non sia più necessario dover vendere per essere competitivi: "La nostra ambizione è di lottare per lo scudetto ogni anno e di essere competitivi anche in Champions League. Ora noi lo vogliamo fare attuando una strategia di sostenibilità - ha spiegato - porto un esempio: due anni fa il bilancio per la prima volta in 17 anni non ha registrato alcuna perdita, e l'anno scorso abbiamo bissato questo importante risultato, e non penso che al Milan sia mai successa una cosa del genere. Noi non siamo obbligati a vendere i giocatori, perché carenza di capitale o problemi di flusso di cassa, quindi non abbiamo bisogno di vendere nessuno", ha affermato Furlani. Concludendo poi con una frase che sicuramente farà piacere ai sostenitori del Diavolo: "Da tifoso posso dire che su Maignan e Theo non ci si deve preoccupare".