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Atletismo e personalità, tutto Rayjon Tucker per la Virtus

A Bologna arriva una guardia dall'esplosività fuori scala e margini di miglioramento, tecnici e mentali, da esplorare insieme a coach Banchi

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Sin dall'arrivo a Venezia era chiara una cosa: un corpo simile, in LBA, non ha troppi paragoni, anche buttando l'occhio al passato. La scoperta della guardia, oltre ad highlights e schiacciate spettacolari, che è Rayjon Tucker ha convinto la Virtus Bologna a investire su di lui a completamento di un roster che, secondo le esigenze mostrate la scorsa annata, è stato corroborato da tanto atletismo nel reparto esterni. 

Nei contesti competitivi dei quali ha fatto fin qui esperienza (NBL coi Melbourne United, LBA ed EuroCup con la Reyer), Tucker ha vissuto uno status che difficilmente vedrà riproposto nelle gare vissute in bianconero, ossia quello di prima opzione e di centro gravitazionale delle attenzioni della difesa avversaria. In un contesto dalla qualità globale più elevata come sarà la Virtus, specialmente in Eurolega, è possibile ipotizzare un utilizzo più da specialista, con numero di possessi e responsabilità di creazione meno dipendenti dalla sua messa in proprio.

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Immaginarsi però una Virtus Bologna 2024/25 copia carbone della prima edizione targata Luca Banchi, d'altro canto, è abbastanza improbabile: la costruzione di un roster dettato dalle richieste e dall'idea di pallacanestro di un'altra guida tecnica (Sergio Scariolo) è molto lontana dalla fisionomia che hanno assunto le Vu Nere dal sabato sera passato alla storia per l'annuncio in blocco dei 6 nuovi acquisti. Se il ritmo e la ricerca dei finalizzatori dovrà tenere conto delle caratteristiche atletiche e aerobiche di due come Marco Belinelli e Will Clyburn, figurarsi una second unit con Tucker a comandare il gioco in campo aperto è intrigante ed eccitante, anche solo per le carrellate di clip riproposte durante e dopo le gare della Virtus.

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Quintetti nei quali aumentare la fisicità nella difesa sulla palla e generare attacco nei primi secondi dell'azione saranno pane per i denti e le gambe di Tucker: coinvolgerlo il più possibile, nella propria metà campo, nel far faticare il palleggiatore principale avversario - con Pajola deputato a letture lontano dalla palla e navigazione sui blocchi - e non richiedergli costantemente di creare dal P&R possono essere espedienti utili per massimizzare sin da subito le aree di gioco nelle quali Tucker dà garanzie immediate di impatto anche a un livello superiore. In transizione, Tucker è già oggi una risorsa che farebbe gola a molti in Eurolega.

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A far sorgere qualche punto interrogativo - motivo per cui, con un fisico simile, il 27enne di Charlotte non ha ancora ricevuto offerte dal meglio del meglio d'Europa - sono un paio di aree del gioco, più affini al comparto delle cosiddette quick decisions, "decisioni rapide": la connessione mentale difensiva lontano dalla palla e il mantenimento della stessa efficacia se battezzato al tiro anche quando la palla scotta di più (rispetto al 36.9% e al 36.4% da 3 nelle stagioni regolari di LBA ed EuroCup - cifre non trascendentali, ma comunque neutre -, il 28% nei playoff di LBA e il 25% dall'arco nella passata Frecciarossa Final 8 rischiano di tarpare le ali alle aspirazioni di attaccante completo dell'americano) sono elementi non ancora palesatisi nel bagaglio di Tucker. C'è però da scommettere che, avendo conosciuto più da vicino l'agonismo e il furore competitivo del prodotto collegiale di Florida Gulf Coast e Little Rock, ci sono tutti gli ingredienti per completare il piatto in casa Virtus e renderlo una specialità della cucina bolognese.