RABBIA AZZURRA

Fioretto, Cerioni alza la voce: "Giudici incompetenti, Macchi vincitore morale"

Il tecnico azzurro duro sulle decisioni degli arbitri: "Mai visto niente del genere, è grave. Presenteremo una protesta formale, ma il risultato non cambierà". Malagò: "Inaccettabili due giudici asiatici per questa finale"

© Getty Images

Filippo Macchi ha perso la finale del fioretto con Cheung Ka Long all'ultima stoccata. Una sconfitta amarissima per i colori azzurri non solo per l'oro sfumato, ma anche per le decisioni degli arbitri che hanno segnato l'esito dell'assalto tra le polemiche. Il colpo del ko per il pisano è arrivato infatti con una stoccata molto dubbia dopo altre due revisioni al video precedenti clamorose. Episodi che hanno fatto infuriare il c.t. azzurro Stefano Cerioni. "Non ho mai visto niente del genere. Penso ci sia tanta incompetenza perché non voglio pensare ad altro - ha tuonato il tecnico azzurro -. Filippo è il vincitore morale. Tre stoccate così non si possono sbagliare e i giudici non ci hanno nemmeno spiegato". "E' grave perché si assegnava un oro olimpico. Macchi l'ha vinta tre volte e alla fine si trova secondo - ha aggiunto -. Fa male al cuore perché abbiamo lavorato tanto e Filippo meritava di vincere". "Non è giusto togliere a un atleta quello che si è guadagnato - ha concluso -. Ho sentito il presidente e penso che faranno formalmente qualcosa. Anche se il risultato rimarrà questo". 

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Più soft la reazione di Macchi a mente lucida. "La scherma in generale è uno sport a discrezione dell'arbitro. Forse dovevo chiuderla quando ero in vantaggio 14-12... ora non voglio esprimermi - ha spiegato il fiorettista azzurro -. Riguarderò le stoccate. Da dentro pensavo di aver ragione. C'è tanto rammarico. Avevo sognato questo momento mille volte. Siamo arrabbiati, ora c'è da tirare per la gara a squadra". "Da casa si aspettano che noi della scherma portiamo tante medaglie, ma a livello mondiale il livello si è alzato - ha aggiunto -. Le medaglie non sono scontate". "Non sono riuscito a emulare Garozzo a Rio? Io volevo fare come Dani, è la persona a cui mi sono ispirato. Oggi sono qui per merito suo, ho avuto lui come esempio - ha concluso -. Volevo essere come lui, volevo godermi questa Olimpiade. Me la sono goduta quasi fino alla fine. Sicuramente c'è dispiacere ma domani questa medaglia avrà un altro sapore". 

AZZI (FEDERSCHERMA): "PROTESTA UFFICIALE SU GARA MACCHI"
Il presidente della Federscherma, Paolo Azzi, "presentera' una protesta formale alla Fie e al Cio per l'inaccettabile arbitraggio della finale olimpica" del fioretto maschile vinta 15-14 dall'atleta di Hong Kong Ka Long Cheung contro l'azzurro Filippo Macchi. "La protesta - rende noto la Federscherma - e' supportata dal presidente del Coni, Giovanni Malago'". Il presidente federale Paolo Azzi ha detto di "non aver visto mai nulla di simile. È Filippo Macchi il vero vincitore e gli e' stato negato un oro che meritava".

MALAGO': "INACCETTABILI DUE GIUDICI ASIATICI"
Dopo Cerioni e Azzi, anche Giovanni Malagò non usa giri di parole per commentare quanto accaduto nella finale del fioretto maschile persa da Filippo Macchi contro Long Ka Cheung. "Ci sono degli sport in cui si va col centimetro e col cronometro, andiamo meglio in quelli. Poi ce ne sono altri con giudici e arbitri, bisogna rispettarli e comprenderli, ma abbiamo fatto una protesta ufficiale - ha detto il presidente del Coni -. Ho parlato a lungo con il segretario generale internazionale della federazione internazionale della scherma". "Il problema è che c’è un errore di fondo, inaccettabile per la credibilità dello sport: un giudice veniva da Taipei e uno dalla Corea - ha aggiunto -. Non ho dubbi che siano estratti a sorte, ma se il primo viene estratto dall’Asia, l’altro lo vai a pescare da Germania, Francia, Usa, Africa, Australia. Di certo non si può essere così superficiali per una finale olimpica. Senza dire di essere in cattiva fede, ma tutte le polemiche che vengono fuori hanno un fondamento". "Sono molto dispiaciuto, ho parlato con Azzi - ha concluso -. Sappiamo benissimo che la protesta lascia il tempo che trova ma siamo stanchi di questo tipo di situazioni". 

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