parigi 2024

Caso Khelif, Pellegrini: "Carini non serena ma caccia alle streghe fa vomitare"

L'ex nuotatrice azzurra, oggi membro CIO: "Il ritiro? A volte ti ritrovi rivali con cui non sei competitiva e il livello di testosterone non c’entra"

Il caso sollevato dall'incontro di boxe tra l'azzurra Carini e l'algerina Khelif è un "tema ultradelicato. L'algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura, magari sfiorano il doping e allora l'unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere". A dirlo, in un'intervista alla Stampa, è Federica Pellegrini, a Parigi alla sua prima Olimpiade fuori dall'acqua, come membro del Cio.

"Io - spiega - sono inclusiva sempre e a prescindere, nello sport però esiste la fisiologia ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile. I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione. Per tropo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta".

Su Carini, Pellegrini rivela: "Le ho parlato la sera prima del combattimento. Le ho detto: 'Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos'. Lei era motivata, ripeteva 'sono pronta, ce la metto tutta'. È un'atleta, reagisce in questa modalità, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l'avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alle streghe non si sopporta e mi fa vomitare".

Sui pugni molto forti subiti dall'azzurra, che ha deciso per il ritiro dopo 46 secondi, Pellegrini spiega: "Esistono le caratteristiche di base, ci sono tanti avversari ingiocabili, almeno in un dato momento. Se mi fossi mai tuffata contro Katie Ledecky nei 1500 metri avrei perso prima di iniziare e non ci avrei magari provato perché in quella distanza è infinitamente più forte di me. Detto ciò ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per sé e l'azzurra non è da criticare perché si è ritirata".

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