PARLA GIULIA CONTI

America's Cup, la prima volta di Giulia Conti con Luna Rossa Prada Pirelli: "Lavorare con ragazze giovani è una motivazione in più"

La 38enne romana ha raccontato la propria esperienza con il team tricolore che dal 5 al 13 ottobre affronterà la prima edizione della Puig Women's America's Cup

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© Ufficio Stampa

Giulia Conti rappresenta un'istituzione per il mondo della vela femminile. Quattro partecipazioni olimpiche, un titolo mondiale e uno europeo nel 49er FX, ma soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco. Dopo aver intrapreso la carriera di coach negli Stati Uniti conquistando il titolo di "National Coach of the Year" nel 2020 (prima non americana a ottenere tale riconoscimento), la 38enne romana è stata chiamata a far parte della spedizione di Luna Rossa Prada Pirelli in vista della prima edizione della Puig Women's America's Cup. Un'occasione che la velista capitolina non ha voluto farsi scappare puntando a riscrivere la storia della vela italiana. 

Cosa si aspetta da questa prima esperienza al femminile per l’America’s Cup?

Sicuramente è una grande opportunità per le donne nella vela, perché per la prima volta sono su un palcoscenico di alto livello, oltre alle Olimpiadi. È una chance storica, spero non sia un punto d';arrivo, ma uno di partenza e che porti magari un giorno a vedere una donna a bordo di un AC75.

Come ha trovato il team al suo ingresso?

Veniamo da background abbastanza diversi. Io e Giovanna Micol siamo quelle con più esperienza alle spalle, ma il resto delle ragazze sono molto giovani. Nonostante ciò, siamo unite e affiatate, decise a fare bene, allenarci con criterio ed essere sempre sul pezzo. Per questo è molto motivante essere in un team del genere, soprattutto a quasi trentanove anni, quando non è scontato trovare nuovi stimoli.

Perché ha scelto di puntare su questo progetto di Luna Rossa dopo aver vissuto quattro Olimpiadi?

Sin da piccola, quando gareggiavo con l'Optimist, guardavo comunque l'America's Cup. La prima edizione che ho seguito è quella del 2000 ad Auckland 2000 e mi svegliavo di notte per seguire vedere le regate.  Io guardavo più a quella tipologia di vela che alle classi olimpiche, tuttavia queste ultime rappresentavano le uniche chance per una giovane velista. Quando si è presentata la possibilità di far parte del team Luna Rossa Prada Pirelli, quindi, non ci ho pensato due volte, anche perché rappresenta una seconda e ultima possibilità di regatare al più alto livello di questo sport. In Italia Luna Rossa è un'istituzione, farne parte è un onore, un privilegio e soprattutto un sogno che si realizza.

Nel corso della sua carriera ha conquistato Mondiali ed Europei. Qual è stata la più grande soddisfazione?

Senza dubbio l'oro iridato che ho conquistato con Francesca Clapcich nel 2015 nel 49er FX, però anche il bronzo che abbiamo vinto l'anno precedente è stato molto sentito: quell’estate stavamo vincendo l'Europeo quando Francesca, durante una scuffia, si è fatta male alla caviglia. La sua partecipazione al Mondiale (che sarebbe valso anche per la qualificazione olimpica) è rimasta in dubbio sino all'ultimo, mentre io continuavo ad allenarmi con un ragazzo, in condizioni di vento scarso e con grandi sbalzi d’umore. Alla fine, siamo montate in barca tre giorni prima dell'inizio del Mondiale con il solo obiettivo di qualificarci per le Olimpiadi. Invece abbiamo portato a casa un bronzo che ci ha emozionato tantissimo.

Quanto l’aiuterà la sua esperienza olimpica in vista dell'America's Cup?

Parecchio, perché quando si tratta di regate dove ti giochi una medaglia, ti danno un carico di stress notevole. Ultimamente ho passato due quadrienni facendo l'allenatrice, quindi dall'altra parte e questo mi ha permesso di vedere le cose con un'altra prospettiva. Importante non è soltanto focalizzarsi sul risultato, ma anche sull'imparare cose nuove e come affrontare il processo di allenamento, cercare di migliorarsi nei minimi dettagli, pensando alle nostre performance personali e sportive giorno dopo giorno per dare poi il massimo. 

Quanto del suo ruolo di coach si porta dietro nell’esperienza con Luna Rossa Prada Pirelli?

C'è sempre questo lato di coaching che è cresciuto dentro di me e credo mi aiuterà parecchio, anche banalmente nella gestione dei dati e nel dare feedback delle ragazze che sono più giovani. Sicuramente è un valore aggiunto che mi sta facendo vivere questa esperienza in maniera più lucida.

Come si sente di fronte a delle ragazze che sono cresciute seguendo la sua figura?

Chi mi conosce sa che sono una persona molto alla mano. All'inizio notavo che le ragazze che erano molto timide, quasi mostravano una certa reverenza nei miei confronti, ma questi atteggiamenti mi mettono a disagio. Preferisco tendenzialmente sentirmi allo stesso livello delle altre atlete del team e cercare di trasferire loro la mia esperienza.

C’è qualche equipaggio che temete maggiormente in vista dell’appuntamento iberico?

In realtà non particolarmente, perché siamo ancora molto focalizzate su noi stesse. Le cose su cui lavorare sono tante e il tempo è poco. Stiamo cercando di spingere per migliorare sempre di più e tirar fuori il meglio. Capita di fare degli incroci con altre barche, ma è difficile capire il vero livello degli avversari, è tutto da prendere con le pinze. I miglioramenti si fanno giorno dopo giorno, motivo per cui non è detto che chi è più forte oggi, lo sia ancora domani.

Quali sono i suoi progetti dopo l’America’s Cup?

Sono talmente immersa in questo progetto che non ho molta motivazione per pensare a cosa sarà dopo. Fare troppi piani nella vita non porta da nessuna parte perché vengono puntualmente stravolti. Chiaramente mi piace il mondo delle classi olimpiche così come far l'allenatrice. E' molto probabile che continui in quella direzione, ma sono sempre aperta a qualsiasi cosa si presenti davanti a me. Sicuramente rimarrò nel mondo della vela, anche se non so ancora in che veste. 

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