Dopo il chiacchieratissimo incontro con Angela Carini agli ottavi di finale, Imane Khelif affronterà Anna Luca Hamori nei quarti del torneo olimpico di boxe femminile, categoria pesi welter. La pugile ungherese si è detta pronta ad affrontare l'algerina: "Non ho paura. Non mi interessano le storie della stampa e dei social media". A farle da contraltare, tuttavia, c'è stata la lettera di protesta al Cio da parte della Federboxe dell'Ungheria, che ha paventato l'ipotesi di contestare legalmente la presenza di Khelif.
L'Associazione pugilistica ungherese ha infatti reso noto di aver scritto sia al Comitato olimpico internazionale sia a quello ungherese: "Sono molto dispiaciuto che ci sia uno scandalo e che dobbiamo parlare di un argomento che non è compatibile con lo sport - le parole di Lajos Berkó, membro del consiglio esecutivo -. Questo è inaccettabile e scandaloso. L'associazione vuole esprimere la sua indignazione e chiedere al Cio di riconsiderare la sua decisione, che ha consentito di entrare nel sistema di gare del Cio a un atleta che era stato precedentemente bandito dai campionati mondiali (dell'International Boxing Association, ndr)".