Conclusa la stagione, il DS della GeVi Napoli Pedro Llompart era stato chiaro: "Dobbiamo confermarci e stiamo già lavorando per questo". Da metà maggio a inizio agosto passano più di due mesi, ma è questo il periodo necessario per non fare mosse azzardate. Per attuale "la politica dei piccoli passi" cui il presidente Grassi fa riferimento, consapevole del potere d'acquisto di una piazza senza coppe europee.
Uno degli ultimi, di questi passi, è però destinato a lasciare un'orma indelebile. Era chiamato a farlo anche all'Olimpia Milano, e lo ha fatto nel male. Che Kevin Pangos possa rivelarsi l'opposto per la GeVi, è la speranza di coach Milicic e di tutto il PalaBarbuto: rispetto al contesto del Forum, i punti di partenza sono però completamente diversi.
Se nelle gerarchie e nella distribuzione di responsabilità del roster milanese il canadese era "uno dei tanti" in grado di gestire ritmi e possessi, nella strutturazione di Napoli girerà molto più attorno a Pangos. Come l'ha descritto lo stesso Llompart al momento dell'ufficializzazione, "è un play moderno, ma alla stesso tempo classico, nel senso che è un giocatore che farà esprimere meglio i suoi compagni". In un contesto dove gli è riconosciuta piena fiducia per la prima volta da un paio di stagioni a questa parte, Pangos ha tutte le carte in regola per mettere in ritmo le bocche da fuoco napoletane. E, con un mercato che ha consegnato a Milicic giocatori che non ha mai allenato nelle esperienze passate, l'ex play di Zalgiris e Zenit avrà la possibilità di essere anche "coach in campo", coadiuvando le letture di uno staff tecnico privo di elementi di conoscenza pregressa coi volti nuovi - all'arrivo in Campania, la presenza di Sokołowski si era rivelata basilare per avere impatto immediato.
Se l'obiettivo dichiarato della dirigenza era quello di "alzare il livello fisico della squadra" e "allungare un po' la rosa, arricchirla per avere più armi a disposizione", il tassello sotto forma di Kevin Pangos è ideale: un regista in grado di connettersi direttamente all'unico profilo non perimetrale (Totè o Dut Biar) e di innescare il playmaking secondario di tutte le altre guardie ed esterni è ciò che serviva a Milicic per costruire un attacco pericoloso sin dai primi secondi dell'azione.
Con tanti palleggiatori ad alto ritmo (Manning Jr., Copeland e Hall su tutti) e altrettante possibili opzioni come bloccanti immediati per costringere le difese a scelte drastiche (Woldetensae, Treier e Williams sono minacce costanti dal perimetro), la diffusa pericolosità e interscambiabilità di ruoli e posizioni consente a Milicic, in linea teorica, di cavalcare il picco di forma dei singoli a seconda dei momenti della gara e della stagione.
Il mercato della GeVi Napoli non è ancora stato ufficialmente "chiuso" da parte di Grassi, dall'AD Dalla Salda o da Llompart: dove la squadra di Milicic avrebbe più necessità di ulteriori puntelli è nelle posizioni di 4/5, più numericamente che qualitativamente - l'edizione odierna de La Prealpina riporta l'interesse per Dragan Bender, ma il rientro dall'infortunio al crociato del croato è ipotizzato a dicembre. Il primo appuntamento stagionale - coincidentalmente l'obiettivo più velocemente e "facilmente" raggiungibile - è fissato per il penultimo weekend di settembre alla Unipol Arena di Casalecchio di Reno. Alla Frecciarossa Supercoppa, la GeVi Napoli si presenta ancora come la meno accreditata del lotto, ma forse con abbastanza certezze da credere di avere la meglio, in gara secca, di Milano, Bologna e Tortona. Perché, con Kevin Pangos a dirigere le operazioni, Milicic vuole e può rifarlo di nuovo.