PARIGI 2024

Olimpiadi, Marcell Jacobs non si arrende e guarda già al futuro: "A Los Angeles 2028 voglio riprendermi la medaglia che è mancata qui"

Il 29enne di Desenzano del Garda si prepara ad affrontare la finale della staffetta 4x100 fissando già gli obiettivi per il prossimo quadriennio

Jacobs 5° nei 100 metri, oro al fotofinish per Lyles

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Il quinto posto nella finale dei 100 metri non rappresenta un punto d'arrivo per Marcell Jacobs, ma piuttosto per una nuova partenza per riprendersi quella medaglia mancata a Parigi per soli quattro centesimi. Il campione olimpico di Tokyo 2020 vuole tornare protagonista dopo un triennio complicato e per farlo punterà tutto sulla staffetta 4x100 metri prima di concentrarsi sulla strada che porta a Los Angeles 2028

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"Sono fiducioso che a Los Angeles arriveremo per riprenderci quella medaglia che non è arrivata qui e a quel punto potrei pensare di mettere un punto alla mia carriera. Ora non è ancora il momento perché sento di poter dare ancora tanto e ottenere grandi soddisfazioni a partire dal prossimo anno dove c'è un Mondiale su una pista molto amica come quella di Tokyo, dove ho ottenuto due medaglie d'oro. È un Mondiale, è l'unica medaglia che mi manca, per cui sono fiducioso che si possano ricreare altri quattro anni ad alto livello - ha spiegato il 29enne di Desenzano del Garda a margine del turno di qualificazione delle staffette -. Valutando a mente fredda sto notando gli aspetti positivi di questa stagione che non è ancora finita, non solo quelli negativi. L’obiettivo principale erano ovviamente queste Olimpiadi e dimostrare di esserci quanto conta, avvicinare il personale o lo stagionale e questo mi dà tanta forza ed energia per il futuro. Sapere di esser a sei centesimi dalla medaglia d’oro un po’ rosico perché non abbiamo fatto una gara perfetta, si poteva limare ancora qualcosa e per questo sono un po’ amareggiato di non esser riuscito a raggiungere questa medaglia. Sapevo che sarei arrivato qui e avrei tirato fuori quello che sarebbe servito per andare forte. Ciò non è bastato in una finale in cui tutti hanno corso forte, ma sapevo che potevo fare qualcosa di più. Non mi sono mai arreso, sono caduto e mi sono rialzato ogni volta e questa è una rinascita dopo la scorsa stagione. Sono molto focalizzato sul lavoro che c’è da fare".

Il podio mancato a Parigi è frutto anche di una preparazione complicata, dovuta anche dall'addio in primavera a Paolo Camossi e l'approdo alla corte di Rana Reider dove il portacolori delle Fiamme Oro Padova ha trovato il clima giusto per ritrovare le sensazioni che il 1° agosto 2021 l'ha portato sul tetto del mondo: "Ho intrapreso questa strada non pensando di far solo un anno e dover ricominciare a fare tutto da capo, ritrovandomi in questa situazione. L’obiettivo è, una volta finita la stagione, di tornare negli Stati Uniti e programmare la prossima annata sapendo già che ci vorrà una preparazione differente Il Mondiale sarà a fine stagione, quindi dovremo lavorare intensamente - ha confessato Jacobs parlando anche del ritiro dell'accredito al suo allenatore durante i Giochi -. Quanto è successo a Reider è in realtà una questione vecchia di tre anni, che lui aveva già risolto e per questo motivo ho scelto di andare da lui. Il fatto che la situazione sia riemersa non significa che la questione sia ancora viva. È già tutto risolto, motivo penso che si concluderà al meglio".

A questo punto i dubbi più concreti potrebbero riguardare l'età di Marcell che a Los Angeles si presenterà alla soglia dei 34 anni; un dato da non sottovalutare per un velocista, ma che non sembra spaventare il fuoriclasse bresciano che ha davanti a sé esempi illustri: "Nonostante abbia quasi trent’anni, a livello atletico mi considero molto giovane visto che i primi anni di carriera ho praticamente giocato, senza mia spremermi fino in fondo. Anche in questi due anni non ho dato il massimo dopo esser stato più fermo che altro, motivo per cui tutto ciò potrebbe esser un mio vantaggio. Basti vedere Simbine che ha fatto quarto posto e record nazionale a 31 anni per cui non credo che l’età sia un problema. E’ solo un numero e quindi conta fino a un certo punto. Chiaro che se a 16 anni lavori come uno di 25, poi a 30 non arrivi al massimo della forma".

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Lasciando da parte il futuro, ora il pensiero è alla staffetta 4x100 e a quella finale che potrebbe regalare una nuova medaglia all'Italia dopo il successo in terra giapponese. Un traguardo che non appare così complicato da raggiungere a patto che si possa migliorare quanto visto in qualificazione: "Siamo contenti di esser riusciti a entrare in finale, la nostra batteria era quella più difficile perché con il nostro tempo avremmo vinto l’altra e ci saremmo ritrovati una corsia migliore per la finale, però questo è lo sport. Ora scenderemo in pista con un’altra energia, giocandoci il tutto e per tutto. Dovremo fare una riunione per capire cosa ha funzionato e non funzionato per poter correre veramente forte nella finale - ha concluso Jacobs -. Penso che in realtà chi sono veramente forti sono gli Stati Uniti che hanno schierato due che non correranno con due che correranno più forte. Il livello è davvero alto. Gli altri penso siano al nostro livello e per questo vorremmo esser il più vicino possibile agli Stati Uniti per ritrovare un altro risultato di spessore come a Tokyo". 

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