Simone Consonni ed Elia Viviani hanno vista l'ombra della beffa a pochi giri dalla fine quando, dopo una gara completamente pazza, stavano volando verso la medaglia nella madison. Un traguardo che il ciclismo italiano non aveva mai conquistato al maschile e che, a causa di una caduta del bergamasco, ha rischiato improvvisamente di fuggire. Il 29enne di Brembate Sopra si è rialzato prontamente e ha ripreso la corsa verso il podio insieme al 35enne di Isola di Scala conquistando un argento storico, che vale come un lieto fine gradito per il fuoriclasse veronese, all'ultima Olimpiade.
"Dovevamo partire con coraggio e provare due sprint fatti bene prima che la gara esplodesse, poi abbiamo continuato con un buion passo senza dare tutto come ci eravamo ripromessi. Quella caduta ha rimescolato tutto e i portoghesi sono andati a doppia velocità - ha spiegato Viviani ai microfoni di Raisport -. I campioni accettano anche una sconfitta ma per me questa è una terza medaglia della mia collezione, sia per me che per Simone Consonni. Questo per noi è un premio dopo tanti anni corsi da compagni di squadra e da avversari su strada".
Per il veronese si tratterà dell'ultimo appuntamento olimpico dopo aver conquistato nell'omnium l'oro a Rio de Janeiro 2016 e il bronzo a Tokyo 2020, un finale da favola per chi ha riportato il movimento tricolore sul tetto del mondo: "Corriamo sempre per l'oro perciò c'è quella di Rio. Quella di Tokyo è stata la medaglia della rivincita e questa chiude il cerchio - ha aggiunto Viviani -. Io e Simone siamo partiti con l'idea di fare quest'ultima gara al massimo, senza voler essere nella media. A Los Angeles non ci sarò. Supporterò i ragazzi magari da una villa a Malibu'".
Chi non si accontenta è Consonni che, dopo il bronzo nell'inseguimento a squadre, ha messo nel palmarés un altro traguardo per una carriera senza fine: "Poteva andare meglio, volevamo partire forte, non avevamo nulla da perdere e volevamo fare una bella corsa per noi e per rutti i ragazzi che ci hanno sempre creduto. Non è stata una corsa facile, nell'ultimo anno io ho lavorato molto per il quartetto e Viviani nell'omnium, non ci siamo ritagliati tanti spazi insieme ma è una medaglia pesante che ci inorgoglisce tanto - ha sottolineato l'orobico -. La caduta? Ho aggiunto un po' di pathos nel finale, ci ha rovinato e ci ha scombussolato le ultime due volate, sono risalito acciaccato ma è una medaglia che vale tanto",