Era una fredda sera di fine gennaio 2021: a Udine l'Inter non riusciva a sbloccare il risultato e l'allenatore Antonio Conte era nervoso per alcune decisioni arbitrali. Nel silenzio degli stadi vuoti a causa del Covid risuonò chiarissima la frase del tecnico leccese indirizzata al direttore di gara che gli mostrò il cartellino rosso: "Sei sempre tu Maresca, sei sempre tu". E oggi è proprio il diretto interessato, Fabio Maresca, a commentare con ironia quello che lui stesso ha definito "un meme che mi accompagna da anni".
Intervistato dal Corriere della Sera, Fabio Maresca ha commentato quell'episodio: "È un meme che mi accompagna da anni. Ci sono affezionato. Chiarimmo subito, quindi è acqua passata", ha detto. Visto che Conte è tornato in Serie A, sulla panchina del Napoli, i due sono destinati a ritrovarsi e, come ci tiene a chiarire l'arbitro, a farlo senza rancore. "Sarà un piacere ritrovarlo, perché ritroviamo un allenatore top che arricchisce il campionato italiano", ha spiegato Maresca.
Proprio Maresca si trova a raccogliere l'eredità di Daniele Orsato, che lo scorso anno ha arbitrato la sua ultima gara in campionato e ha chiuso la carriera agli Europei: "Un onore. La sua assenza peserà perché non era solo il migliore ma anche il nostro capitano. Grazie a lui siamo cresciuti, oggi c'è un gruppo giovane ma forte. Diciamo che non c'è più un capitano ma una squadra di capitani. E ognuno porta il peso che può", ha detto Maresca.
A proposito del ruolo dell'arbitro, Maresca è tornato anche sull'episodio dei fischi razzisti a Udine al portiere del Milan Maignan: "Mi sono solo comportato come un fratello maggiore. L'arbitro oggi non può fare solo l’arbitro ma deve capire tutto il contesto e quello che avviene attorno al campo. La società è più complessa, come il calcio. La lotta al razzismo deve coinvolgere tutti, inclusi noi arbitri".