Sintayehu Vissa, atleta italiana di origine etiope, ha onorato nel migliore dei modi la sua prima partecipazione olimpica a Parigi grazie all'impresa di battere il primato italiano dei 1500 metri femminili, appartenente dal 1982 a Gabriella Dorio che detiene ancora il più vecchio esistente degli 800 metri dal 1980, con il tempo di 3'58"11 corso nella semifinale dove però ha chiuso al decimo posto assoluto, non riuscendo a qualificarsi per la finale.
Nata a Bahir Dar in Etiopia il 29 luglio 1966, è stata adottata nel 2006 da una famiglia di Pozzecco di Bertiolo in provincia di Udine, praticando l'atletica dal 2008 dopo una breve esperienza con la ginnastica artistica, inizialmente sui 400 ostacoli e poi sui 400 e 800 piani ma senza ottenere risultati di particolare interesse sino al 2020, anche a causa di un infortunio importante al crociato destro che l'ha tenuta a lungo ferma.
La svolta della sua carriera è avvenuta in età agonistica già avanzata, dopo essersi trasferita intorno ai 24 anni nel periodo dell'esplosione della pandemia mondiale in Florida, per studiare presso l’ateneo del Mississippi con sede a Oxford, quando ha cominciato ad allenarsi sotto la guida di Ryan Vanhoy, tecnico del mezzofondo dei Rebels, il quale ha capito le sue reali potenzialità espresse in maniera importante dalla stagione indoor 2022, con enormi progressi e il secondo posto nei campionati universitari al coperto sul miglio, per poi all'aperto vincere il titolo NCAA nei 1500 metri, primo significativo trofeo della sua nuova vita sportiva.
Dall’autunno del 2022 si è trasferita a Boulder, in Colorado, con il tecnico Dathan Ritzenhein, ex primatista statunitense dei 5000 metri, e nel gennaio 2023 ha battuto il vecchio record nazionale del miglio al coperto di Gabriella Dorio, così come pochi giorni fa, alle Olimpiadi di Parigi, ha sottratto alla campionessa olimpica di Los Angeles 1984 l'ancor più significativo record italiano dei 1500 all'aperto che resisteva dall'agosto del 1982.
Sinta hai battuto uno dei due più vecchi record italiani femminili che resisteva dal 1982 e appartenente alla mitica Gabriella Dorio, ma non è bastato per la finale. Sul momento più gioia o rammarico?
"Assolutamente solo gioia e un grandissimo onore per essere riuscita a fare meglio di una straordinaria atleta, riferimento per tutte noi mezzofondiste, che peraltro detiene ancora il primato dell'altra mia disciplina degli 800. Sono molto felice per quanto realizzato, l'obiettivo della stagione era quello di correre sotto i 4 minuti, e sapevo che anche facendolo sarebbe stato molto difficile conquistare la finale per cui sono molto orgogliosa di me stessa, anche perché ho corso tre gare in tre giorni e ho dato il meglio proprio nell'ultima. Nessun rammarico quindi ma tanta felicità".
Sei arrivata a Parigi in una condizione fisica straordinaria. Avete programmato la stagione solamente su questo obiettivo, visto anche il risultato meno brillante degli Europei di Roma, o in quest'ultima occasione hai risentito di altri problemi?
"Allenandomi negli Stati Uniti con un gruppo di lavoro composto da tanti atleti non europei, la preparazione generale è stata improntata dal nostro allenatore su agosto e sul riuscire a raggiungere il picco della forma nel periodo dei giochi. Ovviamente ci avrei tenuto a fare una miglior prestazione nel corso degli europei in Italia, ma ho avuto un infortunio a inizio anno e quando ho visto nelle prime gare disputate a maggio che non riuscivo ad avvicinare i 4 minuti come mi ero prefissata, ho subito come un sovraccarico di stress e non ho affrontato mentalmente con la giusta sicurezza la batteria di Roma, dove sono stata subito eliminata".
Hai sentito e visto Gabriella Dorio dopo il primato?
"Non c'è stata occasione e non ho ricevuto nessun complimento diretto, ma i miei genitori che erano in Italia mi hanno detto di aver letto che lei mi ha fatto i complimenti pubblici, dicendo anche che avrebbe aperto una bottiglia di spumante per brindare al mio primato".
Cosa cambia nella tua carriera dopo questo primato?
"Cambia nella misura in cui vuol dire che il duro lavoro fatto negli ultimi anni ha pagato e ho avuto la conferma di valere un tempo che sapevo di poter fare già dalla stagione passata, per i riscontri in allenamento, ma adesso che è successo veramente mi proietta verso nuovi obiettivi, a cominciare dalla speranza di poter partecipare più spesso ai principali meeting di Diamond League. D'ora in avanti non voglio più pormi limiti di alcun genere, perché questo crono mi dà grande sicurezza nelle mie possibilità".
Quali sono i tuoi programmi per il prosieguo della stagione?
"Certamente correrò il 30 agosto nella Diamond League del Golden Gala a Roma sui 1500, mentre sono in lista di attesa sempre nella Diamond del 25 agosto a Chorzow in Polonia. A settembre gareggerò il 3 al meeting di Rovereto sui 3000 e forse l'8 nel meeting di Continental Tour Gold di Zagabria ancora sui 1500, per chiudere la stagione con una partecipazione alle finali dei campionati societari per dare una mano alla mia società italiana dell'Atletica Brugnera Friulintagli".
Tu sei l'unica atleta italiana professionista senza far parte di un gruppo militare. Come è nata questa opportunità che hai avuto due anni fa negli Stati Uniti?
"Dopo che ho vinto nell'estate 2022 il titolo sui 1500 metri NCAA, mi è stata offerta la possibilità di entrare nel gruppo professionistico On Athletics Club, che fa capo all'azienda di abbigliamento On, rimanendo ovviamente a vivere e allenarmi negli Stati Uniti, piuttosto che tornare in Italia avendo concluso il mio ciclo primario di studi universitari, e ho seguito il mio istinto accettando con entusiasmo questa proposta che mi sta dando i grandi risultati attuali".
Nelle grandi competizioni mondiali riesci sempre a dare il meglio e già l'anno scorso ai mondiali di Budapest avevi fatto il tuo personale prima di quelli di Parigi, pur se eliminata in batteria in quanto era risultata la più veloce. Quest'anno hai rischiato ancora questa beffa ma fortunatamente c'era la novità dei ripescaggi. Al di là del fatto che per te siano stati fondamentali, cosa pensi di questo nuovo meccanismo introdotto e da taluni criticato?
"In effetti l'anno scorso ai mondiali ho patito la delusione di non essere nemmeno riuscita a passare in semifinale con quel crono, ma quantomeno ho avuto la soddisfazione di realizzare subito il minimo per le Olimpiadi, con il vantaggio di non doverlo fare in questa stagione. Non ho una precisa idea sul meccanismo dei ripescaggi, certo per me è stato molto meglio ci fossero, forse avrebbero potuto fare altro per premiare i tempi migliori delle batterie, e in ogni caso io nella mia ho spinto sino in fondo anche quando ho capito che non sarei riuscita a qualificarmi direttamente".
Quali obiettivi ti poni per il futuro a livello di specialità, nel senso che potresti pensare di allungare le distanze, o ritieni che il mezzofondo veloce sia perfetto per te?
"Il mezzofondo veloce è sicuramente il mio campo ma le mie caratteristiche fisiche possono sicuramente farmi allungare le distanze, e infatti già quest'anno era in programma di provare anche un 5000 ma l'infortunio nella prima fase della stagione ci ha poi fatti concentrare totalmente solo sui 1500 per le Olimpiadi. L'anno prossimo, però, sicuramente ci riproverò e vedremo che tipo di riscontro possa darmi la distanza più lunga".
Ti alleni con atleti straordinari, quanto è importante e stimolante per te questo?
"Confrontarsi quotidianamente con atlete quali Hellen Obiri, bronzo a Parigi nella maratona, o atleti quali Yared Nuguse terzo nei 1500, giusto per citarne un paio, è qualcosa che infonde una carica eccezionale, al di là delle diverse caratteristiche di ciascuno di noi, e sinceramente sono molto orgogliosa nel far parte di questo gruppo".