Passare dalle rampe delle Dolomiti alle acque del golfo di Barcellona appare un’impresa difficile da completare, ma se si tratta di Paolo Simion tutto ciò è possibile. Il 31enne di Martellago ha chiuso nel 2021 la propria carriera di ciclista professionista con all’attivo una vittoria al Giro della Croazia e a quel punto ha deciso di tentare la via del mare venendo selezionato da Luna Rossa Prada Pirelli come cyclor per la trentasettesima edizione dell’America’s Cup. Un’esperienza tutta nuova per l’atleta veneziano che punterà a sfruttare le proprie doti sulle due ruote per lanciare l’equipaggio tricolore.
Com’è nata l’idea di passare dal ciclismo alla vela?
Alla fine del 2021 avevo deciso di terminare la mia carriera da ciclista professionista poiché, pur avendo un contratto con un team cinese, la pandemia mi impediva di raggiungere la Cina; così, quando un amico mi ha informato che da Luna Rossa Prada Pirelli cercavano dei ciclisti, ho provato ad inviare una mail. Dopo diversi mesi ho fatto i primi test a casa, successivamente sono andato a Cagliari a farne altri e alla fine sono entrato nel team.
Cosa l’ha sorpreso maggiormente di questo sport?
Sicuramente la potenza di queste barche che sfruttano solo la velocità del vento, riuscendo quasi a triplicarla. Mi ha colpito molto anche il numero di persone che lavora nel team: dai designer allo shore team, passando per segreteria, cucina, velisti, logistica, comunicazione… Si tratta di tantissime persone, ciascuna fondamentale a far girare al meglio il meccanismo. Perché questa sfida è di tutti, non solo dei velisti.
Non le manca il mondo delle due ruote dopo aver corso da professionista e svolto anche il ruolo di regolatore al Giro d’Italia?
Sì, mi manca, non posso negarlo, anche perché per più di vent’anni è stato la mia vita. Soprattutto, mi mancano il gruppo direzione di Rcs e il ruolo di regolatore di corsa, perché mi hanno fatto vedere il ciclismo da un’altra prospettiva e mi hanno insegnato tanto. Comunque, un cambio di vita come questo mi ha aiutato tantissimo a staccarmi da questo mondo sotto l’aspetto sportivo, altrimenti avrei continuato fare continui paragoni con la vita che facevo prima (orari, allenamenti, cibo).
Come è stato accolto dai suoi colleghi che sono tradizionalmente abituati a uno sport come la vela?
Mi hanno accolto a braccia aperte. Tecnicamente non sapevo nulla di vela e non ero mai salito su una barca, ma loro mi hanno “preso per mano” e mi hanno formato in tutto.
Come sono cambiati gli allenamenti rispetto a quando gareggiava su strada?
Sono cambiati molto perché lo sforzo della regata dura da 25 a 30 minuti, quindi non faccio più 4/5 ore di bici al giorno, ma allenamenti più brevi e intensi e una volta a settimana un allenamento più lungo su strada. Inoltre, faccio tutti i giorni palestra per incrementare la massa e mantenere il peso giusto per andare in barca (ho preso quattordici chili da quando ero un ciclista professionista).
Siccome dovete produrre energia, quanti watt siete chiamati a esprimere nel corso di una regata?
In barca lo sforzo non è continuo, quindi non andiamo a watt costanti, ma ci regoliamo in base alle richieste che ci vengono fatte dei velisti. Ci può essere richiesto uno sprint ad elevato wattaggio, così come mantenere 550/600 watt per diversi minuti. Più o meno facciamo 400 watt medi durante la regata, ma dipende dal vento e dalle onde che troviamo sul campo di gara.
Come ci si sente a pedalare in mezzo al mare rispetto a rimanere su una strada?
La sensazione è alquanto singolare, perché anche se pedaliamo rimanendo fermi, (una sorta di indoor cycling), la barca è in continuo movimento tra le onde, quindi devi conciliare la ricerca dell’equilibrio con il tuo lavoro. Anche se la sensazione più incredibile è la leggerezza che trasmette la barca quando si solleva e vola sui foil.
Secondo lei in futuro ci sarà la possibilità di vedere alcuni suoi noti colleghi della pista cimentarsi in questa avventura?
Penso che i pistard siano il compromesso migliore per il ruolo di cyclor, perché hanno valori di potenza elevati e caratteristiche fisiche adatte per rientrare nei parametri di peso imposti dal Protocollo della 37^ America’s Cup. Ma le regole le fa il vincitore e quindi potrebbe cambiare tutto. Qualunque cosa accada, io spero che mantengano i cyclor…