"E' stato un percorso piuttosto lungo, già a gennaio la Fiorentina aveva chiesto informazioni. A giugno quando la Fiorentina è tornata sotto mi ha fatto piacere l'interesse e non ho avuto dubbi ad accettare. Sono felice e carico di questa nuova avventura". Si presenta così Albert Gudmundsson, il nuovo attaccante viola arrivato dal Genoa alla corte di Raffaele Palladino con la formula del prestito oneroso a 8 milioni con obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni fissato a 17 milioni + 3,5 di bonus. "Essere qui significa molto per me, la Fiorentina è una grande società con grandi ambizioni. Il club e i tifosi meritano di vincere qualche trofeo. Sul piano mentale sono pronto, su quello fisico ho un piccolo problema al polpaccio ma spero di essere pronto prima della sosta".
Su Palladino: "Il mister è giovane, molto ambizioso, ha tanta energia e idee molto fresche, Quando ho parlato con lui avevo già buone sensazioni. Lui chiede tanto ai giocatori e penso che con lui posso fare un altro step nella mia carriera. Lui è uno dei motivi per cui sono qui".
Sulla posizione in campo: "Sono un giocatore che può ricoprire tanti ruoli. Fascia, trequartista, attaccante e anche a centrocampo. Non importa dove giocherà, basta dar mano alla squadra".
Sul rinnovo con il Genoa: "I commenti di Blazquez mi hanno lasciato un po' scioccato perché avevo un rapporto molto buono con lui e lo conoscevo anche a livello personale, la sua è una bella famiglia. Non voglio parlare male di lui, mi ha aiutato molto negli ultimi due anni e mezzo ma la gente non deve credere a tutto quello che dicono i media. Diceva che mi aveva offerto un aumento di 1 milione di euro, il che è ben lontano dalla verità".
Sul numero di maglia: "Non ho avuto neanche tempo per poterci pensare. Lo deciderò questa settimana".
Sul processo: "Sarà a settembre ma non avrà un impatto su di me. Sono concentrato sulla mia famiglia e il calcio e sono fiducioso che ci sarà giustizia".
Su Gilardino: "Sto ancora crescendo, non ho ancora raggiunto il massimo delle mie potenzialità. Credo che lui mi abbia aiutato molto per imparare a finalizzare davanti alla porta. Mi diceva sempre che era molto importante il fiuto per il gol. Gli sarò sempre riconoscente".