"Sinner non farebbe mai nulla intenzionalmente. Si è trovato in una situazione sfortunata. La verità è uscita fuori, nessuna colpa o negligenza, e speriamo che si possa mettere alle spalle tutto questo". A parlare è Darren Cahill, uno dei due allenatori di Jannik Sinner insieme a Simone Vagnozzi. "La ragione per cui è stato possibile per lui continuare a giocare dopo la corta sospensione provvisoria è che hanno potuto collocare precisamente dov'è capitato l'incidente e hanno potuto spiegare quello che è successo con lo spray", ha detto a Espn sul caso che ha coinvolto l'altoatesino, trovato positivo al Clostebol e scagionato. Cahill ha spiegato che il team ha saputo della situazione in essere solo dopo il Masters 1000 di Miami, che Sinner ha vinto, e l'ITIA ha subito dopo iniziato la propria indagine.
E ancora: "Siamo rimasti così tranquilli perché credevamo al fatto che Jannik era innocente - ha proseguito Cahill alla tv americana - Siamo stati sentiti tutti, anche la scorsa settimana, dal tribunale di tre membri di Sports Resolution (che ha poi emesso la sentenza, ndr) con delle audizioni via Zoom, sia io che Jannik abbiamo testimoniato. Sono stati due mesi difficili psicologicamente e fisicamente per Jannik, ma questo dà ancora più valore agli ultimi risultati che ha ottenuto".
Cahill è entrato poi nei dettagli del caso: "Sapevamo di tutto questo da qualche mese e sapevamo che si trattava di una vicenda molto seria. A marzo, durante il torneo di Indian Wells, Giacomo Naldi, il fisioterapista di Sinner, ha messo la mano nella sua borsa e si è tagliato un dito con un tronchesino che usava per trattare i calli ai piedi di Jannik. Si è trattato di una ferita fastidiosa. Io non ho visto nulla: l'unica persona che era nella stanza con lui in quel momento era Umberto Ferrara, il preparatore atletico di Jannik - ha riferito l'allenatore australiano -. Neanche Jannik sapeva. Io sono entrato nella stanza e ho visto che si stava fasciando il dito. Gli ho chiesto che cosa fosse successo e lui mi ha risposto che si era tagliato. Gli ho domandato se potessi aiutarlo in qualche modo, ma mi ha risposto che la ferita non era un problema. È stata l'ultima volta in cui ho pensato a questo episodio". "In seguito Jannik ha visto Giacomo e ha notato il taglio. Gli ha chiesto cosa fosse successo e se stava usando pomate o creme per curare il dito e lui gli ha risposto di no, il che era vero in quel momento - ha proseguito Cahill -. Quello che è successo dopo lo sanno Ferrara e Naldi. Ferrara aveva con sé uno spray, molto comune in Italia, ma che io non avevo mai visto né sentito prima. Ferrara ha offerto a Naldi lo spray che si portava dietro per ragioni personali. Dentro lo spray c'era una sostanza comune in Italia, tanto che ci sono già stati casi di tennisti italiani che sono risultati positivi dopo aver usato questo spray".
"Durante la settimana, Giacomo ha usato lo spray per curarsi il dito, senza che noi lo sapessimo. Nel frattempo ha continuato a trattare Sinner e così la sostanza è passata da lui a Jannik. Non sapevamo nulla del test fino a Miami. Jannik è stato avvisato dopo aver vinto Miami di essere risultato positivo a un controllo antidoping a Indian Wells e abbiamo immediatamente capito che doveva essere colpa di quello spray che poi ho visto e che apparteneva al preparatore atletico - ancora dal racconto del coach di Sinner - È stato possibile rintracciare subito la fonte della contaminazione, ma la sospensione era già scattata. Per cui l'obiettivo era lavorare per cancellarla. Il team di Sinner si è riunito con urgenza e la storia è stata chiarita così come è avvenuta. La spiegazione è stata accettata e si è capito che Sinner non aveva colpe, quindi gli è stato permesso di continuare a giocare. Jannik è un ragazzo fantastico, molto professionale. Forse è addirittura il ragazzo più professionale con cui io abbia mai lavorato in carriera - ha sottolineato il suo allenatore -. Non avrebbe mai imbrogliato intenzionalmente".
SINNER: I DUBBI DELL A STAMPA ESTERA
"Positivo al controllo a marzo, innocente cinque mesi dopo: il caso Sinner viene alla luce e suscita interrogativi". Così sul caso del tennista italiano numero uno del mondo il francese L'Equipe, che apre il sito internet con il titolo 'Affaire Sinner: una rivelazione tardiva e numerose domande'. L'Equipe parla di "un segreto ben custodito" finora. "Jannik Sinner riceve una sanzione antidoping dopo dei test positivi al clostebol, una sostanza proibita", titola The Athletic, realizzato sul web della redazione sportiva del New York Times, che tiene però la notizia non in primo piano."Un tribunale a seguito di un'indagine antidoping non ha riscontrato 'colpa o negligenza' da parte dell'italiano, si legge nel sommario online. Insinuante e ironico invece Marca, quotidiano sportivo spagnolo. 'Fatture, uno spray e accuse di un trattamento di favore', questo il titolo di apertura del sito. 'La verità è venuta alla luce - Sinner è risultato positivo, ma non sarà squalificato'. Nell'altro titolo di spalla si legge 'Il tennis esplode dopo la doppia positivita' di Sinner. Bingo!'.