Il ritorno di Eimantas Bendzius dopo un’intera stagione, la voglia di riscatto, la responsabilità da capitano, i sogni di Coppa. È un ragazzo che non gira intorno alle domande, che va dritto al punto. I suoi occhi non mentono, ha passato una stagione durissima, momenti di sofferenza post infortunio, ha lavorato come un matto per rientrare ed essere il giocatore di prima. Ore e ore di fisioterapia, piscina, campo, le prime tre amichevoli con la Lituania, il ritorno a Sassari, i gradi di capitano e quel pensiero fisso, il basket giocato.
IL GRANDE RITORNO
“Ho guardato da fuori, ho aspettato tanto questo momento, durante l’estate ho continuato a lavorare duro per essere pronto sia con la Nazionale che individualmente con il personal coach. È tutto nuovo, squadra, giocatori, Markovic dall’inizio, un’ulteriore sfida”.
Nella passata stagione dopo l’addio di Gentile è stato nominato capitano insieme a Diop che ne ha fatto le veci fino al termine del campionato
MESSAGGIO DA CAPITANO
Eimantas Bendzius ora è realmente il capitano sul campo, il messaggio è chiaro:
“So che la passata stagione non è stata facile, ma credete in noi, supportateci, stateci vicino, daremo il massimo e tireremo le somme a fine stagione”.
© IPA
CAPITOLO EUROPA
Il primo obiettivo si chiama Antalya, sede del qualification round di BCL:
“Inizieremo prima con la BCL, appuntamento importante, sto bene, mi sento bene, ho ottime sensazioni. Vedo compagni che sono molto disponibili, che lavorano intensamente e che vogliono fare gruppo il prima possibile. Abbiamo giocatori di qualità, di esperienza che hanno già giocato a certi livelli, penso che Markovic e Pasquini abbiano scelto benissimo, mettendo anche giocatori con caratteristiche differenti, ora tocca a noi sul campo, penso che potremmo disputare una buona stagione”.
SOGNO BCL
“Non siamo partiti bene nelle ultime stagioni, abbiamo giocato meglio, siamo migliorati nel corso della competizione, mi piacerebbe andare avanti in Coppa, essere protagonisti, riuscire ad avvicinarci alla Final Four, però dobbiamo pensare a una partita alla volta, da Antalya, eventualmente ai gruppi e poi il resto”.
Lo abbiamo sempre visto con quei suoi occhi di ghiaccio, tiratore freddo e micidiale, giocatore di grande intelligenza, anche se capitano un po’ filtra l’emozione e la responsabilità del ruolo:
“Ci sono delle cose che mi competono anche fuori dal campo, all’interno del gruppo, regole da rispettare, i ragazzi mi chiedono, ascoltano, sono contento di poterli aiutare, il gruppo è fondamentale, sono qui per questo”
© IPA