"Ho avuto una bella vita. Penso che tutti noi abbiamo paura del giorno in cui moriremo ma la vita riguarda anche la morte. Spero che alla fine la gente dirà, sì, era un brav'uomo, ma non tutti lo diranno". Qualche giorno fà aveva commosso il mondo del calcio con le sue toccanti parole, oggi la terribile notizia della sua scomparsa. Sven-Goran Eriksson si è spento all'età di 76 anni a causa di un brutto male contro cui combatteva da tempo. L'ex tecnico di Lazio e Sampdoria ha voluto lasciare un ricordo di lui in un documentario di Prime. "Spero che mi ricorderete come un ragazzo positivo che cercava di fare tutto il possibile - ha aggiunto il tecnico svedese - Non dispiacetevi, sorridete. Grazie di tutto, allenatori, giocatori, il pubblico, è stato fantastico. Prendetevi cura di voi stessi e prendetevi cura della vostra vita, evivetela", ha lanciato questo messaggio fosse consapevole che sarebbe stato l'ultimo.
LA CARRIERA: GLI INIZI
In quarant'anni di carriera il tecnico svedese è divenuto l'unico ad aver centrato il double, costituito dalla vittoria del campionato e della coppa federale nello stesso anno, in tre paesi diversi: Svezia, Portogallo e Italia. Ma facciamo un passo indietro. La sua storia da allenatore inizia nel 1976, quando a 27 anni approda al Degerfors e a distanza di un anno diventa primo allenatore. Successivamente viene chiamato ad allenare l'IFK Göteborg con cui al terzo anno centra l'accoppiata campionato-coppa nazionale e guida la formazione svedese in finale di Coppa UEFA, contro i tedeschi dell'Amburgo vincendo il treble. Dopo questa parentesi approda al Benfica nel 1982. Già nel primo anno conquista la Primeira Liga e la Coppa di Portogallo e portando la propria squadra alla finale di Coppa UEFA. Nell'anno successivo la sua squadra vince di nuovo il campionato, completando un biennio durante il quale perde solo tre partite.
GLI ANNI IN ITALIA
Sull'onda di questi successi approda quindi nel campionato italiano, nell'84 diventa direttore tecnico della Roma. Al suo secondo anno coi giallorossi va vicino alla conquista dello scudetto con un'esaltante rimonta ai danni della Juventus, raggiunta nella terzultima giornata. Rimane nella capitale anche la stagione successiva. Nell'87 approda sulla panchina della Fiorentina, che guida per il successivo biennio con risultati discreti. Ma il destino lo riporta al Benfica, dove colleziona grandi successi. Torna in Italia solo nel 1992, come direttore tecnico della Sampdoria. Rimane a Genova per cinque anni, in cui riesce a vince la Coppa Italia 1993-1994 e ottiene un terzo posto come miglior risultato in campionato. Ma la storia la scrive con la Lazio. Sotto la sua gestione sono passati campioni come Roberto Mancini, Alessandro Nesta e Christian Vieri. Sulla panchina biancoceleste vince lo storico scudetto nella stagione 1999-2000 caratterizzato da un testa a testa fino all'ultima giornata con la Juventus, che si concluderà col titolo di Campioni d'Italia proprio nell'anno del centenario della società. Pochi giorni dopo il titolo la vittoria in Coppa Italia fa diventare la Lazio la quarta squadra nella storia del calcio italiano a centrare l'accoppiata campionato più Coppa Italia nella stessa stagione.
IL RITORNO ALL'ESTERO E LA FINE DELLA CARRIERA
Dopo gli anni felici a Roma il tecnico svedese conquista una panchina prestigiosa e diventa il ct dell'Inghilterra, dal 2001 al 2006, senza raggiungere particolari successi. L'anno successivo rimane in territorio inglese e guida il Manchester City. Dopo quest'esperienza l'allenatore gira il mondo dall'Arabia alla Cina, alla Thailandia e allena ancora diverse nazionali come la Costa d'Avorio, Messico e Filippine.