È letteralmente una Ferrari dei due mondi quella che - per la prima volta nella sua inarrivabile storia - vince nello stesso giorno in Formula Uno e nel Mondiale Prototipi (oggi: WESC), vale a dire le due specialità nelle quali il Cavallino Rampante ha galoppato più veloce nel corso della sua straordinaria avventura nel motorsport. Alla inattesa vittoria di Charles Lecerc a Monza è andata ad aggiungersi (a poche ore di distanza), quella Hypercar di Maranello nella Sei Ore WEC appunto al Circuit of the Americas di Austin con la 499P "gialla" iscritta da AF Corse, al cui volante si sono alternati Ferrari il cinese Yifei Ye, il russo-israeliano Robert Shwartzman (terzo pilota della Rossa in F.1) e il polacco Robert Kubica.
Mai così... planetaria, insomma, la Rossa che passa anche con il giallo e porta bene il nero (anzi, il carbonio) tra le curve e soprattutto giù a gas spalancato lungo i rettifili monzesi. Un trionfo da ricordare e da tramandare - quello nel Gran Premio d'Italia. Uno di quelli che fanno bene sia al cuore che alla classifica. Del tutto inatteso, al di là delle dichiarazioni post-gara degli uomini in rosso (e nero...): frutto di una attenta pianificazione sì, ma più che altro del rischio. Che ha pagato con Leclerc, molto meno con Sainz. La vittoria era una possibilità, la doppietta pura fiction. Alla sua ultima Monza da pilota Ferrari (non da ferrarista, Carlos lo resterà sempre), lo spagnolo ha avuto le ali in un certo senso tarpate dalla prolungata permanenza in pista nel finale del suo primo stint. Ci sta..., come si sl dire in questi casi. Da lì in avanti Sainz non ha potuto fare altro che vedersi sfilare dai due "caccia" McLaren all'inseguimento della SF-24 del suo compagno di squadra, concentrandosi su un finale "a tutto orgoglio", con la difesa del suo quarto posto dalla (non così accesa) minaccia della Mercedes di Lewis Hamilton, il pilota che nel 2025 prenderà il suo posto al volante della Rossa, cedendo a sua volta il posto di guida della Freccia d'Argento ad Andrea Kimi Antonelli. Dentro, il neo pilota Mercedes ci troverà sei dei sette titoli iridati di sir Lewis e un carico di pole positions e di vittorie del quale alleggerirsi subito, per non esserne schiacciati anzitempo. Ma questa è tutta un'altra storia. Quella della Ferrari dei Due Mondi è ciò che conta oggi e non più in là di oggi.
La testa è già ad un finale di stagione che si appresta a lasciare in via definitiva l'Europa. Baku e Singapore non hanno la profondità sportiva dell'Autodromo Nazionale ma il valore dei punti iridati in palio è identico a quello di Monza e la missione "secondo posto" (nelle due classifiche iridate) è ancora possibile. A patto di dare continuità alla magia sparsa per la pista il primo giorno di settembre, alla disponibilità al rischio, all'estro dei piloti. Dal singolo capitolo al libro intero, insomma, possibilmente al capolavoro. Per tornare tra dodici mesi a Monza con una prospettiva diversa: "l'appuntamento che vale una stagione" non alla stregua del premio di consolazione ma come passaggio-chiave nella corsa al titolo. E magari anche con la certezza di poterci tornare a lungo, perché una Monza come quella 2024 vale rinnovo di contratto per molti anni ancora. Anche questo però è tutto un altro paio di maniche e sarà bene che se le rimbocchi fin da subito che di dovere!