Giunti alla prima sosta stagionale, è tempo di fare un primo, parzialissimo bilancio della Serie A 2024/25. Qualche conferma, alcune sorprese, ma soprattutto tante delusioni: sono parecchie, infatti, le squadre che hanno reso ben al di sotto di quelle che erano le aspettative a metà agosto. Il campionato, naturalmente, è appena iniziato e per tutte loro ci sarà tempo e modo di riscattare un avvio poco convincente, ma avere un quadro della situazione attuale può essere utile a capire cosa ci attenderà da metà settembre in avanti.
LE CONFERME
L'Inter è forse l'unica, vera conferma in senso stretto di questo avvio di campionato: la squadra di Inzaghi ha cambiato pochissimo rispetto alla scorsa stagione, è partita con un mezzo passo falso contro il Genoa, ma poi ha superato agevolmente il Lecce e triturato l'Atalanta. Lo ha fatto affidandosi agli uomini di fiducia del tecnico e a uno stile di gioco ormai più che collaudato, a cui è stata aggiunta qualche variabile migliorativa. I nerazzurri hanno chiuso in vetta lo scorso campionato e sempre lì si sono confermati, ribadendo di essere la squadra da battere. Si può tuttavia parlare di conferma anche per la Juventus, se non altro perché vedere i bianconeri davanti a tutti non può certo essere considerata una sorpresa. Naturalmente, al contrario di quanto avvenuto a Milano, questo primo parziale risultato è passato da una clamorosa rivoluzione tecnica e culturale, attorno alla quale c'era e c'è ancora molta curiosità: Thiago Motta ha avuto la meglio senza troppi patemi di Como e Verona, poi ha frenato contro la Roma, ma diversi tratti della sua filosofia si sono già palesati e con l'adattamento dei nuovi acquisti ci si attende un ulteriore step in avanti. Può essere inquadrato tra le conferme, seppur con qualche sfumatura, anche l'avvio di campionato del Napoli: la squadra di Conte è partita con un tracollo inatteso contro il Verona, poi però si è riscattata con due vittorie, una netta e convincente, l'altra rocambolesca e un po' fortunosa. La classifica comunque garantisce un mezzo sorriso, non essendo troppo diversa da quella che sarebbe lecito attendersi, sebbene di lavoro da fare ce ne sia ancora parecchio.
LE SORPRESE
Più facili da inquadrare le sorprese di questo avvio di campionato: in cima c'è il Toro di Vanoli, che non solo è andato alla sosta da primo in classifica, alla pari di Inter, Juve e Udinese, ma lo ha fatto anche a dispetto di un calendario tutt'altro che agevole e di un mercato estivo non esattamente da fuochi d'artificio. Un punto strappato al Milan, tre all'Atalanta, poi la vittoria sul Venezia. Il "vanolismo" è già una filosofia che spopola. Discorso simile, naturalmente, per i friulani di Runjaic, che si sono presi lo scalpo della Lazio e che, seppur con qualche patema, hanno battuto il Como riuscendo anche loro ad arrivare alla sosta nel gruppetto di testa. Ha certamente sorpreso in positivo anche l'avvio di campionato del Verona, che nonostante il pesante ko interno con la Juventus si è tolto la soddisfazione di dare una lezione al Napoli e di battere il Genoa: entrambi successi netti, puliti e senza subire gol.
LE DELUSIONI
È in quest'ultimo paragrafo che l'elenco rischia di diventare davvero lungo. I primi nomi che balzano all'attenzione sono quelli di Milan e Roma: in entrambi i casi appena due punti in tre partite, un gioco che stenta a decollare e anche qualche tensione interna allo spogliatoio. I rossoneri di Fonseca hanno fin qui pagato soprattutto per una fase difensiva a dir poco rivedibile (6 gol incassati in 3 partite), mentre per i giallorossi di De Rossi è stata quella offensiva a latitare (appena 1 gol segnato, per altro da un attaccante di riserva). Entrambe sono ben lontane dalle posizioni che ci si aspetta che occupino, ma i margini di miglioramento sono evidentemente importanti. Inizio complicato anche per la Lazio di Baroni, che comunque qualche segnale incoraggiante l'ha dato: i biancocelesti avevano illuso col netto successo sul Venezia, salvo poi cadere clamorosamente a Udine e impattare all'Olimpico col Milan. Alti e bassi su cui si può e si deve lavorare. È stato una montagna russa anche l'avvio dell'Atalanta: qualcuno si era già spinto a parlare di candidata allo scudetto dopo il roboante 4-0 al Lecce con le doppiette dei nuovi acquisti, poi però sono arrivati due tonfi significativi. Uno abbastanza inatteso contro il Torino, uno certamente sconcertante per l'entità del risultato contro l'Inter. Le basi, nonostante un'estate un po' tribolata, sono comunque molto solide e Gasperini ha certamente ampio margine per rialzarsi. Tra le delusioni di queste prime tre giornate non può non essere annoverata anche la Fiorentina di Palladino: tre pareggi, che diventano cinque se si considerano i playoff di Conference League. La squadra stenta ancora a decollare. Un netto passo indietro lo ha fatto anche il Bologna, che tra un paio di settimane tornerà a giocare in Champions League, ma che al momento si trova in piena zona retrocessione (sebbene i punti fatti siano gli stessi di Milan e Roma). A Italiano il compito di ritrovare almeno in parte lo smalto della passata stagione.