Uno è rassegnato (no: determinato) a correre in difesa da Baku ad Abu Dhabi e per la verità lo sta già facendo dall'inizio dell'estate. L'altro può anzi deve andare all'attacco "ogni maledetta domenica". Max Verstappen e Lando Norris, di loro stiamo parlando, naturalmente. Poi ci sono gli altri. Il primo è Oscar Piastri, del quale tutto si può dire tranne che sia rassegnato a fare da scudiero al proprio compagno di squadra inglese (secondo le cosiddette "papaya rules") nell'inseguimento al tre volte iridato olandese. Ferrari e McLaren? Brillanti a targhe alterne, o meglio una domenica sì e una no. Quindi, arbritri del Mondiale, tutt'al più.
Indietro non si torna: sì, vai a dirlo a Verstappen. Nell'immediato dopo-gara monzese l'ex asso pigliatutto del Mondiale le ha (ancora una volta) cantate chiare ai suoi: "Serve una svolta, anzi tornare alla macchina dell'anno scorso". Una contraddizione in termini, in un mondo che non si ferma neanche un centesimo di secondo e ha già digerito il GP d'Italia (clan ferrarista compreso) per proiettarsi in avanti tra le curve strette della città vecchie e i rettifili infiniti di quella nuova di Baku. Max può ormai solo contare su se stesso: in un certo senso, è più separato in casa RB lui del suo compagno di squadra Sergio Perez. Forse anche più in bilico lui (volontariamente, però) del suo vicino di garage messicano. Con sessantadue "soli" punti di vantaggio su Norris a nove tappe dal sipario di Abu Dhabi, Verstappen è paradossalmente il candidato che ha meno da perdere: può fare solo il suo, senza stare troppo a sperare in un intoppo da parte della McLaren. Eppure, di intoppi e di inciampi,sulla pista del team papaya se ne presentano in continuazione, vanificando in parte una superiorità tecnica da qualche GP ormai chiara e in prospettiva duratura. L'esame di maturità non è solo quello che stanno affrontando Norris e Piastri. Sui banchi c'è anche l'intero ponte di comando McLaren, ad iniziare dal Team Principal Andrea Stella. Lando oppure Oscar? L'australiano è distante centosei punti da Verstappen ma basta guardarlo in faccia (e in azione in pista, vede primo giro di Monza) per capire che non si sente a priori fuori dalla sfida. Oscar viaggia a strappi ma quando è in giornata il suo livello assoluto è più alto di quello di Lando. Quest'ultimo è globalmente più continuo ma i suoi "picchi" non sono così efficaci. Forse non è ancora pronto per spremere tutto da una monoposto superiore a quelle della concorrenza, probabilmente Piastri lo sarà prima di lui.
Verstappen è pronto ad approfittarne. Davanti a tutti c'è ancora lui, pur sempre lui. Se ci pensate, lo scenario della corsa al titolo assomiglia - in grande - a quello del Gran Premio d'Italia di domenica primo settembre: con Verstappen a dare tutto là davanti come Leclerc a Monza (ma nessuna chance di cambiare passo), e la McLaren lanciatissima alla rincorsa ma ormai a corto di giri (o di GP) a disposizione per l'aggancio al vertice. Che poi al volante della MCL60 che insegue ci sia Piastri (a Monza) oppure Norris (nella classifica generale) non è una questione di poco conto, tutt'altro!