Se n'era fatto un gran parlare già dal finale della scorsa stagione: l'interesse tra Nenad Dimitrijević e l'Olimpia Milano è stato reciproco, nonostante la lontananza del 26enne di Skopje dalle principali competizioni europee. Dalla VTB con l'UNICS Kazan all'accoppiata LBA-Eurolega con Milano il passaggio non è automatico, ma le prime parole del macedone al sito biancorosso fotografano la grande personalità di Neno.
GLI INIZI E BADALONA
"Che ricordi io, ho avuto sempre il pallone in mano. Anche mia madre giocava, mia sorella giocava, i miei zii. Praticamente siamo tutti coinvolti nel basket. È stata una scelta molto facile per me, è stato amore a prima vista. Ho capito che sarei diventato un giocatore quando avevo 3 o 4 anni. Ricordo il primo allenamento con una squadra. Penso avessi 5 anni. A un camp a Zlatibor, in Serbia, penso di aver vinto tutti i trofei individuali. Sono stato un talento precoce.
Ero con la nazionale macedone a un torneo per Under 14. Badalona aveva i suoi allenatori, la Spagna stava giocando in quella competizione. Un paio di loro coach mi hanno contattato e l’anno seguente invitato a giocare un torneo con la loro squadra. Mi sono trasferito, avevo 14 anni. Lo rifarei altre cento volte. Ho avuto il sostegno di tanta gente, soprattutto della mia famiglia. I primi due anni soprattutto sono stati complessi, ma sono sopravvissuto, poi sono cresciuto e alla fine dico che è stata la miglior esperienza che potessi fare."
IL BIENNIO A KAZAN E GLI ULTIMI PLAYOFF DI VTB
"Coach Perasovic mi ha dato la chance di essere il playmaker titolare, di essere il leader della squadra. Credo che i risultati siano stati importanti sia per me che per la squadra visto che abbiamo vinto il titolo per la prima volta nella storia dell’UNICS. Sono molto orgogliosi di quello che abbiamo fatto, abbiamo creato dei ricordi speciali per tutti, ho costruito rapporti che non cesseranno. Sono stati due anni memorabili. Crescendo quello che ho cercato di ottenere è la continuità di rendimento, avere consistenza e stabilità per tutta la stagione. Non ho mai inseguito traguardi individuali, ma il trofeo di MVP della VTB 2023/24 dimostra che sono stato consistente.
(Contro lo Zenit, nda) È stata una semifinale folle: abbiamo giocato 7 partite ed è stata decisa all’ultimo secondo. Abbiamo prevalso 4-3, è stata incredibile. La finale con il Lokomotiv Luban che aveva eliminato il CSKA, l’abbiamo vinta 4-1 ma ogni partita è stata una questione di un possesso. Sono felice di aver conquistato quel titolo: quando vinci un trofeo, la sensazione ti resta dentro per sempre".
LE PROSPETTIVE CON LA MACEDONIA DEL NORD
"Giocare per la Nazionale è una sensazione speciale. Senti di difendere il tuo paese, la tua gente. Diventare il leader della Nazionale, avvertire questa responsabilità, è qualcosa che voglio davvero, è una posizione che ho sempre cercato di occupare. E adesso la speranza è di qualificarsi per gli Europei della prossima estate".
MODELLI
"Ho sempre studiato i playmaker. Vassilis Spanoulis è uno, Nikos Zisis è un altro, ma se devo indicare il nome del mio giocatore preferito dico Milos Teodosic. Ammiro anche Chacho, ma Teodosic è sempre stato il mio preferito. A prescindere dalla situazione, la mia qualità migliore è riuscire a trovare la soluzione migliore per aiutare la squadra. Voglio farmi sentire, voglio provare a essere un leader. Questa è la mia caratteristica più spiccata".
LE AMBIZIONI CON L'OLIMPIA
"Seguo l’Eurolega da quando avevo 7 anni: ne conosco la storia, so chi ha vinto le Final Four, i protagonisti. Far parte di questa lega è come un sogno che si avvera. Non vedo l’ora di cominciare e di dimostrare quello che posso fare. Le prime settimane a Milano sono state eccezionali. Sto conoscendo le persone, chi lavora per il club, i compagni. Sono contento, vedo tanti bravi ragazzi, con i quali sarà un piacere dividere il campo e possibilmente avere una stagione vincente. Coach Messina mi ha detto di essere me stesso. Dice che, se sono me stesso e resto sempre aggressivo, poi succederanno belle cose. Ed è quello che voglio fare".